Politerapia: il ledipasvir è sempre prescritto nell’ambito di una terapia di combinazione con altri farmaci antivirali.
Dosi dimenticate: una dose di ledipasvir può essere assunta entro 18 ore dal normale orario di assunzione, altrimenti non deve essere assunta e si attende sino alla dose successiva.
Pazienti infetti da HCV di genotipo 3: gli studi sull’utilizzo del ledipasvir nei pazienti infetti da virus dell’epatite C (HCV) di genotipo 3 sono ridotti. Si consiglia di somministrare ledipasvir/sofosbuvir in associazione a ribavirina per 24 settimane.
Pazienti infetti da HCV di genotipo 5 o 6: non sono stati condotti studi sull’utilizzo del ledipasvir nei pazienti di genotipo 5 o 6 con cirrosi o sottoposti a trapianto di fegato.
Bradicardia severa: ci sono state segnalazioni di eventi di bradicardia e blocco cardiaco in seguito all’utilizzo di sofosbuvir in associazione ad altri antivirali ad azione diretta, come ledipasvir, durante una terapia con amiodarone. Pertanto si consiglia di prescrivere antiaritmici diversi dall’amiodarone ai pazienti in corso di terapia con ledipasvir (Rubin, 2015).
Ri-trattamento: è stato osservato che i pazienti non responsivi al trattamento con ledipasvir presentano infezioni da HCV con mutazioni che rendono la proteina virale NS5A resistente al trattamento. Non si conoscono gli effetti del trattamento successivo con ledipasvir in pazienti già trattati con gli stessi farmaci o altri inibitori della proteina NS5A.
Terapia con induttori della glicoproteina-P: la somministrazione di farmaci che inducono la glicoproteina-P di trasporto (rifampicina, carbamazepina, fenitoina) insieme al ledipasvir può ridurre la concentrazione plasmatica di quest’ultimo, risultando in un minore effetto terapeutico.
Terapia con statine: le statine devono essere usate con cautela insieme al ledipasvir, che ne causa un innalzamento dei livelli circolanti, esponendo il paziente a rischio di miopatia. La somministrazione di rosuvastatina è controindicata.
Terapia con farmaci antiretrovirali: si consiglia di monitorare le condizioni cliniche dei pazienti che seguono una terapia con farmaci antiretrovirali diretti contro il virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana), quali elvitegravir, cobicistat, emtricitabina, tenofovir, insieme alla terapia con il ledipasvir.
Co-infezione da HBV: la terapia con ledipasvir non è stata studiata in pazienti co-infetti da HCV e virus dell’epatite B (HBV) nelle sperimentazioni cliniche condotte per l’approvazione del princio attivo. In fase postmarketing, nel periodo novembre 2013-luglio 2016, sono stati segnalati 24 casi di riattivazione dell’infezione da epatite B in pazienti coinfettati HBV-HCV e trattati con farmaci antivirali diretti, classe a cui appartiene il ledipasvir. La riattivazione dell’epatite B ha provocato insufficienza epatica, epatite fulminante, morte (2 casi). In seguito a queste segnalazioni, l’Agenzia americana che si occupa di farmaci (Food and Drug Administration – FDA) ha richiesto l’inserimento di un’avvertenza di primo grado (boxed warning) per tutti i farmaci antivirali ad azione diretta per l’HCV (Food and Drug Administration – FDA, 2016).
A Marzo 2016 l’Agenzia europea per i medicinali (EMA, European Medicines Agency) ha avviato una revisione per i farmaci ad azione antivirale diretta sul rischo di riattivazione dell’epatite B in pazienti coinfettati e su un’eventuale tossicità epatica (European Medicines Agency -EMA, 2016, Reig et al., 2016).
I pazienti in terapia con farmaci antivirali diretti, che hanno avuto o hanno anche un’infezione da HBV, devono essere strettamente monitorati sia durante la terapia che successivamente. La FDA raccomanda: a) prima di iniziare la terapia con gli antivirali diretti per il trattamento dell’epatite C, la misurazione dell’antigene di superficie HBsAg e dell’anticorpo HBcAb o anti-HBc e, nei pazienti con evidenza sierologica di infezione da HBV, la determinazione della carica virale (HBV DNA); b) durante la terapia per l’epatite C e nei mesi successivi il monitoraggio di segni di infiammazione epatica (transaminasi, bilirubina) o riattivazione virale (antigeni virali, carica virale) in tutti i pazienti che hanno avuto o hanno infezione da HBV (Food and Drug Administration – FDA, 2016).
Compromissione renale: il profilo di sicurezza del ledipasvir in pazienti affetti da disfunzione renale non è stato studiato.
Popolazione pediatrica: l’utilizzo di ledipasvir in bambini e adolescenti non è stato studiato.
Lattosio: la formulazione medicinale del ledipasvir contiene lattosio ed è, pertanto, controindicata in caso di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.
Nota:
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