Le possibili manifestazioni avverse dovute all’assunzione di paritaprevir sono associate a quelle dell’assunzione contemporanea di ombitasvir, ritonavir e dasabuvir, con o senza ribavirina.
Nell’ambito di due studi clinici di valutazione della sicurezza della somministrazione di ombitasvir/paritaprevir/ritonavir in terapia di combinazione con dasabuvir, con o senza ribavirina, una percentuale pari allo 0,2% dei pazienti ha interrotto il trattamento, a causa degli effetti avversi, mentre il 4,8% ha diminuito la dose di ribavirina assunta (Feld et al., 2014; Ferenci et al., 2014).
Dermatologici: (molto comune: >10%) prurito.
Ematici: (comune: 1-10%) anemia.
I pazienti sottoposti a trapianto di fegato sono quelli maggiormente a rischio di anemia: nello studio di riferimento il 29,4% dei pazienti ha mostrato valori di emoglobina inferiori a 10 g/dl (Kwo et al., 2014).
Epatici: (comuni: 1-10%) innalzamento dei livelli di bilirubina, innalzamento dei livelli di transaminasi epatiche (ALT); la sorveglianza postmarketing ha evidenziato eventi di scompenso epatico.
Gastrointestinali: (molto comune: >10%) nausea.
Sistemici: (molto comuni: >10%) insonnia, astenia e affaticamento.
Nel periodo tra novembre 2013 e luglio 2016 sono stati segnalati 24 casi di riattivazione del virus dell’epatite B in pazienti coinfettati HBV-HCV e trattati con farmaci antivirali diretti per la terapia dell’epatite C a cui appartiene anche paritaprevir. La riattivazione del virus dell’epatite B ha determinato epatite fulminante, insufficienza epatica, morte (2 casi). Il meccanismo con cui si ha la riattivazione del virus dell’epatite B in corso di trattamento con gli antivirali ad azione diretta non è noto (Food and Drug Administration – FDA, 2016).