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Venlafaxina

Efexor, Zarelis e altri

Interazioni - Quali sono le interazioni farmacologiche di Venlafaxina?

La venlafaxina è un debole inibitore dell'isoenzima citocromiale CYP2D6; in vitro non ha mostrato attività inibitoria verso CYP3A4, 1A2 e 2C19.

Aloperidolo: la venlafaxina ne aumenta l'AUC (70%) e il picco plasmatico (88%) e ne riduce la clearance orale totale (42%) senza modificarne l'emivita. La co-somministrazione richiede cautela.

Amitriptilina: la combinazione di amitriptilina e venlafaxina può favorire il rischio di tossicità serotoninica anche quando fra la somministrazione dell'uno e dell'altro farmaco è lasciato un periodo di “wash out”. E' stata infatti segnalata sindrome serotoninergica dopo somministrazione di amitriptilina in un paziente che aveva sospeso da 2 settimane una terapia con venlafaxina (Perry, 2000).

Anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici (FANS, ASA, ticlopidina): in associazione a citalopram può aumentare il rischio di sanguinamento (gli SSRI sono considerati farmaci gastrolesivi). L'associazione di SSRI, inclusa venlafaxina, e FANS è associata ad un rischio assoluto di sanguinamento gastrointestinale superiore di 1 ogni 80 pazienti trattati per anno; l'associazione di SSRI, inclusa venlafaxina, più asa è associata ad un rischio assoluto di 1 ogni 200 pazienti trattati per anno contro un rischio assoluto per SSRI in monoterapia di 1 paziente ogni 300 trattati per anno e un rischio di FANS in monoterapia di 1 paziente ogni 200 trattati per anno (Patron, Ferrier, 2005).

Antidepressivi triciclici: in associazione a venlafaxina possono manifestarsi convulsioni.

Antimalarici: il produttore dell'associazione artemere più lumefrantina raccomanda di evitare la somministrazione con venlafaxina.

Atomoxetina: in associazione con venlafaxina si può verificare un aumento del rischio di convulsioni da atomoxetina.

Cimetidina: in condizioni di steady state la cimetidina inibisce il metabolismo di primo passaggio epatico della venlafaxina. L'interazione non sembra alterare il profilo farmacocinetico del metabolita O-demetilato deell'antidepressivo. Da un punto di vista clinico, la co-somministrazione dei due farmaci potrebbe tradursi in un incremento leggero degli effetti farmacologici della venlafaxina, che tendono a diventare più pronunciati in caso di pazienti anziani, epatopatici o ipertesi.

Clozapina: in associazione con venlafaxina sono stati osservati aumenti dei livelli ematici di clozapina associati a tossicità neurologica (convulsioni).

Dexamfetamina: in associazione a venlafaxina può verificarsi sindrome serotoninergica. Un paziente in terapia con venlafaxina (75 mg/die per 7 giorni, seguiti da 150 mg/die) e dexamfetamina (5 mg tid) ha manifestato sintomi riconducibili a sindrome serotoninergica, responsivi al trattamento con ciproeptadina, dopo 2 settimane dall'inizio del trattamento con l'SNRI (Prior et al., 2002).

Desipramina: la venlafaxina aumenta di circa il 35% il picco plasmatico, la concentrazione di valle e l'AUC della desipramina e di circa 2,5-4,5 volte l'AUC della 2-OH-desipramina.

Diazepam: non è stata osservata interazione farmacocinetica fra diazepam e venlafaxina. Quest'ultima non ha modificato gli effetti psicomotori e psicometrici indotti dal diazepam (Troy et al., 1995).

Duloxetina: la venlafaxina potrebbe aumentare gli effetti serotoninergici della duloxetina.
Entacapone: la co-somministrazione con venlafaxina non è raccomandata.

Etanolo: non è stata osservata interazione farmacodinamica fra venlafaxina e consumo di alcool (deterioramento delle capacità mentali e motorie). Si raccomanda comunque di non assumere alcool durante la terapia acon antidepressivi.

Farmaci alfa e beta simpaticomimetici (adrenalina, noradrenalina, dopamina): non devono essere somministrati per via parenterale nei pazienti in terapia con venlafaxina per il rischio di attacchi ipertensivi e aritmia cardiaca. La somministrazione sottocutanea o gengivale è attuabile ma richiede estrema cautela (Prescr. Int., 1998).

Farmaci che inibiscono il CYP2D6: l'isoenzima citocromiale CYP2D6 è resposabile della conversione della venlafaxina nel suo metabolita principale, O-demetilvenlafaxina, farmacologicamente attivo. Ci si aspetta quindi che farmaci che inibiscono tale isoenzima provochino un aumento dei livelli di venlafaxina e una riduzione di quelli del metabolita. L'entità di questa variazione è risultata difatto sovrapponibile a quella osservata per i metabolizzatori “normali” e “lenti” del CYP2D6 che non comporta effetti clinici rilevanti.

Ketoconazolo: la somministrazione di una dose singola di 50 mg di venlafaxina in pazienti trattati con ketoconazolo 100 mg bid ha determinato un aumento dell'esposizione sistemica della venlafaxina. In particolare il picco plasmatico della venlafaxina è aumentato del 26% e del 48% rispettivamente nei Metabolizzatori normali e lenti e l'AUC è aumentato, rispettivamente del 21% e del 70%. Il picco plasmatico del metabolita attivo è aumentato del 14% e del 29% nei metabolizzatori normali e lenti e l'AUC del 23% e del 33%. Considerando complessivamente la venlafaxina più la O-demetilvenlafaxina, l'AUC delle due specie molecolare è aumentato del 23ù edel 53% nei pazienti metabolizzatori normali e lenti. Poiché il ketoconazolo è un potente inibitore del CYP3A4, si raccomanda cautela quanto farmaci potenti inibitori di questo isoenzima sono somministrati in associazione a venlafaxina.

Imipramina: la venlafaxina non modifica la farmacocinetica dell'imipramina e del suo derivato 2-OH-imipramina. L'imipramina non altera, a sua volta, la farmacocinetica della venlafaxina e del derivato O-demetilvenlafaxina.

Indinavir: la venlafaxina ne diminuisce picco plasmatico (36%) e AUC (28%). L'indinavir non ha invece modificato il profilo farmacocinetico di venlafaxina. Il significato clinico dell'interazione farmacologica non è noto.

Iperico: in associazione a venlafaxina potrebbe verificarsi sindrome serotoninergica. L'associazione non è raccomandata.

Linezolid: questo antibiotico è un inibitore competitivo reversibile delle monoaminossidasi. In associazione a farmaci che agiscono sul sistema della serotonina, inclusa venlafaxina, può aumentare il rischio di sindrome serotoninergica.

Litio: la co-somministrazione di litio e venlafaxina non comporta alterazioni del profilo farmacocinetico per le due molecole.

MAO-Inibitori: in co-somministrazione con venlafaxina aumenta il rischio di sindrome serotoninergica. Il rischio è più elevato con MAO-inibitori non selettivi e A-selettivi; è meno frequente con MAO inibitori B-selettivi (selegilina, rasagilina). La co-somministrazione è controindicata. Lasciar intercorrere almeno 2 settimane di tempo fra la fine della terapia con MAO-inibitore e l'inizio di quella con venlafaxina e almeno una settimana fra la fine della terapia con venlafaxina e l'inizio di quella con MAO-inibitori.

Metoclopamide: in associazione a venlafaxina è stata segnalata tossicità serotoninica (Fisher, Davis, 2002).

Metoprololo: la co-somministrazione di venlafaxina (50 mg bid per 8 giorni) e metoprololo (100 mg/die per 5 giorni) ha determinato un aumento della concentrazione plasmatica del meoprololo del 30-40% ma non del suo metabolita attivo. Clinicamente questo si è tradotto in una diminuzione degli effetti antipertensivi del beta-bloccante. Il profilo farmacocinetico della venlafaxina non è stato modificato dalla co-somministrazione.

Oppioidi: gli oppioidi derivanti dalla fenilpiperidina (petidina, tramadolo, metadone e fentanil) sono deboli inibitori della ricaptazione della serotonina. E' noto che questi farmaci in associazione agli SSRI possono scatenare sindrome serotoninergica; il rischio potrebbe sussistere anche per venlafaxina. In letteratura è riportato un caso di possibile interazione fra l'SNRI e il tramadolo (Prescr. Int., 2004).

Risperidone: la venlafaxina ne ha aumentato l'AUC (+32%) senza modificare in modo significativo la farmacocinetica della porzione totale attiva (risperidone più 9-idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non è noto.

Sibutramina: aumento del rischio di tossicità sul sistema nervoso centrale in caso di associazione con farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina (aumento del rischio di sindrome serotoninergica). La co-somministrazione non è raccomandata.

Trazodone: in associazione a venlafaxina è stata riportata sindrome serotoninergica (McCue, Joseph, 2001).

Triptani: la co-somministrazione di venlafaxina e triptani può indurre un aumento del rischio di sindrome serotoninergica. Uno studio del 2018 ha valutato il rischio di tale sindrome in un campione di popolazione a cui erano stati co-prescritti triptani e antidepressivi SNRI. Dall’analisi dei dati l’incidenza di sindrome serotoninergica è risultata rara, pari a 0-4 casi per 10mila persone anno di esposizione ad entrambi i farmaci (Orlova et al., 2018).

Valeriana: in associazione a venlafaxina si potrebbe verificare tossicità neuologica (es. delirio) ed epatica.

Warfarin: la venlafaxina ne può aumentare gli effetti anticoagulanti (incremento del tempo di protrombina, tempo parziale di tromboplastina, INR). In caso di co-somministrazione monitorare i valori di INR.