Dopo somministrazione orale, la venlafaxina viene rapidamente assorbita nel tratto gastrointestinale raggiungendo il picco di concentrazione plasmatica dopo 2 ore. In caso di formulazioni a rilascio prolungato, il picco plasmatico è pari a circa 6 ore. Lo steady state è raggiunto dopo 3 giorni dall'inizio della terapia orale con dosi ripetute. La venlafaxina mostra una cinetica lineare per dosaggi compresi tra 75 e 450 mg/die. La formulazione a rilascio prolungato fornisce un grado di assorbimento più lento rispetto alla formulazione a rilascio immediato, ma un'esposizione sistemica (AUC) sovrapponibile.
L'assorbimento orale della venlafaxina è quasi completo, oltre il 90%, ma per effetto di primo passaggio epatico si riduce a quasi la metà.
Il cibo non modifica la biodisponibilità della venlafaxina e del suo metabolita attivo.
Biodisponibilità assoluta: 42+/-15%.
Legame sieroproteico: 27+/-2% (venlafaxina, concentrazioni da 2,5 a 2215 ng/ml); 30+/-12% (O-demetilvenlafaxina, concentrazioni da 100 a 500 ng/ml).
Vd (somministrazione orale): 7,5+/-3,7 L/kg (venlafaxina); 5,7+/-1,8 L/Kg (O-demetilvenlafaxina).
Vd (somministrazione parenterale): 4,4+/- L/Kg (venlafaxina).
La venlafaxina subisce metabolismo di primo passaggio epatico; essa viene metabolizzata a O-demetilvenlafaxina (metabolita ancora attivo) e a due metaboliti meno attivi quali N-demetilvenlafaxina e O,N-didemetilvenlafaxina. La cinetica del metabolita attivo è lineare nell'intervallo di dosi comprese fra 75 e 450 mg/die. La conversione della venlafaxina nel metabolita principale avviene ad opera dell'enzima citocromiale CYP2D6, mentre la trasformazione a N-desmetilvenlafaxina è catalizzata dal CYP3A3/4.
Nei metabolizzatori “lenti” del CYP2D6 si osservano livelli ematici più elevati per venlafaxina e livelli ridotti per il metabolita attivo rispetto a metabolizzatori “normali”. Questa variazione non comporta effetti sul piano clinico perche la concentrazione plasmatica complessiva di farmaco e metabolita rimane pressoché uguale nelle due tipologie di pazienti.
CL: 1,24 L/h/kg.
Emivita di eliminazione: 5+/-2 ore (venlfaxina); 11+/-2 ore (O-demetilvenlafaxina).
La venlafaxina viene escreta con le urine (92% in 72 ore) e in piccola parte con le feci (1,9%). Nelle urine sono state identificate: venlafaxina (5%), O-demetilvenlafaxina libera (29%), O-demetilvenlafaxina coniugata (26%), metaboliti inattivi minori (27%).
Pazienti epatopatici
Nei pazienti con insufficienza epatica può essere necessario un aggiustamento della dose di venlafaxina. Nei pazienti con insufficienza lieve-moderata, la biodisponibilità orale della venlafaxina è risultata aumentare di 2-3 volte, l'emivita raddoppiare mentre la clearance dimmezzarsi; per il metabolita attivo l'emivita tende ad aumentare (+40%) mentre la clearance orale non ha presentato differenze rispetto a quella osservata nei pazienti con funzionalità epatica nella norma.
In caso di cirrosi epatica, l'emivita venlafaxina e del metabolita attivo sono aumentati, rispettivamente, del 30% e del 60%, mentre la clearance è diminuita, rispettivamente, del 50% e del 30%. E' stata osservata ampia variabilità interindividuale: in 3 pazienti (totali pazienti: 9) con cirrosi, la clearance della venlafaxina è diminuita del 90% rispetto ai pazienti normopatici.
Pazienti nefropatici
Nei pazienti con insufficienza renale (GFR: 10-70 mil/min), dopo somministrazione orale della venlafaxina è stato osservato un aumento dell'emivita sia del farmaco (+50%) sia del metabolita attivo (+40%) e una riduzione della clearance solo per la venlafaxina di circa il 24%. Nei pazienti in dialisi, l'emivita è aumentata del 180% e del 142% per venlafaxina e metabolita attivo e la clearanaca è aumentata, per entrambe le molecole, di circa il 56-57%. Nei pazienti con insufficienza renale è necessario un aggiustamento della dose di venlafaxina.