ACE inibitori, inibitori dell’angiotensina, tiazidi: la somministrazione di trimetoprim in pazienti in terapia con ACE-inibitori più tiazidi può aumentare il rischio di iperkaliemia.
Amantadina: l’uso concomitante di trimetoprim/sulfametossazolo (cotrimossazolo) e amantadina è stato associato a delirio tossico.
Antifolici: è stata segnalata anemia megaloblastica in pazienti che ricevevano, contemporaneamente a cotrimossazolo, pirimetamina a dosi superiori a 25 mg/settimana.
Il trimetoprim associato a sulfametossazolo (cotrimossazolo) può aumentare i livelli plasmatici liberi di metotrexato (Thomas et al., 1986).
Nei pazienti trattati con trimetoprim e altri farmaci anti-folato, deve essere presa in considerazione un’integrazione di folati.
Ciclosporina: la somministrazione di trimetoprim più sulfametossazolo in pazienti trattati con ciclosporina per trapianto renale è stata associata ad un aumento transitorio dei livelli di creatininemia (+15%). Tale aumento è causato dall’inibizione della secrezione tubulare di creatinina da parte del trimetoprim in presenza della ciclosporina (Maki et al., 1992).
Creatinina: il trimetoprim può interferire nella valutazione della concentrazione della creatinina (Kastrup et al., 1985).
Digossina: in pazienti anziani (età media 78 anni) la co-somministrazione di trimetoprim e digossina è stata associata ad un aumento dei livelli di digossina nel sangue (+22%). E’ probabile che tale aumento sia dovuto ad una riduzione della secrezione tubulare di digossina e non ad effetti sulla clearance extrarenale. In volontari sani di età media 29 anni, la co-somministrazione di trimetoprim e digossina non ha evidenziato effetti sulla clearance totale e sulla velocità di filtrazione glomerulare, su emivita e volume apparente del glicoside. Il trimetoprim è risultato ridurre la clearance renale della digossina del 17% e aumentare la clearance extrarenale del 14% (Petersen et al., 1985).
Diuretici: nei pazienti anziani in trattamento con diuretici, in particolare tiazidici, si riscontra un incremento del rischio di trombocitopenia.
Dofetilide: la dofetilide è un farmaco antiaritmico di classe III, escreto nei reni per secrezione, tramite un sistema di trasporto che può essere inibito dal trimetoprim. L’azione inibitoria del trimetoprim sull’escrezione della dofetilide provoca un aumento dei livelli plasmatici dell’antiaritimico che comporta prolungamento dell’intervallo QT con il rischio di gravi aritmie ventricolari, fra cui la torsione di punta. La co-somministrazione di trimetoprim e dofetilide è controindicata.
Fenitoina: l’associazione trimetoprim più sulfametossazolo (cotrimossazolo) può aumentare l’emivita della fenitoina prolungandone gli effetti farmacologici (Gillman et al., 1985).
Procainamide: la co-somministrazione di trimetoprim con procainamide è stata associata ad aumento delle concentrazioni plasmatiche di uno o di entrambi i farmaci (Kosoglou et al., 1988).
Repaglinide: il trimetoprim è risultato aumentare i livelli plasmatici di repaglinide per inibizione farmacometabolica dell’enzima citocromiale CYP2C8. Nello studio di interazione farmaco-farmaco, in volontari sani, il trimetoprim è stato somministrato alla dose di 320 mg al giorno per tre giorni; al terzo giorno è stata somministrata una dose singola di repaglinide da 0,25 mg un’ora dopo l’ultima dose di trimetoprim. Il trimetoprim è risultato aumentare la curva concentrazione-tempo (AUC) della repaglinide del 61%, il picco di concentrazione plasmatica del 41% e l’emvita da 0,9 ore a 1,1 ore. Nello studio gli effetti del trimetoprim sul profilo farmacocinetico della repaglinide non hanno avuto rilevanza per l’azione ipoglicemizzante della repaglinide stessa. Questo non esclude la possibilità comunque di un aumento del rischio di ipoglicemia in caso di co-somministrazione di repaglinide e trimetoprim in pazienti con diabete (Niemi et al., 2004).
Spironolattone: la somministrazione di trimetoprim più sulfametossazolo in pazienti anziani (età > 66 anni) in terapia con spironolattone è stata associata ad un aumento del rischio di morte improvvisa di 2,5 volte rispetto alla combinazione con altro antibiotico (Antoniou et al., 2015). Gli autori dello studio hanno evidenziato come sia il trimetoprim che lo spironolattone aumentino i livelli di potassio nel sangue. Elevati livelli di potassio possono indurre alterazioni del ritmo cardiaco e questo potrebbe aumentare il rischio di morte improvvisa.
Sulfamidici: l’associazione a dose fissa con sulfamidici potenzia l’azione antibatterica del trimetoprim. Esistono combinazioni del trimetoprim con sulfametossazolo (cotrimossazolo), sulfadiazina (cotrimazina) e sulfamaxolo (cotrifamolo).
Sulfaniluree: in associazione a trimetoprim più sulfametossazolo (cotrimossazolo) può aumentare il rischio di ipoglicemia, in particolare nei pazienti anziani (Tan et al., 2015).
Tiazolidinedioni (pioglitazone, rosiglitazone): il trimetoprim è risultato inibire in vitro e in vivo l’enzima citocromiale CYP2C8 (Jaakkola et al, 2006). Questo enzima è il principale enzima coinvolto nel metabolismo del pioglitazone e del rosiglitazone. In volontari sani la somministrazione di trimetoprim (320 mg/die per 4 giorni) ha comportato un aumento dell’esposizione sistemica (curva concentrazione-tempo) di rosiglitazone del 37% e del picco di concentrazione plasmatica del 14% e il prolungamento dell’emivita dell’ipoglicemizzante da 3,8 ore a 4,8 ore. La variazione dei parametri farmacocinetici del rosiglitazone è risultata statisticamente significativa. Nello studio di interazione farmaco-farmaco, il rosiglitazone è stato somministrato come dose singola (4 mg) dopo tre giorni di terapia con trimetoprim (Niemi et al., 2004).
Warfarin: l’associazione trimetoprim più sulfametossazolo (cotrimossazolo) potenzia l’attività anticoagulante del warfarin per inibizione stereoselettiva del suo metabolismo. Il sulfametossazolo inoltre è risultato spiazzare in vitro il warfarin dal sito di legame con l’albumina plasmatica. La co-somministrazione di trimetoprim/sulfametossazolo con warfarin (o altri farmaci antagonisti della vitamina k) è stata associata ad un aumento del rischio di sanguinamento da 2 a 5 volte. La combinazione dei due farmaci dovrebbe essere evitata se possibile, in caso contrario la dose di anticoagulante deve essere modificata per mantenere il valore dell’indice INR (International Normalized Ratio) nell’intervallo raccomandato (2-3) (Hale, Lesar, 2014).
Zidovudina: la somministrazione di zidovudina in pazienti in terapia con trimetoprim/sulfametossazolo (cotrimossazolo) è stata associata ad un aumento del rischio di effetti collaterali a carico del sangue. Nei pazienti che devono essere trattati contemporaneamente con questi farmaci, è necessario un controllo costante dei parametri ematologici.
Test di laboratorio: il trimetoprim interferisce con il dosaggio della concentrazione di metotrexato nel sangue quando viene impiegata nel saggio la diidrofolato reduttasi di Lactobacillus casei (Cheung et al., 1986). Il trimetoprim può interferire nella determinazione della concentrazione di creatinina nelle urine perchè ne inibisce la secrezione tubulare (Kastrup et al., 1985).