Farmaci che prolungano l’intervallo QT: potrebbe verificarsi un aumento del rischio di aritmie cardiache quando la levosulpiride è usata contemporaneamente a farmaci che aumentano l’intervallo QT (citalopram; antiaritmici di classe I e III; farmaci che alterano il bilancio elettrolitico, ad esempio inducendo ipokaliemia come diuretici, agonisti beta-adrenergici, insulina, amfotericina B, farmaci inibitori degli isoenzimi microsomiali CYP3A4 ad esempio eritromicina, ketoconazolo, succo di pompelmo, o CYP2D6 ad esempio tioridazina).
In letteratura è riportato il caso di un paziente (89 anni) in terapia con citalopram che ha manifestato grave aritmia ventricolare due giorni dopo aver iniziato un trattamento con levosulpiride. Al momento del ricovero, la durata dell’intervallo QT era risultata pari a 650 millisecondi (valore normale di riferimento: 300-440 millisecondi nell’uomo; 450 millisecondi nella donna) (Agosti et al., 2013).
Farmaci anticolinergici, narcotici e analgesici: antagonizzano gli effetti della levosulpiride sulla motilità gastrointestinale.
Neurolettici: l’uso di levosulpiride in associazione ad antipsicotici è stato associato a comparsa di sindrome neurolettica maligna (SNM) (Luhdorf et al., 1987). La sindrome neurolettica maligna si manifesta con iperpiressia (febbre), rigidità muscolare, acinesia (immobilità), disturbi vegetativi come irregolarità del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, alterazioni del ritmo cardiaco, alterazioni dello stato di coscienza che possono portare fino a coma. Il trattamento della sindrome neurolettica maligna prevede l’immediata sospensione dei farmaci assunti, sia antipsicotici sia altri non essenziali, e l’inizio di una terapia intensiva per ridurre la temperatura corporea e correggere la disidratazione. Se il paziente non può sospendere il trattamento antipsicotico deve essere attentamente monitorato e bisogna evitare una concomitante terapia con altri neurolettici.