Trattamento della diarrea: sospendere il trattamento con loperamide se non si ha risposta positiva dopo 48 ore nei pazienti con diarrea acuta e dopo 10 giorni nei pazienti con diarrea cronica. Interrompere il trattamento qualora si manifestassero stipsi, distensione addominale o sub-ileo. Poichè il trattamento con loperamide è solo sintomatico, è necessario individuare e risolvere la causa scatenante la diarrea.
Dissenteria: la loperamide non deve essere impiegata come terapia di attacco nella dissenteria acuta caratterizzata da presenza di sangue nelle feci e da febbre alta.
Colite: la loperamide non deve essere somministrata a pazienti con colite ulcerosa acuta (in quanto potrebbe provocare megacolon tossico) o colite pseudomembranosa dovuta all’uso di antibiotici ad ampio spettro.
Diarrea acuta da Escherichia coli, Salmonella, Shigella: non è consigliato l’uso della loperamide in quanto sussiste il rischio di perforazione per penetrazione dei microrganismi nella mucosa inetestinale.
Insufficienza epatica: la loperamide subisce esteso metabolismo epatico di primo passaggio. Nei pazienti con insufficienza epatica il metabolismo della loperamide potrebbe diminuire fino a determinare concentrazioni plasmatiche di farmaco elevate con comparsa di tossicità. Somministrare il farmaco con cautela in caso di compromissione epatica e monitorare eventuali segni o sintomi di tossicità a carico del SNC.
Insufficienza renale: poiché la loperamide viene escreta per la maggior parte con le feci, non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con ridotta funzionalità renale.
Pazienti pediatrici: in caso di diarrea i bambini risultano più a rischio di disidratazione grave degli adulti per la maggior percentuale di acqua corporea. Nei pazienti pediatrici quindi è importante associare al trattamento farmacologico con loperamide una dieta ricca in liquidi e sali minerali.
Gravidanza e allattamento: dati preliminari indicherebbero un moderato aumento del rischio di malformazioni fetali (rischio per qualsiasi malformazione congenita: OR=1,43 95% CI 1,04-1,96), in particolare per ipospadia (sviluppo anomalo dei genitali esterni), e del rischio per placenta previa e parto cesareo in caso di somministrazione di loperamide nelle fasi iniziali della gravidanza (Kallen et al., 2008). Secondo uno studio prospettico che ha preso in considerazione l’esposizione a loperamide durante il primo trimestre di gravidanza, il farmaco non è risultato associato ad un aumento del rischio di malformazioni maggiori fetali (Einarson et al., 2000). A fronte dei dati disponibili in letteratura, l’uso della loperamide in gravidanza dovrebbe essere sottoposto ad un’attenta valutazione del rapporto fra benefici clinici e potenziali rischi per il feto. Nel primo trimestre di gravidanza sarebbe preferibile, in via precauzionale, non somministrare il farmaco. Poiché piccole quantità di loperamide possono essere escrete nel latte materno, non è consigliata la sua somministrazione durante l’allattamento.
Lattosio: la presenza di lattosio fra gli eccipienti delle forme farmaceutiche contenenti loperamide costituisce una controindicazione per i pazienti con intolleranza su base ereditaria al galattosio, con deficit della Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.
Sorbitolo: nei pazienti con problemi ereditari di intolleranza al fruttosio o affetti da malassorbimento di glucosio/galattosio non è raccomandata la somministrazione di formulazioni farmaceutiche che contengano sorbitolo come eccipiente.
Glucosio: valutare l’opportunità di somministrare a pazienti diabetici formulazioni di loperamide contenenti glucosio.
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