Cardiovascolari: effetti indesiderati come prolungamento del tratto QT, aritmie ventricolari con torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco sono stati osservati con altri farmaci della stessa classe della levosulpiride. Sono stati riportati anche casi di tromboembolismo venoso, di embolia polmonare e di trombosi venosa profonda (frequenza non nota).
Centrali: eccitazione psicomotoria, disturbi neurovegetativi, sindrome neurolettica maligna. Alcuni studi riportano anche la comparsa di sonnolenza, senso di affaticamento e cefalea la cui intensità tuttavia è maggiore all’inizio del trattamento con levosulpiride e diminuisce nel corso della terapia fino a lieve entità, senza mai essere di intensità tale da indurre la sospensione del trattamento (Lozano et al., 2007; Draganov 2009).
Endocrini: somministrazioni prolungate di levosulpiride possono causare alterazione reversibile della funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisario-gonadico con conseguenti amenorrea, ginecomastia, galattorrea ed iperprolattinemia (la prolattina viene secreta in quantità eccessive perché viene meno lo stimolo inibitorio da parte della dopamina ipotalamica che è antagonizzata dalla levosulpiride), alterazioni della libido. Sono stati segnalati rari casi di aumento di peso.
Sistemici: (molto raro) morte improvvisa.
Negli anziani trattati con farmaci antipsicotici si è osservato un lieve aumento di decessi rispetto ai pazienti non trattati.