Sovradosaggio: l’ingestione fino a 500 mg di sibutramina ha determinato un incremento della frequenza cardiaca pari a 160 battiti al minuto. In caso di sovradosaggio istituire una terapia sintomatica: mantenimento della pervietà delle vie aeree, della funzionalità cardiovascolare e normalizzazione dei parametri vitali. La somministrazione precoce di carbone vegetale può ridurre l’assorbimento gastrointestinale della sibutramina, eventualmente effettuare lavanda gastrica; in caso di ipertensione o tachicardia, potrebbe essere indicato l’uso di beta bloccanti.
Cancerogenicità: la sibutramina, non è risultata cancerogena in animali da laboratorio di sesso femminile (ratto, topo); nei ratti di sesso maschile è stata associata ad un aumento dell’incidenza di tumori benigni delle cellule interstiziali testicolari.
Mutagenicità: la sibutramina non è risultata mutagena in nessuno dei test effettuati. I suoi due principali metaboliti attivi, M1 e M2, hanno mostrato una certa attività mutagena nel test di Ames, ma tale risultato non è stato confermato nel corso di ulteriori indagini.
Tossicità riproduttiva: l’FDA pone la sibutramina in classe C di rischio teratogeno (farmaci per i quali studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto (teratogenico, letale o altro) e non ci sono studi controllati in donne oppure non sono disponibili studi né sull’uomo né sull’animale. Il farmaco dovrebbe essere somministrato solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto). In vivo la sibutramina è stata messa in correlazione con anomalie cardiovascolari fetali, scheletriche (sottilissima ossificazione tra l’osso mascellare e zigomatico) e vasali (differenze nella spaziatura delle radici di alcune piccole arterie dall’arco aortico).
Sono scarsi i dati relativi agli effetti della sibutramina sulla gravidanza umana. Il primo studio pubblicato, riporta due casi di donne esposte a sibutramina tra la quarta e l’ottava settimana di gravidanza: entrambe hanno dato alla luce bambini sani (Kadioglu et al., 2004). In uno studio successivo, a seguito della somministrazione di sibutramina a 10 donne durante la gravidanza, si sono avuti 7 bambini nati vivi, 2 aborti spontanei, 1 aborto indotto, nessuna malformazione (Einarson et al., 2004). L’assenza di malformazioni fetali è stata confermata da un terzo studio, più ampio, che ha coinvolto 52 donne trattate con sibutramina durante il primo trimestre di gestazione. E’ emerso però nel gruppo trattato un maggior numero di parti prematuri e di casi di preeclampsia, ma la presenza di fattori di rischio per ipertensione nelle donne trattate con sibutramina e l’inadeguatezza del gruppo di controllo possono aver influito sui risultati (De Santis et al., 2006). Sebbene dalla letteratura non provengano evidenze di teratogenicità, il farmaco non deve essere utilizzato in gravidanza perchè i dati disponibili sono insufficienti per poter affermare la sua sicurezza; inoltre, una perdita di peso durante la gravidanza, può causare difetti del tubo neurale nel nascituro (Robert et al., 1995).