Dalla letteratura pubblicata tra il 1980 e il 2009 emerge che gli effetti collaterali normalmente associati ai fluorochinoloni riguardano il sistema gastrointestinale, il sistema nervoso centrale (più frequentemente mal di testa e vertigini), il cuore (prolungamento dell’intervallo QT), il metabolismo del glucosio; altre reazioni avverse segnalate sono fototossicità, disturbi tendinei, ipersensibilità e alterazioni cutanee, tossicità epatica.
Tuttavia, esistono evidenze dell’esistenza di marcate differenze nei profili di tollerabilità dei singoli agenti appartenenti alla classe dei fluorochinoloni: la levofloxacina sembra essere ben tollerata, con un basso tasso di gravi reazioni avverse clinicamente importanti, come la tossicità a livello del sistema nervoso centrale e cardiovascolare e la disglicemia (Liu, 2010).
Nel 2008 sono state raccolte 145 segnalazioni spontanee di reazioni avverse alla levofloxacina (BIF, 2009).
A luglio 2018, l’agenzia americana che si occupa di farmaci, Food and Drug Administration (FDA), ha pubblicato i risultati di una revisione interna sugli antibiotici appartenenti al gruppo dei fluorochinoloni da cui è emerso un rischio di classe per ipoglicemia anche grave (coma) e per disturbi neuropsichiatrici (disturbi dell’attenzione, disturbi della memoria, delirio, nervosismo, agitazione e disorientamento). I farmaci considerati nella revisione sono stati: ciprofloxacina, gemifloxacina, levofloxacina, moxifloxacina e ofloxacina. I dati analizzati provenivano dalla letteratura e dal FAERS (FDA Adverse Event Reporting System), il database delle segnalazioni avverse della FDA, ed erano relativi al periodo 1987-2017 (Food and Drug Administration – FDA, 2018).
Cardiovascolari: ipotensione, tachicardia, prolungamento dell’intervallo QT; torsades de pointes (Patel et al., 2010); aneurisma e dissezione dell’aorta.
In uno studio di coorte (età media dei pazienti: 56,5 anni) la somministrazione di levofloxacina è stata associata ad un aumento del rischio di morte e di gravi aritmie rispetto all’amoxicillina. Entrambi i farmaci sono stati impiegati come terapie di durata standard per il trattamento di infezioni dell'orecchio, naso e gola, e infezioni respiratorie inclusa malattia polmonare ostruttiva cronica. E' da sottolineare comunque che benché sia stato osservato un aumento del rischio relativo di morte (hazard ratio [HR] = 2,49 e 1,95 rispettivamente per i primi 5 giorni di terapia e per i secondi 5 giorni di terapia) e aritmie (HR = 2,43 e 1,75 rispettivamente per i primi e i secondi 5 giorni di terapia) con levofloxacina, il rischio assoluto è risultato contenuto. Il numero di morti infatti per milione di antibiotici dispensati dopo 5 e 10 giorni di terapia è risultato pari a 154 e 324 per amoxicillina e a 384 e 714 per levofloxacina (Rao et al., 2014).
La somministrazione sistemica e inalatoria di fluorochinoloni è stata associata ad un aumento del rischio di aneurisma e dissezione dell’aorta, in particolare nelle persone anziane (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2018; Pasternak et al., 2018; Daneman et al., 2015; Lee et al., 2015).
Centrali: tremori, vertigini, cefalea, capogiri, crisi convulsive, epilessia, alterazione della sensibilità (parestesie), neuropatia periferica sensoriale o sensomotoria; è stato segnalato un caso di ipertensione intracranica manifestatasi con cefalea, diplopia (percezione dell’immagine doppia) e papilledema (rigonfiamento della papilla ottica) (Lardizabal, 2009); sonnolenza o insonnia, depressione, nervosismo, agitazione, reazioni psicotiche, stato confusionale, ansia; sono stati riportati 3 casi di delirio (Slobodin et al., 2009); disturbi dell’attenzione, disturbi della memoria (Food and Drug Administration – FDA, 2018; European Medicines Agency – EMA, 2018).
Dermatologici: anormali reazioni della pelle alla luce (fototossicità), eruzioni cutanee (esantemi e rush), sudorazione eccessiva (iperidrosi) prurito, orticaria, necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson.
Ematici: riduzione del numero di lecucociti (leucopenia), neutrofili (neutropenia) e piastrine (trombocitopenia), aumento della concentrazione di eosinofili (eosinofilia), agranulocitosi; è stato riportato un caso di anemia emolitica autoimmune (Oh et al., 2003) e un caso di pancitopenia, associati all’impiego di levofloxacina (Deng, Tovar, 2006).
Epatobiliari: aumento degli enzimi epatici (alanina aminotransferasi, aspartato aminotransferasi, fosfatasi alcalina, gamma-GT), aumento della bilirubinemia, epatite; soprattutto in pazienti con gravi patologie preesistenti possono manifestarsi gravi danni epatici comprendenti ittero ed insufficienza epatica acuta.
Gastrointestinali: nausea, vomito, perdita dell’appetito, crampi addominali, diarrea (se accompagnata da perdite ematiche può essere sintomo di colite pseudomembranosa), stipsi, difficoltà digestive, eccessiva presenza di gas a livello gastrointestinale.
Metabolici: alterazioni della glicemia (iperglicemia e ipoglicemia); ipoglicemia anche grave (coma).
I fluorochinoloni inducono ipoglicemia probabilmente inibendo i canali del potassio delle cellule beta pancreatiche con conseguente rilascio di insulina (Saraya et al., 2004).
Nella revisione della Food and Drug Administration, pubblicata nel 2018 e relativa al periodo 1987-2017, i casi di coma ipoglicemico sono stati 67, la maggior parte dei quali in pazienti con fattori di rischio per ipoglicemia (età avanzata, diabete, insufficienza renale, uso di farmaci ipoglicemizzanti, in particolare sulfoniluree). Il farmaco con il più alto numero di casi è risultata la levofloxacina (44), seguita da ciprofloxacina (12), moxifloxacina (9) e ofloxacina (2). Dei 67 pazienti, 20 non erano affetti da diabete e non erano in terapia con farmaci ipoglicemizzanti o insulina; 13 sono morti e 9 hanno avuto lesioni permanenti (Food and Drug Administration – FDA, 2018).
Muscoloscheletrici: disturbi a carico dei tendini (infiammazioni e rotture), dolori muscolari ed articolari, indebolimento muscolare.
Sono stati riportati alcuni casi di rabdomiolisi (Petitjeans et al., 2003; Hsiao et al., 2005); un caso di infiammazione al tendine di Achille in un giovane, in assenza di condizioni predisponenti (Durey et al., 2010).
Oftalmici: (dopo somministrazione topica) bruciore, secchezza, disagio, prurito o dolore agli occhi, diminuzione della vista e produzione di filamenti mucosi, opacità, edema o eritema palpebrali, chemosi (gonfiore congiuntivale causato dalla presenza di liquido), reazione papillare congiuntivale, iniezione congiuntivale (“occhio rosso” per dilatazione dei vasi sanguigni della congiuntiva), follicoli congiuntivali ed eccessiva sensibilità alla luce (fotofobia).
Organi di senso: alterato senso del gusto (disgeusia) fino alla perdita temporanea del senso del gusto (ageusia), alterato senso dell’olfatto (parosmia) fino alla perdita del senso dell’odorato (anosmia), riduzione dell’udito, disturbi della vista.
Renali: aumento della creatinina ematica (indice di alterata funzionalità renale), insufficienza renale acuta.
Respiratori: difficoltà respiratorie (dispnea), polmonite allergica, broncospasmo.
Sistemici: stanchezza, febbre, dolore (alle estremità, al torace, alla schiena), infestazioni ed infezioni, reazioni allergiche, anafilattiche, anafilattoidi, angioedema.