Abatacept, anakinra: negli studi clinici l’associazione di infliximab a abatacept o anakinra ha determinato un aumento del rischio di infezioni opportunistiche senza aumentare i benefici clinici per il paziente. L’associazione farmacologica non è raccomandata.
Azatioprina: fra infliximab e azatioprina è stata osservata interazione farmacologica. Dopo infusione di infliximab, in pazienti in terapia con azatioprina, i livelli sierici del metabolita attivo dell’azatioprina, 6-tioguanina, sono risultati aumentare dopo 1-3 settimane dall’infusione. La concentrazione plasmatica della 6-tioguanina dopo 3 mesi dall’infusione era sovrapponibile a quella osservata prima dell’infusione stessa di infliximab. Con l’incremento dei livelli di 6-tioguanina sono stati osservati anche una significativa riduzione della conta dei leucociti e un aumento del volume medio corpuscolare (Roblin et al., 2003).
Corticosteroidi: non risultano influenzare in modo significativo la farmacocinetica dell’infliximab.
Farmaci metabolizzata dal citocromo P450: in caso di infiammazione cronica, il rilascio di citochine, fra cui il TNF-alfa, si accompagna ad una riduzione dell’attività degli enzimi citocromiali. L’effetto di inibizione dell’infliximab sul TNF-alfa potrebbe comportare un ripristino dell’attività citocromiale (normalizzazione) con effetti diretti sulla concentrazione plasmatica e sull’attività farmacologica di farmaci eventualmente co-somministrati e metabolizzati dal citocromo P450. Gli effetti possono essere particolarmente significativi per i farmaci con un basso indice terapeutico (differenza fra concentrazione terapeutica e concentrazione tossica: quanto più è basso l’indice terapeutico tanto minore è la differenza fra la dose efficace e la dose tossica del farmaco).
Metotrexato: nei pazienti con malattia di crohn, artrite reumatoide e artrite psoriasica, il metotrexato e altri farmaci immunomodulatori sono stati associati a riduzione della formazione di anticorpi verso infliximab e ad aumento della concentrazione sierica di infliximab.
Tiopurina, azatioprina, 6-mercaptopurina: nei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali il rischio di malattie linfoproliferative è risultato simile o leggermente superiore a quello osservato nella popolazione generale. La somministrazione di tiopurina in monoterapia o in associazione ai farmaci anti-TNF-alfa come l’infliximab è risultata aumentare tale rischio (tasso standardizzato di incidenza: 1,0 per pazienti non trattati con tiopurina o farmaci anti-TNF-alfa vs 0,3 per pazienti precedentemente trattati con tiopurina vs 1,4 per pazienti ancora in trattamento attivo con tiopurina vs 5,5 per pazienti precedentemente trattati con farmaci anti-TNF-alfa con o senza tiopurina vs 4,4 per pazienti ancora in trattamento con farmaci anti-TNF-alfa) (Herrinton et al., 2011). Appartengono al gruppo della tiopurina anche l’azatioprina e la 6-mercaptopurina: dati di letteratura suggeriscono un aumento del rischio di linfoma anche quando l’infliximab è somministrato in associazione a questi farmaci nel trattamento del morbo di Crohn (Lakatos, 2009).
Vaccini vivi: la contemporanea associazione con infliximab potrebbe dare luogo allo sviluppo di infezioni (Bresnihan, Cunnane, 2003). Nei neonati nati da madri trattate con infliximab durante la gravidanza si raccomanda di posporre le vaccinazioni con vaccini vivi dopo il sesto mese di età del bambino per ridurre il rischio di possibili infezioni dovute al vaccino (Djokanovic et al., 2011).