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Foglietto illustrativo
sodio valproato - acido valproico
Categoria farmacoterapeutica
Antiepilettici derivati degli acidi grassi.
Indicazioni terapeutiche
Nel trattamento dell’epilessia generalizzata, in particolare in attacchi
di tipo:
- assenza
- mioclonico
- tonico-clonico
- atonico
- misto
e nell'epilessia parziale:
- semplice o complessa
- secondariamente generalizzata.
Nel trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-gastault).
Nel trattamento degli episodi di mania correlati al disturbo bipolare quando
il litio è controindicato o non tollerato. La continuazione della terapia
dopo l'episodio di mania può essere presa in considerazione nei pazienti
che hanno risposto ai valproato per la mania acuta.
Controindicazioni
- Epatite acuta
- Epatite cronica
- Anamnesi personale o familiare di grave epatopatia, soprattutto indotta da
farmaci
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
- Porfiria epatica
- Disordini di coagulazione
Precauzioni per l'uso
Nei bambini di età inferiore o uguale a tre anni, gli antiepilettici
contenenti acido valproico rappresentano solo in casi eccezionali la terapia
di prima scelta
- Prima dell'inizio della terapia devono essere eseguiti test di funzionalità
epatica (vedere "Controindicazioni"), che periodicamente devono essere
ripetuti durante i primi 6 mesi, soprattutto nei pazienti a rischio (vedere
Avvertenze speciali).
Come per la maggior parte dei farmaci antiepilettici si possono notare aumenti
degli enzimi epatici, particolarmente all'inizio della terapia: essi sono transitori
e isolati, non accompagnati da segni clinici. In questi pazienti si raccomandano
indagini di laboratorio più approfondite (compreso il tempo di protrombina),
si può anche prendere in considerazione un aggiustamento della posologia
e, se necessario, si devono ripetere le analisi.
- Nei bambini di età inferiore ai 3 anni la somministrazione di Depakin
deve avvenire in monoterapia anche se il suo beneficio potenziale deve essere
valutato prima dell'inizio del trattamento, in confronto al rischio di danno
epatico o di pancreatite in questi pazienti (vedere Avvertenze speciali).
L'uso concomitante di salicilati deve essere evitato nei bambini al di sotto
dei 3 anni per il rischio di epatotossicità.
- Si raccomanda di eseguire le analisi del sangue (emocromo completo con conta
delle piastrine, tempo di sanguinamento e prove di coagulazione) prima dell’inizio
della terapia o prima di un intervento chirurgico, e nel caso di ematomi o sanguinamenti
spontanei (vedere Effetti indesiderati)
- Nei pazienti con insufficienza renale o ipoproteinemia è necessario
diminuire la posologia. Poiché il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche
può dare risultati non attendibili, la posologia deve essere adeguata
in base ad un monitoraggio clinico.
- Sebbene siano state solo eccezionalmente riscontrate malattie immunitarie
durante l'uso di valproato, è bene considerare il potenziale beneficio
del valproato rispetto al potenziale rischio in pazienti con lupus erythematosus
sistemico.
- Poiché sono stati riportali dei casi eccezionali di pancreatite, pazienti
con dolore addominale acuto devono venire immediatamente sottoposti a esame
medico. In caso di pancreatite si deve interrompere la terapia con valproato.
- Qualora si sospetti un ciclo dell'urea alterato, prima del trattamento si
deve valutare l'iperammoniemia poiché con valproato è possibile
un peggioramento (vedere Effetti indesiderati).
Quindi se compaiono sintomi quali apatia, sonnolenza, vomito, ipotensione
ed aumento della frequenza delle crisi convulsive, devono essere determinati
i livelli sierici di ammoniaca e di acido valproico; se necessario la dose
del medicinale deve essere ridotta. Se si sospetta una interruzione enzimatica
del ciclo dell'urea, si deve determinare il livello sierico di ammoniaca prima
di iniziare la terapia con medicinali contenenti acido valproico.
- Ematologia
È opportuno monitorare la conta delle cellule ematiche, inclusa la conta
delle piastrine, il tempo di sanguinamento e i test di coagulazione prima di
iniziare la terapia, prima di un intervento chirurgico o odontoiatrico ed in
caso di calatomi spontanei o emorragie (vedere "Effetti indesiderati").
ln caso di assunzione concomitante di antagonisti della vitamina K, si raccomanda
uno stretto monitoraggio dei valori INR.
- Danni al midollo osseo
I pazienti con precedente danno midollare osseo devono essere rigorosamente
tenuti sotto controllo.
- Prima dell'inizio della terapia i pazienti devono essere avvertili del rischio
di aumento del peso e devono essere adottate le opportune misure per minimizzare
tale rischio (vedere Effetti indesiderati).
- Non si consiglia l'uso concomitante di acido valproico/sodio valproato e medicinali
contenenti carbapenemi (vedere Interazioni).
Donne in età fertile (vedere Avvertenze speciali)
Tutte le donne con epilessia e in età fertile devono essere informate
in modo adeguato riguardo ai rischi associali alla gravidanza.
Interazioni
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi
altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.
Effetti del valproato su altri farmaci:
- Neurolettici, anti-MAO, antidepressivi e benzodiazepine.
Il valproato può potenziare l'effetto di altri farmaci psicotropi come
i neurolettici, gli anti-MAO e gli antidepressivi e le benzodiazepine; quindi
si consiglia di eseguire un monitoraggio clinico e, quando necessario, un aggiustamento
del dosaggio.
- Fenobarbital
Poiché il valproato aumenta le concentrazioni plasmatiche di fenobarbital
(per inibizione del catabolismo epatico) può verificarsi sedazione soprattutto
nei bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi 15 giorni
del trattamento combinato, con immediata riduzione delle dosi di fenobarbital
in caso di sedazione, e controllo eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital
- Primidone
Il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con potenziamento dei
suoi effetti indesiderati (sedazione); questa interazione cessa con il trattamento
a lungo termine. Si raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio
della terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone quando
necessario.
- Fenitoina
Inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione plasmatica totale della
fenitoina aumentandone però la frazione libera, con possibili sintomi
di sovradosaggio (l'acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di legame
proteico e rallenta il suo calabolismo epatico).
Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di dosaggio plasmatico
della fenitoina si deve tenere in considerazione soprattutto la frazione libera.
Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le concentrazioni di fenitoina
tornano ai valori iniziali pre-valproato.
- Carbamazepina
E stata riportata tossicità a livello clinico in caso di somministrazione
contemporaneo di valproato e carbamazepina poiché il valproato può
potenziare la tossicità della carbamazepina. È quindi raccomandato
un monitoraggio clinico soprattutto all'inizio del trattamento con l'associazione
dei due farmaci, con un aggiustamento della posologia, se necessario.
- Lamotrigina
Il rischio di rash può essere aumentato dalla somministrazione contemporanea
di lamotrigina e acido valproico, quando lamotrigina è aggiunta all'acido
valproico.
Il valproato può ridurre il metabolismo della lamotrigina e aumentare
la sua emivita media, quindi quando necessario è opportuno diminuire
il dosaggio di quest'ultima.
- Etosuccimide
II valproato può causare aumento delle concentrazioni plasmatiche della
etosuccimide.
- Zidovudina
Il valproato può aumentare la concentrazione plasmatica di zidovudina
con il conseguente aumento di rischi di tossicità di quest'ultima.
Effetti di altri farmaci sul valproato
Gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in particolare fenitoina,
fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono le concentrazioni sieriche del valproato.
Nel caso di terapia combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli
ematici.
In caso di associazione di felbamato e valproato, si può osservalre un
aumento della concentrazione sierica di valproato. È necessario
un monitraggio dei tassi plasmatici del valproato.
La meflochina alimenta il metabolismo dell'acido valproico ed ha effetto convulsivante:
quindi nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici.
In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si legano altamente
alle proteine (acido acetilsalicilico), i livelli sierici liberi di valproato
possono aumentare.
I medicinali contenenti acido valproico non devono essere somministrati in concomitanza
con l'acido acetilsalicilico per trattare febbre e dolore, in modo particolare
nei neonati e nei bambini.
Un attento monitoraggio del tempo di protrombina deve essere effettuato in caso
di uso concomitante di fattori anticoagulanti vitamina K dipendenti.
I livelli sierici di valproato possono aumentare (per effetto di un metabolismo
epatico ridotto) in caso di uso concomitante di cimetidina o eritromicina
e fluoxetina. Ci sono però anche state segnalazioni di casi in cui la
concentrazione sierica di acido valproico è stato abbassato a seguito
di assunzione concomitante di fluoxetina.
In caso di somministrazione concomitante con medicinali contenenti carbapenemi
è stata segnalala una diminuzione dei livelli ematici di acido valproico,
che si è evidenziata con una riduzione del 60-100% di tali livelli ematici
in circa due giorni. Per la rapida insorgenza e per la notevole diminuzione,
non si considera fattibile la somministrazione concomitante di medicinali contenenti
carbapenemi in pazienti stabilizzati con acido valproico e pertanto deve essere
evitata (vedere Precauzioni per l'uso).
La rifampicina può diminuire i livelli plasmatici del valproato portando
all'interruzione dell'effetto terapeutico. Quindi può essere necessario,
in caso di co-somministrazione con rifampicina, un aggiustamento del dosaggio
del valproato.
Altre interazioni
La somministrazione concomitante di valproato e topiramato è stata associata
all'insorgenza di encefalopatia e/o iperammoniemia. I pazienti trattati con
questi due farmaci devono essere monitorati con particolare attenzione per segni
e sintomi di encefalopatia iperammoniemica.
Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione enzimatica: di conseguenza
non riduce l'efficacia degli estroprogestinici in caso di contraccezione
ormonale.
Nei volontari sani il valproato ha spostato il diazepam dai suoi siti di legame
con l'albumina plasmatica e ne ha inibito il metabolismo. Nella terapia combinata
la concentrazione di diazepam libero può risultare aumentata, mentre
la clearance plasmatica e il volume di distribuzione della frazione libera del
diazepam possono essere ridotti (rispettivamente del 25% e del 20%). L’emivita,
comunque, rimane invariata.
In soggetti sani il trattamento concomitante con valproato e lorazepam ha determinato
una riduzione della clearance plasmatica del lorazepam di oltre il 40%.
In seguito ad un trattamento combinato di acido valproico e clonazepam si è
verificato uno stato di assenza in pazienti con anamnesi di epilessia con crisi
di assenza.
In seguito a trattamento concomitante con acido valproico, sertralina e risperidone,
in una paziente affetta da disturbo schizoaffettivo è insorta catatonia.
Avvertenze speciali
Un piccolo numero di pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici come
valproato ha sviluppato pensieri autolesivi o di suicidio. Se, in un qualunque
momento, ha pensieri di questo genere contatti immediatamente il medico.
Non si consiglia l'assunzione di alcol durante il trattamento con valproato.
EPATOPATIE
- Condizioni di insorgenza
E stato eccezionalmente riportato un grave danno epatico che talvolta si è
rivelato fatale. I pazienti più a rischio soprattutto in casi di terapia
anticonvulsiva multipla sono i neonati ed i bambini sotto i 3 anni con gravi
forme di epilessia, in particolare quelli con danno cerebrale, ritardo
psichico e (o) con malattia metabolica o degenerativa congenita.
Nel caso i medico ritenesse indispensabile somministrare il farmaco a bambini
al di sotto dei tre anni di età per il trattamento di un tipo di epilessia
responsiva al valproato, nonostante il rischio di epatopatia, l'utilizzo
di Depakin deve avvenire in monoterapia per ridurre tale rischio. Dopo il compimento
dei 3 anni l'incidenza si riduce significativamente e diminuisce progressivamente
con l'età.
Nella maggior parte dei casi il danno epatico si è verificato durante
i primi 6 mesi di terapia.
- Sintomatologia
I sintomi clinici sono essenziali per una diagnosi precoce. In particolare,
soprattutto nei pazienti a rischio (vedere Condizioni di insorgenza), devono
essere prese in considerazione due tipi di manifestazioni che possono precedere
l’ittero:
- ricomparsa degli attacchi epilettici
- sintomi non specifici, generalmente a rapida insorgenza, quali astenia, anoressia,
letargia, sonnolenza, a volte associati a vomito ripetuto e dolore addominale.
I pazienti (o i loro genitori, se si tratta di bambini) devono essere avvertiti
di informare immediatamente il proprio medico qualora si verifichi uno qualsiasi
dei segni sopraelencati. Oltre ai controlli clinici dovrà essere intrapreso
il controllo ematochimico immediato della funzionalità epatica.
- Rilevazione
La funzionalità epatica deve essere controllata prima di iniziare la
terapia e periodicamente durante i primi 6 mesi di terapia. Tra le analisi abituali,
le più pertinenti sono quelle che riflettono la sintesi proteica, soprattutto
il tempo di protrombina. La conferma di una percentuale di attività protrombinica
particolarmente bassa, soprattutto se associata ad altri rilievi biologici anormali
(significativa diminuzione del fibrogeno e dei fattori della coagulazione; aumento
dei livelli di bilirubina e aumento delle transaminasi, SGOT, SGPT, gamma-GT,
lipasi, alfa-amilasi, glicemia) richiede l'interruzione della terapia con valproato.
Come precauzione e in caso essi siano assunti contemporaneamente, devono essere
interrotti anche i salicilati, poiché metabolizzati per la stessa via.
Quattro settimane dopo l'inizio del trattamento, devono essere controllati i
test di laboratorio dei parametri della coagulazione quali INR e PTT, SGOT,
SGPT, bilirubina e amilasi.
Nei bambini che non presentano sintomi clinici anomali, la conta ematica, compresi
trombociti, SLOT e SGPT deve essere controllata ad ogni visita.
PANCREATITI
Sono state segnalate molto raramente pancreatiti gravi che possono avere esito
fatale. I bambini più piccoli sono particolarmente a rischio. Il rischio
diminuisce con l'aumentare dell'età. Attacchi epilettici gravi, disturbi
neurologici o politerapia anticonvulsivante possono essere fattori di rischio.
La presenza di insufficienza epatica concomitante alla pancreatite alimenta
il rischio di esito fatale. I pazienti che manifestano dolori addominali devono
essere immediatamente visitati da un medico. In caso di pancreatite, il valproato
va sospeso.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Questo medicinale non deve essere usato durante la gravidanza e nelle donne
in età fertile a meno che non sia strettamente necessario (ad esempio
in situazioni in cui altri trattamenti sono inefficaci o non tollerati). Le
donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci durante
il trattamento.
Donne in età fertile
Epilessia:
Le donne con epilessia di qualsiasi tipo e in età fertile devono ricevere
un parere specialistico prima che sia loro prescritto il valproato. La decisione
di usare Depakin in donne in età fertile deve essere presa solo dopo
una valutazione molto attenta volta a stabilire se i benefici derivati dal suo
utilizzo superino i rischi di anomalie congenite ali feto. Questa decisione
deve essere presa prima che Depakin sia prescritto per la prima volta come pure
prima che la paziente già trattata con valproato pianifichi una gravidanza.
Quando si ritiene necessario il trattamento con valproato si devono mettere
in atto precauzioni per per minimizzare il potenziale rischio teratogeno (vedere
di seguito "In considerazione dei dati soprariportati").
Episodi maniacali nel disturbo bipolare:
In caso di disturbi bipolari, se si pianifica una gravidanza, si deve prendere
in considerazione l'interruzione della terapia con valproato.
Gravidanza
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.
L'esperienza nel trattamento di madri epilettiche permette di descrivere i rischi
dell'utilizzo di valproato durante la gravidanza come di seguito riportato:
Rischio associato all'epilessia e agli antiepilettici
Nei figli di madri epilettiche trattate con antiepilettici durante la gravidanza,
il tasso globale di malformazioni risulta 2-3 volte superiore rispetto al tasso
normale (circa 3%). È stato riportato un aumento del numero di bambini
con malformazioni nel caso di terapie con più farmaci. Le malformazioni
riscontrate più frequentemente sono cheiloschisi e malformazioni cardiovascolari.
Molto raramente sono stati riportali ritardi nello sviluppo di bambini nati
da madri epilettiche. Non è possibile distinguere quanto dipenda da fattori
genetici, sociali, ambientali, dal fatto che la madre sia epilettica o dai trattamenti
antiepilettici.
Sono stati segnalati disturbi dello spettro autistico in bambini esposti al
valproato nell'utero.
Nonostante questi potenziali rischi, non si deve decidere l'interruzione improvvisa
della terapia antiepilettica che può condurre ad un notevole aumento
degli attacchi epilettici con serie conseguenze sia per la madre che per il
feto.
Rischio associato a crisi epilettiche
Durante la gravidanza, attacchi tonico-clonici e lo stato di male epilettico
con ipossia nella madre sono associati ad un particolare rischio di morte per
la madre e per il feto.
Rischio associato al sodio valproato
Il valproato è l'antiepilettico di scelta in pazienti con alcuni tipi
di epilessia come quella generalizzata con o senza mioclono o fotosensibilità.
Per l'epilessia parziale il valproato dovrebbe essere usato solo in casi resistenti
agli altri trattamenti.
Nell'animale: nel topo, nel ratto e nel coniglio sono stati dimostrali effetti
teratogeni.
Nell'uomo: l'assunzione di valproato in gravidanza, in particolare nei primi
3 mesi, può causare un aumento del rischio di malformazioni al nascituro.
Rispetto al trattamento con altri farmaci antiepilettici, nei figli nati da
madri con epilessia e trattate con valproato i dati disponibili suggeriscono
un aumento nell'incidenza di malformazioni minori o maggiori che comprendono
difetti del tubo neurale, difetti craniofacciali, malformazioni agli arti, malformazioni
cardiovascolari e anomalie multiple che coinvolgono diversi sistemi corporei
(comprese ipospadia e dismorfia facciale).
L'uso del valproato è associato con difetti del tubo neurale con incidenza
dall'1% al 2%.
Alcuni dati suggeriscono che una politerapia antiepilettica comprendente Depakin
è associata ad un rischio di teratogenicità maggiore rispetto
ad una monoterapia con il solo valproato.
Alcuni dati suggeriscono un'associazione tra l'esposizione al valproato in utero
e il rischio di ritardo nello sviluppo, in particolare del QI verbale nei bambini
nati da madri con epilessia e trattate con valproato.
Il ritardo dello sviluppo è frequentemente associato a malformazioni
e/o fisionomie dismorfiche. È comunque difficile stabilire la relazione
causale con possibili fattori confondenti come QI materno o paterno basso, altri
fattori genetici, sociali, ambientali e scarso controllo delle crisi epilettiche
materne durante la gravidanza. Il valproato durante la gravidanza dovrebbe essere
prescritto come monoterapia alla più bassa dose efficace, in dosi frazionate
e se possibile in forme a rilascio prolungato.
La dose giornaliera deve essere data in diverse piccole dosi durante tutta la
giornata nelle donne che potrebbero restare incinte e certamente tra il giorno
20 e 40 dopo il concepimento. Inoltre, le concentrazioni plasmatiche devono
essere regolarmente monitorate, considerando la possibilità di fluttuazioni
considerevoli che si possono verificare durante la gravidanza anche con un dosaggio
costante.
Esiti anomali della gravidanza tendono ad essere associati con dosi giornaliere
più alte e con elevate dosi per ogni somministrazione. È stato
dimostrato che valori elevati di picco plasmatico ed elevate quantità
per ciascuna somministrazione sono associate con diletti del tubo neurale. L'incidenza
dei difetti del tubo neurale aumenta con l’incremento del dosaggio, specialmente
al di sopra di 1000 mg/die.
L'integrazione dietetica con acido folico prima della gravidanza, può
ridurre l'incidenza dei diletti del tubo neurale nei neonati di donne ad
alto rischio. Le pazienti dovrebbero prendere in considerazione di assumere
5 mg di acido folico al giorno quando pianificano una gravidanza.
Nelle donne che diventano gravide devono essere condotte indagini diagnostiche
durante la gravidanza come ad esempio ecografie o altre tecniche appropriale.
In considerazione dei dati soprariportati
- le donne in età fertile devono essere informate dei rischi e dei benefici
derivanti dall'uso di Depakin durante la gravidanza.
- è necessario un parere specialistico e i medici sono vivamente incoraggiali
a discutere gli aspetti relativi alla riproduzione con le loro pazienti prima
di prescrivere Depakin per la prima volta o con la paziente già trattata
con Depakin che sta pianificando una gravidanza.
- Se una donna pianifica una gravidanza, la terapia con Depakin deve essere
rivalutata per qualsiasi indicazione.
- Nell'indicazione dei disturbi bipolari, bisogna prendere in considerazione
l'interruzione della profilassi con Depakin. Per tutte le indicazioni, se dopo
un'attenta valutazione dei rischi/benefici, si continua il trattamento
con Depakin durante la gravidanza, si raccomanda di ricorrere alla monoterapia
alla dose giornaliera minima efficace. È preferibile la somministrazione
in diverse dosi durante la giornata. L'uso di una formulazione a rilascio prolungato
può essere preferibile a ogni altra forma di trattamento.
- Il ricorso ad un supplemento di folato deve iniziare prima della gravidanza
e a idonei dosaggi (5 mg/die) che possono minimizzare il rischio di malformazioni
a livello di tubo neurale.
- Durante la gravidanza il trattamento antiepilettico con valproato non deve
essere interrotto senza aver rivalutato il rischio/beneficio.
- Deve essere istituito un monitoraggio specialistico prenatale per rilevare
l'eventuale presenza di anomalie nella chiusura del tubo neurale o di un'altra
malformazione.
Rischio nel neonato
Sono stati riportati casi molto rari di sindrome emorragica in neonati le cui
madri hanno assunto valproato durante la gravidanza. Questa sindrome emorragica
è correlata alla ipofibrinogenemia. Sono stati riportati anche casi di
afibrinogenemia che possono essere fatali.
Questi casi di ipofibrinogenemia sono probabilmente associati ad una diminuzione
dei fattori della coagulazione.
Tuttavia questa sindrome deve essere distinta da quella legata alla diminuzione
dei fattori vitamina K dipendenti indotta dal fenobarbital e dagli induttori
enzimatici.
Pertanto nei neonati devono essere controllati: conta piastrinica, livello plasmatico
del fibrinogeno, test di coagulazione e fattori della coagulazione.
Sono stati segnalati sintomi di astinenza nei neonati di madri trattate con
acido valproico.
Il trattamento con acido valproico durante la gravidanza non dovrebbe essere
interrotto senza consultare il medico, così come qualsiasi interruzione
brusca del trattamento o una riduzione del dosaggio incontrollato. Questo potrebbe
portare a crisi epilettiche nella donna incinta, che potrebbero recare pregiudizio
alla madre e/o al nascituro.
Allattamento
Il valproato è escreto nel latte materno. L'uso di valproato da parte
della madre può causare effetti indesiderati nel lattante: pertanto è
necessario decidere se interrompere l'allattamento o il trattamento con il medicinale,
tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
In caso di somministrazione contemporanea con barbiturici o altri farmaci ad
attività depressiva del sistema nervoso centrale si possono riscontrare,
in alcuni soggetti, manifestazioni di astenia, sonnolenza o confusione, che
possono così alterare la risposta alla capacità di guidare un
veicolo, utilizzare macchinari o svolgere attività connesse con
il rischio di caduta o incidente. La capacità è alterata a prescindere
dalla malattia di base.
Le stesse manifestazioni si possono osservare dopo assunzione di bevande alcoliche.
Di ciò devono essere avvertiti quei soggetti che durante il trattamento
potrebbero condurre veicoli o attendere ad operazioni richiedenti integrità
del grado di vigilanza.
Dose, modo e tempo di somministrazione
Trattamento dell'epilessia
Prima di iniziare la terapia con Depakin chrono tenere presente che:
- in pazienti non trattati con altri farmaci antiepilettici, la posologia va
preferibilmente aumentata per stadi successivi di 2-3 giorni, per raggiungere
quella ottimale nel giro di una settimana circa:
- in pazienti già in trattamento con farmaci antiepilettici, la sostituzione
del valproato deve essere graduale, raggiungendo la posologia ottimale in circa
due settimane. I trattamenti concomitanti saranno progressivamente ridotti fino
a essere interrotti;
- l'aggiunta di un altro agente antiepilettico, ove sia necessario, va fatta
gradualmente (vedere "Interazioni").
La posologia giornaliera deve essere stabilita in base all'età ed al
peso corporeo; tuttavia deve anche essere presa in considerazione la sensibilità
individuale al valproato.
La posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente in base alla risposta
clinica; la determinazione dei livelli plasmatici di acido valproico può
essere presa in considerazione a complemento del monitoraggio clinico quando
non si arrivi ad ottenere un adeguato controllo degli attacchi o quando vi sia
il sospetto di effetti indesiderati. Le concentrazioni sieriche generalmente
ritenute terapeutiche sono comprese tra 40 e 100 mg/l (300-700 µmol/litro)
di acido valproico.
Solitamente la posologia giornaliera iniziale è di 10-15 mg/Kg, quindi
le dosi vanno progressivamente aumentate fino a raggiungere la posologia ottimale
che generalmente va dai 20 ai 30 mg/Kg. Tuttavia, quando non si ottiene un adeguato
controllo degli attacchi con questa posologia, le dosi possono essere aumentate
ancora; i pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo quando sono
trattati con dosi giornaliere maggiori di 50 mg/Kg (vedere "Precauzioni
per l'uso").
In particolare:
- nei bambini, la posologia usuale è di circa 30 mg/Kg/die;
- negli adulti la posologia usuale va dai 20 ai 30 mg/Kg/die;
- negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici del valproato
siano modificati, tali modifiche sono di significato clinico limitato e la posologia
deve essere determinata in funzione della risposta clinica (controllo delle
crisi epilettiche).
Nei pazienti con insufficienza renale o ipoproteinemia, si deve considerare
l'aumento dell'acido valproico in forma libera nel siero e, se necessario, la
dose deve essere ridotta.
Somministrazione
L'uso della formulazione a rilascio prolungato - Depakin chrono - permette di
ridurre le somministrazioni del farmaco a 1 - 2 volte al giorno. Inoltre la
possibilità di frazionare le compresse consente una maggior flessibilità
posologica.
Depakin chrono può essere utilizzato anche nei bambini, quando sono in
grado di assumere la forma in compresse, che peraltro possono essere frazionate.
Episodi di mania correlati al disturbo bipolare
Negli adulti:
li dosaggio giornaliero deve essere stabilito e controllato individualmente
dal medico.
La dose giornaliera iniziale raccomandata è di 750 mg. Inoltre, negli
studi clinici una dose iniziale di 20 mg di valproato/kg di peso corporeo ha
mostrato anch’essa un profilo di sicurezza accettabile. Le formulazioni
a rilascio prolungato possono essere somministrate una o due volte al giorno.
La dose deve essere aumentata il più rapidamente possibile in modo da
raggiungere la dose terapeutica più bassa con cui si ottiene l'effetto
clinico desiderato. La dose giornaliera deve essere adattata alla risposta per
stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente.
La dose giornaliera media solitamente varia fra 1000 e 2000 mg di valproato.
I pazienti che ricevono una dose giornaliera superiore a 43 mg/kg di peso corporeo
devono essere attentamente monitorati.
La continuazione del trattamento negli episodi di mania correlati al disturbo
bipolare deve essere stabilita su base individuale, alla dose minima efficace.
Nei bambini e negli adolescenti
Bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età:
Depakin non deve essere usato in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni
di età per il trattamento della mania.
Sovradosaggio
In caso di ingestione/assunzione di una dose eccessiva di Depakin avvertire
immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale.
Segni e sintomi
Ai livelli terapeutici (50 100 µg/ml), l’acido valproico ha una
tossicita relativamente bassa. Molto raramente, intossicazione acuta da acido
valproico a livelli sierici superiori a 100 µg/ml si è verificato
negli adulti e nei bambini.
I segni di massivo sovradosaggio acuto generalmente comprendono coma con ipotonia
muscolare, iporeflessia, miosi, compromissione della funzione respiratoria,
acidosi metabolica, casi isolati di ipotensione, disturbi cardiovascolari e
ipernatremia.
In entrambi, adulti e bambini, alti livelli sierici causano anomali disturbi
neurologici, come ad esempio una maggiore tendenza a crisi epilettiche e cambiamenti
comportamentali.
In seguito a sovradosaggio passivo si sono verificati dei decessi, tuttavia
la prognosi delle intossicazioni è generalmente favorevole.
I sintomi comunque possono essere variabili e attacchi epilettici sono stati
riportati in presenza di livelli plasmatici molto elevati. Sono stati segnalati
casi di ipertensione intracranica collegata a edema cerebrale.
Trattamento
Nessun antidoto specificoé noto.
La gestione clinica del sovradosaggio deve quindi essere limitato a misure di
carattere generale volte a eliminazione delle tossine e al supporto delle funzioni
vitali.
Le misure da intraprendere a livello ospedaliero devono essere sintomatiche:
lavanda gastrica che può essere utile fino a 10-12 ore dopo l'ingestione;
monitoraggio cardiaco e respiratorio. ll naloxone è stato utilizzato
con successo in pochi casi isolati. In caso di massivo sovradosaggio, sono state
utilizzate con successo l'emodialisi e l’emoperfusione.
ln caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Depakin
avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale.
SE HA QUALSIASI DUBBIO SULL'USO DI DEPAKIN, RIVOLGERSI AL MEDICO O AL FARMACISTA.
Effetti indesiderati
Come tutti i medicinali, Depakin può causare effetti indesiderati sebbene
non tutte le persone li manifestino.
Molto comune: >= 1/10
Comune: >= 1/100 < 1/10
Non comune: >= 1/1.000, < 1/100
Raro: >=1/10.000, < 1/1.000
Molto raro: <= 10.000
- Patologie congenite, familiari e genetiche (vedere "Avvertenze
speciali - Gravidanza")
Rischio teratogeno (vedere "Avvertenze speciali - Gravidanza").
- Patologie epatobiliari
Non comune: dose-indipendente, grave (talvolta fatale) può verificarsi
disfunzione epatica. Nei bambini, in particolare in terapia in combinazione
con altri antiepilettici, il rischio di danno epatico è notevolmente
aumentato (vedere "Avvertenze speciali").
- Patologie gastrointestinali
Comuni: nausea, dolori alla parte superiore dell'addome, diarrea si verificano
in alcuni pazienti all’inizio dei trattamento, ma generalmente scompaiono
dopo qualche giorno senza interrompere il trattamento.
Non comuni: ipersalivazione.
Casi molto rari di pancreatite, talvolta letale (vedere "Avvertenze speciali
e Precauzioni per l'uso").
- Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: aumento dose-dipendente o perdita di peso, aumento dell’appetito
e perdita di appetito.
In uno studio clinico con 75 bambini, una ridotta attività biotinidasi
è stato osservato durante il trattamento con medicinali contenenti acido
valproico. Ci sono state anche segnalazioni di carenza di biotina. Casi molto
rari di iponatriemia. Sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH).
- Patologie del sistema nervoso
Comuni: dose-dipendente parestesie.
Non comuni: mal di testa, spasticità, atassia, in particolare all'inizio
del trattamento.
Rari stati confusionali; pochi casi di stato stuporoso e letargia, che qualche
volta hanno portato a coma transitorio (encefalopatia): erano casi isolati o
associali ad un aumento dell'incidenza di attacchi epilettici durante la tempia
e sono regrediti con l'interruzione del trattamento o con la diminuzione del
dosaggio. Questi casi sono stati riportati principalmente durante la terapia
combinata (in particolare con fenobarbital o topiramato) o dopo un brusco aumento
delle dosi di valproato.
Rarissimi casi di demenza reversibile associata ad atrofia cerebrale reversibile
sono stati riportati. È stato segnalato parkinsonismo isolato reversibile.
Sono stati segnalati casi di atassia con frequenza non comune (> 1/1.000,
< 1/100). Spesso sono stati riportati effetti indesiderati transitori e/o
dose-dipendenti: fine tremore posturale e sonnolenza.
Sono stati segnalati sedazione e disturbi extrapiramidali (incapacità
di stare fermi, rigidità, tremori, movimenti lenti, movimenti involontari,
contrazioni muscolari).
Può frequentemente presentarsi una moderata iperammoniemia isolata, senza
alterazione dei test di funzionalità epatica e ciò non deve essere
causa di interruzione del trattamento. Tuttavia in corso di monoterapia o di
politerapia (fenobarbitale, carbamazepina, fenitoina, topiramato) si può
avere una sindrome acuta di encefalopatia iperammoniemica, con normale funzione
epatica ed assenza di citolisi. La sindrome encefalopatica iperammoniemica indotta
dal valproato si manifesta in forma acuta ed è caratterizzata da perdita
della coscienza, stupore, debolezza muscolare (ipotensione muscolare), disturbi
motori (discinesia choreoid), gravi mutamenti generalizzali nel EEG e segni
neurologici focali e generali con incremento della frequenza degli attacchi
epilettici. Può comparire dopo alcuni giorni o alcune settimane dall'inizio
della terapia e regredisce non la sospensione del valproalo. L’encefalopatia
non è dose-correlata, e i cambiamenti dell'EEG sono caratterizzati da
comparsa di onde lente e incremento delle scariche epilettiche.
- Disturbi psichiatrici
Non comuni: irritabilità, iperattività e confusione, in particolare
all'inizio del trattamento (occasionalmente aggressività, disturbi comportamentali).
Le allucinazioni sono state osservate.
- Patologie del sistema emolinfopoietico
Comparsa frequente di trombocitopenia, rari casi di anemia, neutropenia, leucopenia
o pancitopenia, ipoplasia dei globuli rossi. Insufficienza midollare inclusa
aplasia midollare pura a carico dei globuli rossi. Agranulocitosi.
Non comuni: edema periferico, sanguinamento.
Sono stati riportati casi isolati di riduzione del fibrinogeno, carenza del
fattore VIII (fattore von Willebrand) e di allungamento del tempo di sanguinamento,
generalmente senza segni clinici associati e in particolare con alte dosi (il
valproato ha un effetto inibitore sulla seconda fase dell'aggregazione piastrinica)
(vedere anche "Avvertenze speciali -Gravidanza").
- Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Rash. Molto raramente necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson,
eritema multiforme. È stata spesso riportata alopecia transitoria e (o)
dose-correlata.
- Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Amenorrea e dismenorrea, elevati livelli di testosterone. Sono stati segnalati
casi di frequenza dell'ovaio policistico in pazienti che hanno avuto un significativo
aumento di peso.
- Patologie vascolari: è stata riportata la comparsa
di vasculiti.
- Patologie dell'orecchio e del labirinto: raramente è
stata riportata sordità, sia reversibile che irreversibile. Tinnito.
- Patologie renali e urinarie: ci sono state segnalazioni isolate
di sindrome di Fanconi reversibile, il meccanismo di azione non è ancora
chiaro. Sono stati segnalati casi molto rari di enuresi.
- Disturbi del sistema immunitario: Angioedema, sindrome da
Rush da Farmaci con Eosinofilia e Sintomi Sistemici (DRESS), reazioni allergiche.
Rari: lupus eritematoso.
- Disturbi generali: sono stati riportali casi molto rari di
edema periferico non grave.
Aumento di peso. Poiché l'aumento di peso costituisce un fattore di rischio
per la sindrome dell'ovaio policistico deve venire attentamente monitorato (vedere
Avvertenze speciali e Precauzioni per l'uso).
- Patologie del sistema muscloscheletrico e del tessuto connettivo
Ci sono state segnalazioni di diminuzione della densità minerale ossea,
osteopenia, osteoporosi e fratture nei pazienti in terapia a lungo termine con
Depakin. Il meccanismo con cui Depakin influenza il metabolismo delle ossa rimane
poco chiaro.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati relativi al S.N.C. e il possibile
rischio teratogeno, questi potrebbero avere un'incidenza minore rispetto a quelli
che si presentano dopo somministrazione di Depakin. Infatti Depakin chrono ha
un profilo plasmatico più regolare, con minori fluttuazioni delle concentrazioni
di acido valproico per riduzione dei livelli dei picchi (Cmax) e con livelli
di "cavo" immodificati.
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio
di effetti indesiderati.
Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava, o se nota la comparsa
di un qualsiasi effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo,
informi il medico o il farmacista.
Scadenza e conservazione
Scadenza: vedere la data di scadenza riportata sulla confezione.
La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente
conservato.
Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza riportata
sulla confezione.
I medicinali non devono essere gettati nell'acqua di scarico e nei rifiuti domestici.
Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più.
Questo aiuterà a proteggere l'ambiente.
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
Composizione
Depakin chrono 300 mg compresse a rilascio prolungato
Una compressa contiene
Principio attivo: sodio valproato 199,8 mg - acido valproico
87,0 mg, corrispondenti a 300 mg di sodio valproato
Eccipienti: ipromellosa, silice colloidale idrata, saccarina
sodica, poliacrilato dispersione 30%, macrogol 6000, talco, titanio diossido.
Depakin chrono 500 mg compresse a rilascio prolungato
Una compressa contiene
Principio attivo: sodio valproato 333 mg - acido valproico
145 mg, corrispondenti a 500 mg di sodio valproato
Eccipienti: ipromellosa, silice colloidale anidra, silice colloidale
idrata, saccalina sodica, poliacrilato dispersione 30%, macrogol 6000, talco,
titanio diossido.
Forma farmaceutica e contenuto
300 mg compresse a rilascio prolungato - 30 compresse divisibili 500 mg compresse
a rilascio prolungato - 30 compresse divisibili
Titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio:
sanofi-aventis france S.A. - Parigi (F)
Rappresentante per l'Italia
sanofi-aventis S.p.A. - Viale L. Bodio, 37/8 - Milano
Produttore
SANOFI WINTHROP INDUSTRIE - l, Rue de la Vierge - Ambarès (Francia)
SANOFI-SYNTHELABO Ltd - Fawdon Manufacturing Centre Edgefield Avenue Newcastle
Upon Tyne NE3 3TT (UK)
Revisione del foglio illustrativo da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco: Febbraio 2012