La vitamina E (tocoferolo) è un composto scoperto per la prima volta nel 1922, quando è stato identificato come nutriente indispensabile per la riproduzione nei ratti (Evans, Bishop, 1922).
Con il termine vitamina E si indica un gruppo di molecole liposolubili che mostrano una potente attività antiossidante: i tocoferoli alfa, beta, gamma e delta. Il tocoferolo alfa rappresenta la forma naturale e più abbondante della vitamina E.
In particolare il tocoferolo alfa è uno scavenger (“spazzino”) nei confronti del radicale perossilico. I radicali sono molecole che, possedendo un elettrone spaiato nel loro strato più esterno, sono instabili e tendono a reagire con altre molecole, rubando ad esse un elettrone e creando, quindi, altri radicali instabili, originando una serie di reazioni a catena.
Il tocoferolo alfa agisce da terminatore di catena e, in questo modo, combatte lo stress ossidativo cellulare (Traber, Atkinson, 2007).
La vitamina E, grazie all’azione antiossidante scavenger e alla sua caratteristica liposolubilità, svolge un’azione protettiva verso la formazione di lipidi perossidati, stabilizzando le membrane cellulari (composte da fosfolipidi).
L’insufficienza di vitamina E può essere dovuta a un’assunzione limitata, per problemi nell’assorbimento dei grassi, oppure a difetti nel gene che codifica una proteina importante nella regolazione del tocoferolo alfa (TTPA-alpha tocopherol transfer protein). La mancanza di vitamina E porta a una condizione di neuropatia periferica, dovuta alla progressiva perdita di motoneuroni a causa della mancanza di vitamina E nei nervi, che, causando l’aumento di lipidi perossidati, conduce all’apoptosi cellulare (Traber et al., 1987).
L’evento della perossidazione lipidica, che è la formazione di lipidi contenenti un doppio legame tra due atomi di ossigeno, altamente reattivi perché contenenti un elettrone spaiato, rientra nel fenomeno dello stress ossidativo e può avere diverse conseguenze dannose per l’organismo. La presenza di molecole danneggiate, infatti può favorire l’invecchiamento cellulare, lo sviluppo di malattie cardiovascolari, la trasformazione cellulare e la carcinogenesi. Si ritiene, dunque, che l’assunzione di vitamina E abbia un effetto protettivo e preventivo rispetto alle malattie cardiovascolari, il processo aterosclerotico e il cancro (Lobo et al., 2010).
Una metanalisi condotta su 13 studi osservazionali ha osservato una correlazione inversa tra l’assunzione di vitamina E e il rischio di sviluppo di cancro al rene (Shen et al., 2015).
Per quanto riguarda la prevenzione dell’aterosclerosi e delle patologie cardiovascolari è stato osservato che il processo di aterosclerosi è inibito grazie alla prevenzione dell’ossidazione delle particelle LDL (lipoproteine a bassa densità). Un ruolo molto importante in questo processo è svolto dal tocoferolo gamma; (Esterbauer et al., 1991; Mathur et al., 2015).
In associazione alla vitamina A la vitamina E è importante per prevenirne l’ossidazione, in modo che la sua funzionalità sia preservata e si abbia un più duraturo effetto terapeutico di protezione dalla degenerazione di tessuti quali la retina.