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Cocaina

Tossicità - Qual è la tossicità di Cocaina?

Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio, la cocaina può provocare gravi effetti cardiovascolari quali aritmie, ischemie, infarti, miocarditi, insufficienze cardiache congestizie ad alta gittata, miocardiopatie dilatative.
La cocaina può inoltre provocare ischemia neuronale transitoria, infarto dell’encefalo, convulsioni, iperpiressia e depressione respiratoria, ictus. Procedere ad assistenza respiratoria immediata e somministrare nalossone; se il farmaco è stato somministrato per via orale, procedere a lavanda gastrica e all’assunzione di carbone attivo per ridurne l’assorbimento; somministrare diazepam in caso di crisi convulsive.
In caso di ipertermia procedere all’assunzione di dantrolene (Loper, 1989).

Tossicità d’abuso: l’uso prolungato di cocaina può portare a complicanze:
• cardiovascolari: cardiopatia ischemica, infarto del miocardio, dolore toracico, cardiomiopatia, aritmie, endocardite, miocardite, edema polmonare cardiogenico, ipertensione arteriosa, dissecazione aortica, flebiti, tromboflebiti;
• gastrointestinali: infiammazioni della mucosa orale (stomatiti) e della lingua (glossiti), ischemia, infarto o perforazione intestinali, colite, infarto della milza, epatopatia;
• muscoloscheletrici: rabdomiolisi;
• neurologiche: cefalea, convulsioni, ictus, movimenti involontari, vasculiti, delirio di agitazione, atrofia cerebrale;
• polmonari: sintomatologia acuta respiratoria (tosse, dispnea, emottisi), asma, malattia eosinofila polmonare e polmonite interstiziale, accumulo di gas nella cavità toracica, pleurica o pericardica, edema polmonare, emorragia ed infarto polmonare, embolia polmonare, “crack lung” (sindrome polmonare acuta associata all’inalazione di cocaina, i cui sintomi principali sono febbre, broncospasmo, tosse con emissione di sangue, dispnea, dolore toracico), bronchiolite obliterante, danno acuto delle vie respiratorie;
• psichiatriche: manie di persecuzione, allucinazioni visive, uditive e olfattive, deliri, perdita di controllo dei propri impulsi e disorientamento;
• renali: insufficienza renale acuta, infarto renale, presenza di mioglobina, pigmento muscolare di colore rosso, nelle urine (mioglobinuria, sintomo di processi distruttivi a carico del muscolo striato);
• riproduttive: rottura placentare, placenta previa, preeclampsia, aborto spontaneo, ritardo dello sviluppo e della crescita intrauterini, prematurità, sindrome da morte improvvisa neonatale, basso peso alla nascita, anomalie congenite, diminuzione della libido, impotenza, alterazioni del ciclo mestruale;
• sistemiche: aumento della temperatura corporea, acidemia.

Attualmente non sono disponibili terapie farmacologiche approvate per il trattamento della dipendenza da cocaina. Negli studi clinici hanno dato risultati positivi farmaci ad attività dopaminergica e GABA-ergica, antagonisti degli adrenorecettori, vasodilatatori e terapie immunologiche.

E’ stato osservato come la dopamina giochi un ruolo importante nei processi che determinano l’impulso irrefranibile (compulsivo) ad assumere la sostanza (craving). Studi preclinici infatti hanno riscontrato che gli effetti di rinforzo della cocaina che promuovono il suo abuso sono mediati dal blocco del trasportatore della dopamina a livello presinaptico. Questo produce un aumento dell’attività della dopamina nei sistemi cerebrali della ricompensa a livello mesolimbico e del nucleo accumbens, che si traduce, a livello clinico, nella necessità di assunzione della droga. Il legame della cocacina con il trasportatore della dopamine (DAT, Dopamine Transporter) determina l’inattivazione del trasportatore stesso con conseguente aumento della concentrazione del neurotrasmettitore a livelli sinaptico. La cocaina esplica attività inibente anche sui trasportatori della serotonina e della noradrenalina. I farmaci che hanno affinità per il DAT determinano effetti simili a quelli della cocacina.

I farmaci in sperimentazione per il trattamento della dipendenza da cocaina comprendono (Serpelloni et al., 2006):
1) farmaci con eleva affinità per il DAT, ma con attività che riduce gli effetti cocaino-simili (rimcazolo)
2) farmaci che funzionano come sostituti della cocaina attarverso la produzione di effetti mediati dalla dopamina (agonisti) (destroamfetamina solfato, levodopa e carbidopa, cabergolina, amantadina, disulfiram);
3) farmaci con attività antidopaminergica (antagonisti)
4) farmaci che modulano gli effetti della cocaina attraverso l’azione su altri siti recettoriali (reserpina, sostanze con attività GABA-ergica quali vigabatrin, baclofen, topiramato, tiagabina; sostanze che riattivano i circuiti del glutamato come il modafinil; memantina, N-acetilcisteina, atomoxetina );
5) farmaci stabilizzatori dell’umore (lamotrigina, acido valproico, neurolettici atipici)
6) farmaci che agiscono modificando la farmacocinetica della cocacina (potenziamento degli enzimi che catabolizzano la cocacina come la butirilcolinestarasi).

Sindrome da astinenza: la sospensione improvvisa della cocaina assunta in dosi ripetute può determinare l’insorgenza di sindromi di astinenza; tale effetto si articola in differenti fasi successive.
La prima fase è caratterizzata da intensa depressione, agitazione, irrequietezza. Dopo 1-4 ore il desiderio di assunzione del farmaco viene sostituito dal desiderio di dormire; questo porta spesso, nel tentativo di ridurre lo stato di agitazione e di indurre sonno, all’autosomministrazione di benzodiazepine, sedativi, oppiacei, marjuana o alcool.
La seconda fase è caratterizzata dallo sviluppo di effetti opposti a quelli indotti dalla cocaina: si ha senso di affaticamento e anedonia che si aggravano progressivamente nelle successive 12-96 ore.
Nella fase successiva, detta di estinzione, si manifestano episodi evocati dal ricordo dell’euforia indotta dalla somministrazione di cocaina; durante questa fase, il paziente avverte un forte desiderio di ricorrere allo stimolante.
In caso di sindrome da astinenza interrompere immediatamente la somministrazione di cocaina e ricorrere all’intervento di medici specializzati e a una terapia farmacologica adeguata.

Tossicità riproduttiva: in ambito medico, la cocaina è posta in classe C di rischio teratogeno (in questa classe vengono collocati i farmaci che negli studi su animali hanno determinato effetti avversi nel feto e per i quali non ci sono studi controllati in donne gravide; oppure, i farmaci che non sono stati testati nè sugli animali nè sulle donne. I farmaci di questa classe possono essere somministrati durante la gravidanza solo se il beneficio derivante dal loro impiego giustifica il rischio per il feto).
Tuttavia, è noto che l’abuso di cocaina durante la gravidanza determina una maggiore tendenza ad aborti spontanei nel primo trimestre, a subire il distacco prematuro o l’infarto della placenta e a indurre la morte del feto in gravidanza avanzata; può indurre l’insorgenza improvvisa di contrazioni uterine, tachicardia fetale e attività fetale eccessiva (Ryan et al., 1987); espone sia la madre sia il bambino ad un maggior rischio di emorragia intracranica ed aumenta la frequenza di morte improvvisa del lattante; può aumentare il rischio di difetti urogenitali e di altre anomalie del feto (Adverse Drug reaction Bullettin, 2002).