Dopo somministrazione orale, rettale e intramuscolare, l’assorbimento del meloxicam risulta quasi completo. La contemporanea assunzione di cibo influenza i parametri farmacocinetici.
Biodisponibilità orale: 89%.
Picco plasmatico: 0,88-1,92 mg/L (dose di 7,5-15 mg) (Turck et al., 1996).
Tempo di picco plasmatico: 4-6 ore.
Il meloxicam presenta un profilo farmacocinetico lineare; la concentrazione allo steady state (stato stazionario) viene raggiunta in 3-5 giorni.
Dopo somministrazione orale di una dose di 15 mg, il meloxicam è reperibile a livello del liquido sinoviale già dopo un’ora e il picco di concentrazione (320 mcg/L), corrispondente a quello plasmatico, è raggiunto dopo 6 ore (picco di concentrazione nel sangue: 842 mcg/L). Dopo la fase di distribuzione (6 ore), le concentrazioni plasmatica e sinoviale raggiungono un valore stabile (plateau), corrispondente ad un rapporto fra le concentrazioni pari allo 0,47. Questo rapporto tende ad aumentare nei tessuti infiammati (0,58) e a diminuire nei tessuti non infiammati (0,38). I dati relativi all’AUC del meloxicam evidenziano valori per l’AUC plasmatica 2,5 volte più elevati rispetto a quelli dell’AUC sinoviale. L’AUC relativo al meloxicam libero, non legato alle proteine plasmatiche, è risultato simile considerando plasma e liquido sinoviale, con valori di concentrazione di meloxicam libero superiori alla concentrazione minima necessaria ad inibire del 50% (IC50) l’attività della COX nel liquido sinoviale dopo 6 e 36 ore dalla somministrazione di una singola dose di farmaco (Lapicque et al., 2000).
Dopo 1 ora dalla somministrazione, la curva concentrazione plasmatica-tempo (AUC), ottenuta con somministrazione intramuscolare, risulta simile a quella che si ottiene con la somministrazione endovena. Dopo 12-14 ore dalla somministrazione parenterale (endovena oppure intramuscolare), la concentrazione plasmatica del meloxicam, allo steady state, raggiunge valori paragonabili a quelli ottenuti con la somministrazione orale. Associando quindi la somministrazione parenterale a quella orale, è possibile raggiungere il valore della concentrazione allo steady state già durante il primo giorno di terapia (Narjes et al., 1996).
Legame sieroproteico: 99,5% (soprattutto con albumina).
Vd: 11 litri (variazione interindividuale: 30-40%); 14,9 L (pazienti con artrite reumatoide) (Meineke, Turck, 2003).
Il volume di distribuzione aumenta in caso di insufficienza renale terminale.
Il meloxicam subisce estesa metabolizzazione epatica (99% della dose) ad opera dell’isoenzima citocromiale CYP2C9 e, in misura minore, del CYP3A4. I metaboliti identificati sono quattro, tutti privi di attività farmacologica.
Emivita: 15-20 ore.
Clearance plasmatica: 0,42-0,48 L/h.
La clearance plasmatica diminuisce nei pazienti anziani.
Il meloxicam è eliminato nelle urine e nelle feci in quantità paragonabile. Il 3% della dose è escreto in forma immodificata.
I parametrici farmacocinetici non risultano sostanzialmente modificati in caso di alterata funzionalità epatica; non si sono evidenziate forme di accumulo del farmaco nell’organismo in pazienti affetti da artrite reumatoide e moderata insufficienza renale (Noble, Balfour, 1996).
L’età e il sesso possono influenzare la clearance del meloxicam (p<0,005). Gli effetti dell’età sono minimi e non richiedono in genere un aggiustamento della dose di farmaco. Le differenze di clearance osservate tra maschi e femmine dipendono dal differente peso corporeo (Meineke, Turck, 2003).