Sovradosaggio: intossicazioni gravi e/o fatali con il propifenazone sono un evento abbastanza raro. La somministrazione di dosi eccessive di propifenazone provoca nausea, vomito e nei casi più gravi, convulsioni e perdita di coscienza che può arrivare al coma, in particolare nei bambini. Sono stati osservati anche aritmia, shock cardiogeno, danno epatico ritardato (dopo circa 24 ore) (Okonek, Reinecke, 1983). Sono stati riportati casi di intossicazione accidentale in bambini trattati con il propifenazone e codeina per via rettale con comparsa di sonnolenza, miosi ed edema causati dalla codeina e ipotensione, coma e convulsioni causati dal propifenazone (Grubbauer et al., 1985).
In caso di sovradosaggio da propifenazone, il trattamento prevede:
1) induzione del vomito e lavanda gastrica: nei pazienti adulti, il vomito viene indotto con acqua calda salata (circa 1 litro) fino ad eliminazione di liquido limpido;
2) diuresi forzata e dialisi;
3) monitoraggio dell’attività cardiaca e respiratoria (se necessario respirazione artificiale);
4) somministrazione di barbiturici ad azione rapida oppure di diazepam (per antagonizzare le convulsioni).
Cancerogenicità: il propifenazone non è risultato indurre effetti cancerogenici in vivo (Crouzette et al., 1980).
Tossicità riproduttiva: i FANS possono avere effetti negativi sullo sviluppo embriofetale in quanto inibiscono la sintesi delle prostaglandine. L’esposizione ai FANS durante l’organogenesi (primo trimestre di gravidanza) è stata associata a malformazione cardiaca fetale, gastroschisi e aborto. I dati di letteratura relativi all’esposizione durante la gravidanza al propifenazone sono limitati. In vivo il propifenazone non ha evidenziato effetti teratogeni. Somministrato agli animali (ratti) in associazione a paracetamolo e caffeina non ha provocato malformazioni viscerali o scheletriche fetali alle varie dosi somministrate (la dose più bassa, pari a 2,1 mg/kg per il propifenazone, somministrata agli animali era comparibile a quella della corrispondente specialità medicinale OTC per l’uomo, mentre la dose intermedia era pari a 10 volte tanto, 21 mg/kg, e la dose più alta pari a 100 volte tanto, 210 mg/kg). Con la dose intermedia e con quella più alta sono stati evidenziati effetti dose-dipendenti su peso e lunghezza fetali e sul peso della placenta (ritardo della crescita intrauterina) (Burdan, 2004; Burdan, 2002; Burdan, 2000).
L’esposizione ai FANS durante il terzo trimestre di gravidanza è associata a chiusura prematura del dotto arterioso, ipertensione polmonare, insufficienza renale con oligoidramnios. Al termine della gravidanza i FANS possono esercitare un’azione inibitoria sulle contrazioni uterine (ritardo del parto) e prolungare il sanguinamento.
Sulla base degli effetti evidenziati dai FANS, il propifenazone è controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.
DL50: dopo somministrazione orale: 860 mg/kg (ratto); 1050 mg/kg (topo, guinea pig). Dopo somministrazione intraperitoneale: 295 mg/kg (topo). Dopo somministrazione sottocutanea: 250 mg/kg (topo).