L’alfuzosin è caratterizzato da un tasso di effetti collaterali di vasodilatazione e di disturbi dell’eiaculazione minore rispetto a farmaci alfa litici più vecchi per la sua maggiore selettività a livello dei tessuti di vescica e prostata. Sia studi in vivo che sull’uomo hanno infatti evidenziato come l’attività farmacologica e gli eventi avversi dei farmaci alfa litici dipendano dalla loro uroselettività piuttosto che dall’affinità verso i sottotipi del recettore alfa1 (Debruyn, 2000; Martin et al., 1997). Gli effetti collaterali più frequenti sono quelli di natura vascolare e comprendono ipotensione, capogiri, sincope (svenimento) soprattutto con le prime dosi di farmaco. Altri eventi avversi comprendono fatigue, cefalea, palpitazione, congestione nasale, impotenza, incontinenza e disturbi gastrointestinali
Cardiovascolari: (comuni: 1-10%) ipotensione ortostatica; (non comuni: 0,1-1%) rossore cutaneao (flushing), tachicardia, palpitazioni; (molto rari <0,01%) episodi anginosi in pazienti con malattia coronarica: (frequenza non nota) fibrillazione atriale, collasso circolatorio in pazienti con fattori di rischio preesistenti.
Centrali: (comuni: 1-10%) capogiri, cafalea; (non comuni: 0,1-1%) vertigini, sonnolenza, sincope (svenimento); (frequenza non nota) ictus ischemico in pazienti con precedente disturbo cerebrovascolare.
Dermatologici (non comuni: 0,1-1%) rash, prurito; (molto rari <0,01%) orticaria, angioedema.
Ematici: (frequenza non nota) neutropenia, trombocitopenia.
Epatici: aumento delle transaminasi epatiche (<2%), con un tasso di incidenza sovrapponibile a placebo o farmaco comparativo nei trial clinici controllati (LiverTox, 2018); (frequenza non nota) lesioni epatocellulari, epatopatia colestatica.
Nella maggior parte dei pazienti trattati con alfuzosin che evidenziamo un aumanto delle transaminasi epatiche, l’evento avverso è transitorio e non richiede un aggiustamento del dosaggio del farmaco. In alcuni casi l’alfuzosin è stato associato a danno epatico acuto, che si manifesta in 2-4 settimane dall’inizio della terapia. La modalità con cui aumentano le transaminasi epatiche rimanda ad un danno di tipo epatocellulare. La causa del danno epatico associato ad alfuzosin non è nota; un’ipotesi coinvolge la formazione di un metabolita epatotossico. In letteratura è riportato in associazione all’uso di alfuzosin anche ittero prolungato con evoluzione in epatite colestatica. Nel gruppo degli antagonisti alfa adrenergici utilizzati per l’ipertensione arteriosa o l’ipertrofia prostatica benigna, l’alfuzosin rappresenta il farmaco più frequentemente associato a danno epatico, ma non ci sono segnalazioni di insufficienza epatica acuta o sindrome del dotto biliare evanescente (complicanza del danno epatico che provoca progressiva distruzione dei dotti biliari) (LiverTos, 2018).
Gastrointestinali: comuni (1-10%) nausea, dolore addominale; (non comuni: 0,1-1%) diarrea, secchezza della bocca; (frequenza non nota) vomito.
Oftalmici: (non comuni: 0,1-1%) disturbi alla visione; (frequenza non nota) sindrome dell’iride a bandiera intraoperatoria.
La somministrazione di farmaci alfa litici per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna aumenta il rischio di sindrome dell’iridie a bandiera nei pazienti che si sottopongono all’intervento di cataratta. Uno studio ha valutato il rischio relativo per alfuzosin, terazosin, prazosin e tamsulosin rispetto al non utilizzo di alfa1 antagonisti in 6488 casi. Il farmaco con il tasso di rischio più alto è risultato il tamsulosin (risk ratio RR 13,85), seguito da terazosin (RR 8,94), alfuzosin (RR 7,73) e doxazosin (RR 3,88) (Wang et al., 2022).
Organi riproduttivi: (frequenza non nota) priapismo.
Renali: (non comuni: 0,1-1%) incontinenza urinaria.
Respiratori: (non comuni: 0,1-1%) rinite.
Sistemici: (comuni: 1-10%) astenia, malessere; (non comuni: 0,1-1%) edema, dolore toracico.