Colorazione delle urine: i derivati antrachinonici, tra cui la senna, possono provocare colorazione giallo-bruna oppure rossa delle urine (rispettivamente urine a pH acido e alcalino); questa colorazione è semplicemente dovuta alla presenza nelle urine di componenti della senna e non è clinicamente significativa.
Modalità di somministrazione: la dose corretta dei prodotti a base di senna è quella minima sufficiente a produrre una facile evacuazione; è consigliabile usare inizialmente le dosi minime previste. Solo quando necessario la dose può essere aumentata, senza superare quella massima indicata.
È preferibile assumere i lassativi la sera, il meno frequentemente possibile e per non più di 7 giorni. L'uso per periodi di tempo maggiori richiede la prescrizione medica, dopo un'adeguata valutazione del singolo paziente. Una dieta ricca di liquidi in genere favorisce l'effetto del lassativo.
Abuso e utilizzo cronico: in caso di abuso o di uso prolungato, la senna può provocare tetano, osteoartropatia ipertrofica (Armstrong et al., 1981), ipogammaglobulinemia, cachessia reversibile (Levine et al., 1981), escrezione urinaria intermittente di aspartilglucosamina (Malmquist et al., 1980), epatiti (Bevers et al., 1991). Gli antrachinolonici a dosaggi elevati possono causare nefriti. L'abuso di lassativi può provocare inoltre diarrea persistente, con conseguente perdita di acqua, sali minerali (specialmente potassio) e altri fattori nutritivi essenziali. Nei casi più gravi l'ipopotassemia e la disidratazione possono determinare disfunzioni cardiache o neuromuscolari, specialmente in caso di contemporaneo trattamento con glicosidi cardiaci, diuretici o corticosteroidi.
Un indice di abuso di questi lassativi è la pseudomelanosi del colon che è reversibile dopo 4-6 settimane dalla sospensione del trattamento; la pseudomelanosi sembra essere associata ad un aumentato rischio di carcinoma colon-rettale. La perdita massiva di cellule epiteliali indotta dagli antrachinolonici probabilmente per apotosi, provoca un accorciamento delle cripte ed un conseguente aumento della proliferazione cellulare con effetto pro-cancerogeno (van Gorkom et al., 2000). Le cellule danneggiate si ritrovano come corpi apoptotici nei macrofagi della sottomucosa e dei linfonodi mesenterici a formare le caratteristiche pigmentazioni del colon (Muller-Lissner, 1993; Muller-Lissner 1999).
I lassativi antrachinonici sarebbero coinvolti anche in un aumento del rischio di tumori uroteliali (Pommer, 1999).
L'utilizzo cronico dei lassativi comporta anche assuefazione, con la conseguente necessità di aumentare la dose assunta per ottenere l'effetto terapeutico; può causare stitichezza cronica e perdita delle normali funzioni intestinali (atonia intestinale).
L'uso di senna dovrebbe essere riservato alla stipsi episodica o alla preparazione intestinale per esami endoscopici o radiologici, mentre dovrebbe essere evitato nella stipsi cronica (BIF, 2003).
Pazienti cardiopatici: ai pazienti in terapia con cardiotonici è sconsigliata l'assunzione di lassativi antrachinonici.
Pazienti nefropatici: i sennosidi possono aggravare la nefropatia indotta dagli analgesici (Fiorenzuoli, 2001).
Infezioni flogistiche intestinali: somministrare con molta cautela in pazienti affetti da infezioni flogistiche intestinali.
Farmaci che inducono allungamento del tratto QT: cautela nell'assunzione della senna in concomitanza con farmaci che inducono allungamento del tratto QT.
Gravidanza: cautela nelle donne in gravidanza e durante l'allattamento.
Nota:
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