Il fluticasone, nell’ambito della classe terapeutica di appartenenza, presenta maggiore tollerabilità in quanto il suo assorbimento sistemico è limitato dall’esteso metabolismo di primo passaggio a cui va incontro e, dal punto di vista farmacodinamico, ha una maggiore affinità per i recettori glucocorticoidi. Per questo motivo il suo utilizzo è esteso anche in età pediatrica. La terapia con fluticasone, se somministrato in associazione a farmaci agonisti beta-2 adrenergici, permette di ridurre il dosaggio di questi ultimi, limitando gli effetti collaterali che ne derivano.
Ad alte dosi, tuttavia, gli effetti collaterali possono aumentare maggiormente in rapporto agli effetti benefici prodotti, per la mancanza di una linearità nella curva dose-risposta. Permangono, inoltre, alcune alterazioni morfologiche che causano iperreattività bronchiale in seguito a trattamento.
Sulla base dei dati clinici disponibili sulla tollerabilità dei corticosteroidi somministrati per via inalatoria, il fluticasone sembrerebbe associato ad una maggior incidenza di effetti collaterali sistemici rispetto alla budesonide (Pandya et al. 2014). Il fluticasone, infatti, possiede proprietà farmacocinetiche tali (alto grado di lipofilia, grande volume di distribuzione, lunga emivita plasmatica) da esercitare un effetto più marcato sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, rispetto a budesonide (Taussig, Landau, 2008).
Cavo orale: candidosi, disfonia da miopatia localizzata nelle corde vocali. Più comunemente si può verificare erosione dei denti, in seguito a somministrazione di formulazioni in polvere a basso valore di pH (Randell et al., 2003).
Centrali: cefalea, gusto sgradevole, odore sgradevole.
Endocrini: inibizione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene; riduzione della velocità di crescita nei bambini.
Il rischio di soppressione surrenalica è maggiore quando il fluticasone è somministrato per via inalatoria a dosaggio elevato e/o per tempi prolungati. L’insufficienza surrenalica può essere accompagnata da diminuzione di densità ossea che nelle donne in menopausa può essere trattata con estrogeni (Lipworth, 1999). Sono state riportate comunque segnalazioni di soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene a dosaggi anche bassi (200 microgrammi al giorno) in volontari sani (riduzione del 43% dell’escrezione notturna di cortisolo rispetto al placebo) (Lipworth, 2001).
Ad un dosaggio compreso tra 250 e 1000 microgrammi, il fluticasone ha causato un’ insufficienza surrenalica di entità maggiore rispetto a budesonide, in termini di livelli di cortisolo plasmatici e urinari (Clark, Lipworth, 1997).
Muscoloscheletrici: riduzione della densità minerale ossea.
Analogamente agli altri corticosteroidi, il fluticasone può alterare il metabolismo osseo ma a dosi terapeutiche, somministrato per via intranasale o inalatoria, non sembra causare una diminuzione della densità minerale ossea significativa, fratture ossee o osteoporosi (Bartkowiak-Emeryk et al., 2004; Ferguson et al., 2009; Ozkaya et al., 2012; Maspero et al., 2013).
Oftalmici: Cataratta e glaucoma (meno frequente).
Respiratori: epistassi, secchezza e irritazione nasale, secchezza e irritazione della gola, perforazione del setto nasale, (somministrazione inalatoria) polmonite.
I pazienti con malattia polmonare cronica ostruttiva (bpco) che assumono il fluticasone per via inalatoria sono esposti a un rischio aumentato di polmonite, i cui sintomi sono simili alle manifestazioni di un peggioramento della bpco (European Medicines Agency - EMA, 2016).
Sistemici: reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche, broncospasmo, eruzione cutanea, edema del viso e della lingua (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2013; Vella, 2008).