Cardiovascolari: (raro) complicazioni tromboemboliche, ictus, insufficienza cardiaca congestizia.
Sulla base di alcuni dati clinici è stato suggerito che il testosterone potesse essere associato ad un aumento di eventi cardiovascolari in pazienti con meno di 65 anni e precedente malattia cardiaca e in pazienti anziani (età > 65 anni). Per verificare se il profilo benefici/rischi fosse ancora favorevole, il testosterone è stato sottoposto ad un procedimento di revisione da parte del Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia europea di medicinali (EMA, European Medicines Agency). La revisione non ha confermato l’aumento di rischio cardiovascolare nei pazienti con insufficiente produzione di testosterone (ipogonadismo) trattati con testosterone perchè i dati clinici sono stati giudicati “non coerenti”. Mentre alcuni trial clinici infatti indicavano un aumento di rischio, altri studi non hanno confermavato questa osservazione.
In uno studio di coorte, che ha valutato l’incidenza di infarto miocardico non fatale rispettivamente nei 90 giorni successivi ad una iniziale prescrizione di testosterone e nell’anno precedente la prescrizione dell’ormone, il rischio relativo di infarto associato alla terapia con testosterone è risultato pari a 1,36 per tutti i pazienti coinvolti, pari a 2,19 per i pazienti con più di 65 anni e pari a 2,90 per i pazienti con meno di 65 anni ma malattia cardiaca precedente (Finkle et al., 2014). Negli uomini con malattia cardiaca pre-esistente (pazienti sottoposti ad angiografia coronarica), l’incidenza cumulativa di eventi cardiaci (morte per tutte le cause, infarto miocardico, ictus) tra tratti con testosterone e non trattati è risultato rispettivamente pari a 10,1% vs 11,3% dopo un anno, a 15,4% vs 18,5% dopo due anni, a 19,9% vs 25,7% dopo tre anni (Vigen et al., 2013). Gli esiti clinici emersi da questi due trial non sono stati confermati da altre revisioni e metanalisi (Corona et al., 2014; Baillargeon et al., 2014). Da una coorte di pazienti (6355), selezionata tra quelli afferenti al servizio sanitario americano Medicare, che aveva ricevuto almeno un’iniezione intramuscolare di testosterone l’analisi dei dati clinici (regressione di Cox corretta in base a caratteristiche demografiche e cliniche) non ha confermato l’aumento di infarto miocardico (hazard ratio, HR= 0,84). Anzi, nel gruppo di uomini con il punteggio prognostico per infarto miocardico più alto, la terapia con testosterone è stata associata ad una riduzione del rischio di infarto (HR=0,69), mentre negli altri tre gruppi in cui erano stati suddivisi i pazienti in base al punteggio di rischio (primo, secondo e terzo quartile) non è stata osservata nessuna differenza dipendentemente dall’uso di testosterone. Secondo gli autori di questo studio, l’effetto positivo del testosterone, osservato nei pazienti più a rischio di infarto miocardico, potrebbe essere riconducibile ad una riduzione delle resistenze periferiche vascolari indotta dall’ormone (Baillargeon et al., 2014). L’assenza di un rischio cardiovascolare associato al testosterone è stata evidenziata anche in un’altra revisione di studi clinici. I dati revisionati, dal 1940 al 2014, non hanno confermato un aumento di rischio cardiovascolare associato alla terapia con testosterone. E’ stato messo in evidenza come invece livelli nella norma di testosterone siano associabili ad effetti positivi su mortalità e rischio cardiovascolare (Morgentaler et al., 2015).
Dati di sorveglianza post-marketing hanno evidenziato un aumento del rischio di tromboembolismo venoso (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) associato all’uso di testosterone. Questa complicazione era già nota come conseguenza di un raro effetto collaterale del testosterone, la policitemia, cioè l’aumento del numero di globuli rossi nel sangue. Le segnalazioni post-marketing fanno riferimento invece ad episodi di tromboembolismo venoso che risultano non correlate a policitemia. In seguito a queste segnalazioni l’Agenzia regolatoria americana che si occupa di farmaci, la Food and Drug Administration (FDA) ha richiesto l’inserimento, per i farmaci a base di testosterone, di un avviso (box warning) di rischio generale per tromboembolismo venoso (Food and Drug Administration - FDA, 2014).
Dermatologici: acne, irsutismo, calvizie androgenica, seborrea, prurito; sono state osservate stomatiti dopo somministrazione boccale o sublinguale, lesioni simili a ustioni dopo applicazione dei cerotti transdermici.
Endocrini: (donne) alterazione della libido, virilizzazione, anovulazione e amenorrea per inibizione dell’adenoipofisi; (maschio) ginecomastia, eccessiva frequenza e durata delle erezioni, soppressione della spermatogenesi, oligospermia e diminuzione del volume eiaculatorio; (pazienti pediatrici) sviluppo sessuale precoce, chiusura prematura delle epifisi in età pre-puberale (bassa statura).
Ematici: policitemia.
Epatici: anomalie nei test di funzionalità epatica, ittero, epatite colestatica; (raramente) epatite peliosa, carcinoma epatico (carcinoma epatocellulare, adenomi benigni, angiosarcoma, colangiosarcoma).
Gastrointestinali: alterazione del gusto, sanguinamento gastrointestinale, nausea, diarrea.
Metabolici: ipercolesterolemia, ipercalcemia, ritenzione idrica (da monitorare soprattutto in caso di pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o cirrosi), ipoproteinemia.
Muscoloscheletrici: aumentata crescita ossea, crampi muscolari, artralgie.
Urogenitali: (raramente) patologia prostatica, cancro prostatico.
Ipersensibilità: orticaria.
Somministrazione topica (Gel)
Centrali: vertigini, parestesia, amnesia, iperestesia, turbe dell’umore.
Cardiovascolari: ipertensione.
Dermatologici: alopecia.
Ematici: policitemia.
Gastrointestinali: diarrea.
Locali: le reazioni cutanee al sito di applicazione rappresentano gli effetti avversi più frequenti (10%) e includono eritema, acne, xerodermia.
Metabolici: incremento dei trigliceridi.
Urogenitali: disturbi alla prostata, ginecomastia, mastodinia.
Diverse segnalazioni sono state riportate all’agenzia regolatoria statunitense, FDA, relativi ad effetti collaterali riportati nei bambini (età: 9 mesi-5 anni) in seguito a contatto con adulti in trattamento topico con testosterone gel: sviluppo prematuro di peli pubici, ingrandimento dei genitali, aumento dell’età ossea, aumento della libido e comportamento aggressivo (Voelker, 2009).
Somministrazione transdermica (disturbo da desiderio sessuale ipoattivo)
Cardiovascolari: (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) anomalie della coagulazione, incremento della frequenza cardiaca, palpitazioni.
Centrali: (comuni: =/> 1/100, < 1/10) insonnia, emicrania; (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) agitazione, ansietà, disturbi dell’attenzione, disgeusia, disturbi dell’equilibrio, iperestesia, parestesia orale, attacco ischemico transitorio.
Dermatologici: (molto comuni: > 10/100) irsutismo, in particolare sul mento e sul labbro superiore; (comuni: =/> 1/100, < 1/10) acne, alopecia; (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) eczema, aumento della sudorazione, rosacea.
Gli effetti indesiderati a carico della cute di tipo androgenico hanno avuto un’incidenza del 18% vs 14%, rispettivamente con il farmaco e il placebo. Il 91-96% dei casi di acne, irsutismo, abbassamento della voce e alopecia sono stati di grado lieve; l’1,6% delle pazienti ha interrotto il trattamento a causa di questi effetti collaterali che sono comunque risultati reversibili.
Ematici: (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) alterazioni del fibrinogeno nel sangue.
Endocrini: (comuni: =/> 1/100, < 1/10) dolore mammario; (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) cisti mammaria, congestione clitoridea, ipertrofia clitoridea, prurito genitale, sensazione di bruciore vaginale.
Il 20% delle pazienti trattate con testosterone transdermico ha presentato livelli di ormone libero superiori a quelli fisiologici vs lo 0,2% delle donne nel gruppo placebo.
Epatici: (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento dell’aspartato aminotransferasi, incremento della bilirubina nel sangue, anomalie dei test di funzionalità epatica.
Gastrointestinali: (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) diarrea, xerostomia, nausea.
Locali: reazioni al sito di applicazione del cerotto (30,4%).
La maggior parte di tali reazioni sono state eritema lieve e prurito; in nessun paziente tali reazioni hanno determinato la sospensione del trattamento.
Metabolici: (comuni: =/> 1/100, < 1/10) incremento ponderale; (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) incremento dei trigliceridi.
Un incremento del peso corporeo superiore al 7% è stato riscontrato nel 4,7% vs 1,6% delle donne trattate rispettivamente con il testosterone e con il placebo.
Muscoloscheletrici: (non comuni: = 1/1000, < 1/100) artrite.
Oftalmici: (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) diplopia, occhi arrossati.
Respiratori: (comuni: =/> 1/100, < 1/10) abbassamento della voce; (non comuni: =/> 1/1000, < 1/100) congestione nasale, sensazione di costrizione alla gola.
Sistemici: (non comuni: =/> 1/1000, <1/100) astenia, sinusite, costrizione toracica, fastidio al torace, aumento dell’appetito, anasarca, ipersensibilità.