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Piroxicam

Feldene, Brexin e altri

Tossicità - Qual è la tossicità di Piroxicam?

Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio da piroxicam possono comparire sonnolenza, cefalea, nausea, vomito, dolore epigastrico, ulcerazioni a livello del sistema gastrointestinale; raramente si sono verificati insufficienza renale acuta, ipertensione, depressione respiratoria.
Il trattamento prevede la somministrazione di carbone attivo per ridurre l’assorbimento; anti-H2 (cimetidina, ranitidina) oppure antiacidi per minimizzare l’irritazione gastrica. L’emodialisi non sembra aumentare l’eliminazione del piroxicam, a causa dell’elevata percentuale di farmaco legata alle proteine sieriche.

Tossicità cronica: negli animali trattamenti prolungati con piroxicam ad alte dosi hanno provocato necrosi papillare renale e lesioni del sistema gastroenterico; nell’impiego clinico del piroxicam la rilevanza di tali effetti è minima, poichè gli animali sono stati esposti a dosi equivalenti a 60 volte la dose indicata per l’uomo.

Tossicità riproduttiva: negli animali di laboratorio la somministrazione di FANS è stata associata ad incremento di parti prematuri, distocie, mortalità embrio-fetale; la gastrotossicità del piroxicam sembra essere maggiore nell’ultimo trimestre di gravidanza rispetto al primo.
Nell’uomo l’inibizione della sintesi prostaglandinica può influenzare negativamente la gravidanza e lo sviluppo embriofetale. In base a dati epidemiologici, il rischio di aborto e malformazione cardiaca e di gastroschisi risulta aumentato dopo la somministrazione di FANS nelle prime fasi della gravidanza. In particolare il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumenta da < 1% a circa 1,5%; si ritiene che il rischio aumenti con l’aumentare della dose e con la durata della terapia. La somministrazione di FANS durante l’ultimo trimestre di gravidanza è stata associata, per il feto, a tossicità cardiopolmonare (chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare) e disfunzione renale che può evolvere verso l’insufficienza renale con oligo-idroamnios; per la madre e il neonato a possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante a dosi di farmaco anche molto basse; ad aumentata incidenza di distocia e ritardo di parto (AIFA, 2006). La FDA ha inserito il piroxicam in classe C per l’impiego durante la gravidanza; la classe C comprende i farmaci i cui studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto e per i quali non sono disponibili studi specifici sull’uomo, e i farmaci per i quali non sono disponibili studi nè sull’uomo nè sull’animale. La somministrazione di piroxicam in gravidanza deve essere riservata ai casi di effettiva necessità, dopo un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici connessi all’uso del farmaco.

DL50: piroxicam dopo somministrazione orale: 260 mg/kg (ratto), 360 mg/kg (topo), 700 mg/kg (cane). Dopo somministrazione intraperitoneale: 220 mg/kg (ratto), 360 mg/kg (topo). Dopo somministrazione rettale: 400 mg/kg (ratto).
Piroxicam beta-ciclodestrina (dosi espresse in mg di piroxicam) dopo somministrazione orale: circa 300 mg/kg (ratto maschio), circa 160 mg/kg (ratto femmina), 158 mg/kg (topo), circa 270 mg/kg (maiale), 232 mg/kg (coniglio). Dopo somministrazione rettale: maggiore di 214 mg/kg (ratto maschio), circa 210 mg/kg (ratto femmina) (Cadel, Bongrani, 1990).