Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio (18 g per os) si sono manifestati effetti collaterali transitori simili per tipo e intensità a quelli che accompagnano l’impiego clinico del farmaco. Intervenire rimuovendo la quantità di farmaco non ancora assorbita a livello gastrico e procedere con una terapia sintomatica.
Gastrotossicità: i farmaci H2-antagonisti possono indurre la formazione di neoplasie a livello gastrico. I fattori eziologici comprendono:
•l’ipergastrinemia indotta dall’inibizione della secrezione acida;
•la proliferazione batterica per incremento del pH intragastrico con conseguente conversione dei nitrati in prodotti N-nitrosi, cancerogeni.
L’aumento del pH dopo somministrazione di ranitidina non è comunque molto elevato: 300 mg/die provocano un aumento a valori di 2,5.
Cancerogenesi: la ranitidina non è risultata cancerogena (in vivo, dosi fino a 2 g/kg/die).
Mutagenesi: la ranitidina non è risultata mutagena.
Tossicità riproduttiva: trial condotti su animali da laboratorio non hanno evidenziato effetti embrio-fetotossici o teratogeni. Dall’analisi di dati clinici relativi all’esposizione materna in gravidanza a farmaci inibitori del recettore istaminico H2, è emersa l’assenza di tossicità per i seguenti parametri: sviluppo embriofetale, mortalità perinatale, parto prematuro, peso alla nascita e punteggio di Apgar (Matok et al., 2010).
DL50: dopo somministrazione orale: circa 2600 mg/kg (topo); circa 5000 mg/kg (ratto). Dopo somministrazione i.m.: 360 mg/kg (topo); 1350 mg/kg (ratto). Dopo somministrazione e.v.: 77 mg/kg (topo); 83 mg/kg (ratto).