Dieta: prima di iniziare il trattamento ipolipemizzante è opportuno cercare di ridurre il peso corporeo con una dieta adeguata; durante il trattamento stesso è necessario adottare un’alimentazione corretta, che fornisca tutti i nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali) in modo bilanciato, una ridotta quantità di calorie, il 30% delle quali deve essere di derivazione lipidica, e che sia ricca di vegetali (frutta e verdura); l’apporto giornaliero dei nutrienti deve essere ripartito proporzionalmente all’interno dei 3 pasti principali (colazione, pranzo, cena).
Diabete: l’impiego di orlistat e la riduzione di peso ad esso associata può determinare un migliorato controllo metabolico nei pazienti affetti da diabete, che potrebbero così necessitare di dosi inferiori di farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina).
Patologie renali: l’orlistat può aumentare l’escrezione urinaria di ossalati (Sarica et al., 2008) e provocare danni renali derivanti dalla deposizione di cristalli di ossalato (Karamadoukis et al., 2009); i pazienti con preesistente patologia renale cronica e/o deplezione di volume potrebbero risultare maggiormente esposti al rischio di tali effetti avversi da orlistat.
Ipotiroidismo: l’orlistat può diminuire l’assorbimento dei sali di iodio e/o della levotiroxina determinando così ipotiroidismo e/o un ridotto controllo dell’ipotiroidismo; per evitare tale interazione distanziare l’assunzione di orlistat e levotiroxina di almeno 4 ore.
Effetti collaterali gastrointestinali: la maggior parte degli effetti collaterali riportati in seguito all’uso di orlistat sono a carico del tratto gastrointestinale e comprendono: feci oleose, diarrea, dolori addominali e perdite fecali (Filippatos et al., 2008); una dieta ricca di grassi, in cui più del 30% delle calorie è di derivazione lipidica, aumenta l’incidenza di tali eventi avversi.
Effetti collaterali epatici: l’orlistat può provocare gravi effetti avversi epatici come colelitiasi (calcolosi biliare), epatite colestatica ed insufficienza epatica subacuta (Filippatos et al., 2008).
Se durante la terapia con orlistat compaiono anoressia, prurito, ittero (colorazione giallastra di cute e mucose per l’accumulo di pigmenti biliari nel sangue), urine scure, feci di colore chiaro o dolore al quadrante addominale superiore destro, potenziali sintomi indicatori di danno al fegato, interrompere tempestivamente l’assunzione del farmaco e controllare la funzionalità epatica.
Multivitaminici: l’orlistat interferisce con l’assorbimento di alcune vitamine liposolubili (Filippatos et al., 2008); in caso di carenze, possono essere impiegati gli integratori multivitaminici, da assumere ad una distanza temporale di almeno 2 ore dal farmaco ipolipemizzante.
Contraccettivi orali: durante il trattamento con orlistat può insorgere diarrea grave che può ridurre l’assorbimento e di conseguenza l’efficacia dei contracettivi orali, pertanto si raccomanda di utilizzare un metodo contraccettivo aggiuntivo.
Anticoagulanti orali: l’orlistat può aumentare gli effetti degli anticoagulanti orali diminuendo l’assorbimento della vitamina k, coinvolta nella sintesi dei fattori della coagulazione (MacWalter et al., 2003), pertanto nei pazienti in terapia con orlistat ed anticoagulanti orali si raccomanda un frequente monitoraggio dell’INR per evitare emorragie. Il produttore di orlistat (scheda prodotto Alli) controindica l’associazione fra orlistat e anticoagulanti orali.
Antiepilettici: l’orlistat, riducendo l’assorbimento dei farmaci antiepilettici lipofili (Bigham et al., 2006), può determinare l’insorgenza di convulsioni nei pazienti in terapia con tali farmaci, che devono quindi essere tenuti sotto osservazione durante la terapia ipolipemizzante.
Amiodarone: l’assorbimento dell’amiodarone può essere ridotto dall’orlistat (Zhi et al., 2003) pertanto nei pazienti in terapia concomitante con tali farmaci è necessario un più stretto monitoraggio clinico ed elettrocardiografico.
Ciclosporina: l’orlistat è risultato diminuire la biodisponibilità della ciclosporina e di conseguenza la sua efficacia immunosoppressiva a livelli clinicamente significativi (Asberg, 2003); pertanto, occorre evitare il loro uso concomitante o, se ciò non è possibile, distanziare l’assunzione dei due farmaci di almeno 2 ore e monitorare frequentemente le concentrazioni sieriche dell’immunosoppressivo, in particolare all’inizio e alla fine del trattamento ipolipemizzante.
Acarbose: in assenza di studi di interazione farmacocinetica tra orlistat e acarbose (ipoglicemizzante orale), si sconsiglia l’associazione di tali farmaci.
Pazienti con ridotta funzionalità epatica e/o renale o anziani: non sono stati studiati gli effetti dell’orlistat in questi pazienti.
Età pediatrica: la FDA ha approvato l’uso di orlistat negli adolescenti di età compresa tra 12 e 16 anni sulla base dei risultati di alcuni studi che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza del farmaco in tale categoria di pazienti (Zhi et al., 2003a; Chanoine et al., 2005). Non ci sono invece dati sufficienti per supportare l’uso di orlistat nei bambini al di sotto dei 12 anni di età.
Gravidanza: non si conoscono quali effetti possa avere l’orlistat quando somministrato durante la gravidanza, pertanto non se ne raccomanda l’utilizzo nelle donne incinte.
Allattamento: non è noto se l’orlistat venga escreto nel latte materno, pertanto il suo impiego è controindicato nelle donne che allattano.
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