Effetti collaterali associati a insulina sottocutanea
Metabolici: ipoglicemia; incremento riduzione dei livelli di potassio (passaggio di potassio dal comparto extracellulare a quello intracellulare), di bilirubina totale, di gastrina sierica, di ormone della crescita; riduzione dei livelli di magnesio, di calcio totale, dell’azotemia.
L’ipoglicemia è l’effetto collaterale più frequente associato all’impiego di insulina. I sintomi comprendono: debolezza, fame, stordimento, pallore, sudorazione, palpitazioni, irritabilità, nervosismo, cefalea, tremori, depressione o euforia, incapacità di concentrazione, sedazione, amnesia, emiplegia, atassia, tachicardia, diplopia, parestesie, convulsioni e coma ipoglicemico.
L’incidenza di Chetoacidosi diabetica, nei pazienti con diabete di tipo 1, è risultata maggiore con insulina inalatoria rispetto all’insulina sottocutanea (0,43% vs 0,14%).
Oftalmici: annebbiamento della vista.
Sistemici: lipodistrofia, edema, gonfiore addominale, reazioni allergiche (rash cutanei, orticaria, prurito, edema angioneurotico).
L’insulina può causare, come reazione locale al sito di iniezione, lipodistrofia.
Esistono due tipi di lipodistrofia: una forma atrofica (più frequente) e una ipertrofica, entrambe causate da iniezioni ripetute nella stessa sede. La lipoatrofia è probabilmente una reazione immunitaria all’insulina. La lipoipertrofia è dovuta all’azione lipogena di alte concentrazioni di farmaco in sede sottocutanea.
L’insulina può causare edema e gonfiore addominale soprattutto in pazienti con diabete grave. L’edema tende a regredire spontaneamente in circa una settimana.
L’insulina può indurre reazioni allergiche e resistenza; l’impiego di insulina ottenuta con la tecnica del DNA-ricombinante ha ridotto notevolmente il rischio di questo tipo di manifestazioni.
Effetti collaterali associati a insulina inalatoria nei trial clinici
Centrali: cefalea.
Gastrointestinali: diarrea, nausea.
Metabolici: ipoglicemia, aumento del peso corporeo.
Nei pazienti con diabete di tipo 2, l’incidenza di ipoglicemia non severa è stata osservata nel 67% dei pazienti trattati con insulina inalatoria, rispetto al 30% dei pazienti trattati con placebo. I casi di ipoglicemia severi sono risultati invece pari rispettivamente al 5,1% e all’1,7%.
L’insulina, indipendentemente dalla formulazione, può portare ad incremento ponderale per effetti di tipo anabolico. nei trial clinici i pazienti con diabete di tipo 2 trattati con insulina inalatoria sono andati incontro ad un aumento ponderale medio di 0,49 Kg contro una perdita di peso, nel gruppo placebo, di 1,13 kg (Food and Drug Administration, 2014).
Renali: infezioni delle vie urinarie (pazienti con diabete di tipo 1)
Respiratori: tosse, dolore/irritazione alla gola, tosse grassa; riduzione della funzione polmonare e bronchiti (pazienti con diabete di tipo 1).
Negli studi clinici la tosse è stata riportata in circa il 27% dei diabetici trattati con insulina inalatoria e ha rappresentato il motivo principale di interruzione del trattamento (2,8% dei pazienti). Nei pazienti trattati con farmaci di confronto, l’incidenza di tosse è stata pari al 5,2% (Food and Drug Administration, 2014).
La riduzione della funzionalità polmonare è stata riportata nei pazienti trattati con insulina inalatoria per diabete di tipo 1. Una riduzione della FEV1 uguale o maggiore del 15% è stata riportata nel 6% dei pazienti trattati con insulina inalatoria contro il 3% dei pazienti trattati con farmaci di confronto.
Sistemici: affaticamento, comparsa di anticorpi.
Nei pazienti in terapia con insulina inalatoria è stato osservato un aumento di anticorpi anti-insulina più frequente rispetto ai pazienti in terapia con insulina sottocutanea. La presenza di anticorpi non è risultata influenzare efficacia del farmaco nè tollerabilità.