Sovradosaggio: la somministrazione di orlistat in dosi elevate (fino a 800 mg/die in dose singola; fino a 1200 mg/die in dosi multiple) in soggetti obesi e normopeso non ha determinato l’insorgenza di effetti avversi significativi.
Nei casi di sovradosaggio post-marketing segnalati, gli effetti collaterali comparsi erano simili a quelli associati all’impiego del farmaco alle dosi terapeutiche.
In caso di assunzione massiccia di orlistat, il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per 24 ore; l’inibizione delle lipasi attuata dal farmaco e gli effetti sistemici che ne derivano sono rapidamente reversibili.
In letteratura è riportato il caso di una bambina di 28 mesi che nonostante l’ingestione di 43 capsule da 120 mg di orlistat (5,160 mg) è rimasta asintomatica, semplicemente evitando l’assunzione di cibi grassi per 24 ore (O’Connor, 2010).
Test preclinici: dagli studi in vivo in cui è stata valutata la tossicità a dosi ripetute, la genotossicità ed il potenziale cancerogeno dell’orlistat non è emerso alcun rischio particolare per l’uomo.
Tossicità riproduttiva: l’orlistat è collocato in classe B di rischio teratogeno (in questa classe sono compresi i farmaci che negli studi riproduttivi sugli animali non hanno mostrato di rappresentare un rischio per il feto ma per i quali non sono stati condotti studi sull’uomo; oppure, i farmaci che negli studi sugli animali hanno prodotto un effetto dannoso (oltre ad una diminuzione della fertilità) che non è stato confermato da studi controllati in donne nel primo trimestre e per i quali non vi è evidenza che provochino danni nei successivi trimestri di gravidanza).
In studi riproduttivi sugli animali il farmaco non ha prodotto nessun effetto teratogeno, ma in mancanza di studi sull’uomo, il suo uso non è raccomandato nelle donne in gravidanza.