Effetti collaterali di vardenafil molto comuni (= 10%)
Cardiovascolari: arrossamento.
Centrali: cefalea.
Dermatologici: rossore (flushing).
Ematici: piatrinopenia.
Sistemici: vampate di calore.
Effetti collaterali di vardenafil comuni (>1% < 10%)
Centrali: senso di instabilità, vertigine.
Gastrointestinali: dispepsia, nausea.
Respiratori: infiammazione della mucosa nasale, congestione nasale, rinite.
Effetti collaterali di vardenafil non comuni (> 0,1% < 1%)
Cardiovascolari: ipertensione, tachicardia, palpitazioni.
Centrali: sonnolenza.
Dermatologici: edema al volto, rash.
Metabolici: alterazione degli indici di funzionalità epatica, incremento delle gamma-glutamiltranspeptidasi (Gamma-GT), aumento della creatin-fosfochinasi ematica.
Muscolo-scheletrici: mialgia, mal di schiena.
Oftalmici: congiuntivite, aumento della lacrimazione, visione offuscata, visione alterata.
A dosi di 40 mg, doppie rispetto alla dose massima raccomandata di vardenafil, sono state evidenziate anomalie nella percezione dei colori della gamma blu/verde e porpora; nei pazienti interessati il disturbo si è attenuato dopo 6 ore dalla somministrazione del farmaco e non era più presente dopo 24 ore).
E' probabile che gli effetti avversi a carico dell'occhio siano provocati dall'inibizione da parte del vardenafil della fosfodiesterasi di tipo 6 (PDE-6) che si trova in elevata concentrazione nelle cellule retiniche.
Respiratori: dispnea, epistassi.
Sistemici: reazioni di fotosensibilità.
Effetti collaterali di vardenafil rari (< 0,1%)
Cardiovascolari: ipotensione, angina, ischemia miocardica.
Vardenafil è stato associato a lieve prolungamento del tratto QT all'ECG di superficie, che però non sembrerebbe avere rilevanza clinica (Borer, Armstrong, 2003), ma che controindica il farmaco in pazienti affetti da allungamento congenito del tratto QT o nei quali tale allungamento è indotto da terapia farmacologica (farmaci antiaritmici, amiodarone, sotalolo). L'allungamento dell'intervallo QT predispone allo sviluppo di sincope e morte cardiaca improvvisa.
Centrali: ipertonia, sincope, convulsione, amnesia globale transitoria.
Ematici: epistassi, piastrinopenia.
Nella banca dati GIF, nell'anno 2008, sono presenti due segnalazioni di piastrinopenia associate una al tadalafil e l'altra al vardenafil. Nel caso del vardenafil si tratta di un uomo (età 73 anni) che assumeva anche altri farmaci, tra cui duloxetina, esomeprazolo, alfuzosina, salmeterolo e tiotropio bromuro, tutti indicati però come farmaci concomitanti. La reazione avversa è avvenuta dopo solo un giorno di terapia e si è risolta spontaneamente (GIF, 2009).
Oftalmici: glaucoma, aumento della pressione intraoculare, neuropatia ottica ischemica non arteritica (NAION).
È stato riscontrato un piccolo numero di segnalazioni di improvvisa e indolore perdita della vista parziale o completa in uno o entrambi gli occhi in pazienti che avevano assunto il vardenafil. La perdita della vista è attribuita alla neuropatia ottica ischemica non arteritica (NAION), una condizione conseguente al blocco del flusso ematico al nervo ottico.
Respiratori: edema laringeo.
Sistemici: ipersensibilità, reazioni anafilattiche, convulsioni tonico-cloniche, epilessia parziale.
È stato riportato il caso di un uomo (età: 60 anni) trattato con vardenafil (10 mg) per disfunzione erettile che, con un aumento della dose a 40 mg, ha presentato convulsioni tonico-cloniche, che si sono ripresentate successivamente solo dopo l'assunzione di un'altra dose di vardenafil (30 mg). Sospeso definitivamente il trattamento con vardenafil, il paziente non ha più riferito alcun episodio di convulsioni (Striano et al., 2006).
È stato riscontrato un episodio di epilessia parziale in un paziente di 78 anni dopo la seconda assunzione orale di 10 mg di vardenafil (Koussa et al., 2006).
Uditivi: perdita dell'udito.
Sono state riportate 29 segnalazioni di perdita improvvisa dell'udito con o senza sintomi vestibolari (tinnito e vertigini), con una stretta correlazione temporale con l'assunzione di vardenafil, sildenafil, o tadalafil. Nella maggior parte dei casi, la perdita dell'udito ha interessato un solo orecchio, ed è stata parziale o completa; in un terzo dei pazienti, l'evento è risultato temporaneo.
Sebbene nessuna relazione causale sia stata dimostrata, la forte associazione tra l'impiego degli inibitori PDE-5 e l'improvvisa perdita dell'udito, ha indotto le agenzie regolatorie a segnalare l'eventualità di perdita dell'udito in pazienti che assumono inibitori della fosfodiesterasi 5.
Urogenitali: disturbo erettile, priapismo (a dosi di 40 mg, più elevate di quelle impiegate in clinica), danni al tessuto penieno, perdita permanente della potenza.