Attacco acuto di asma: fluticasone non è indicato in caso di attacco acuto asmatico o di evento di riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva (bpco). In questi casi, infatti, è preferibile il ricorso a un broncodilatatore a breve durata d’azione (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2014).
Infezioni del cavo orale: è opportuno risciacquare accuratamente la bocca con acqua dopo ogni somministrazione e ricorrere a spaziatori ad ampio volume per limitare il deposito del farmaco nel cavo orale e quindi ridurre il rischio di infezioni orofaringee da candida (Vella, 2008).
Broncospasmo paradosso: in pazienti in terapia con fluticasone inalatorio che manifestano un peggioramento della sintomatologia (broncospasmo paradosso) l’aggiunta di un farmaco beta2-agonista a lunga durata d’azione può migliorare la funzionalità polmonare (Ni Chroinin et al., 2005).
Soppressione surrenalica: è necessario considerare il rischio potenziale di suppressione surrenalica, che aumenta in caso di terapie a dosaggio elevato o prolungate nel tempo (Bartkowiak-Emeryk et al., 2004). In caso si sospetti tale situazione è opportuno valutare la funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene mediante il test della stimolazione con ACTH e il test del cortisolo libero (Gandhi et al., 2002; Niewoehner, 2004).
Sospensione del trattamento: è opportuno sospendere il trattamento con il fluticasone in modo graduale per minimizzare il rischio di incorrere in insufficienza surrenalica che può verificarsi dopo una brusca sospensione del farmaco (Bartkowiak-Emeryk et al., 2004).
Disturbi della vista: il fluticasone può causare lo sviluppo di glaucoma e cataratta. I pazienti con questi fattori di rischio o con difetti alla vista, pertanto, dovrebbero essere monitorati durante il trattamento.
Pazienti con insufficienza epatica: in questa situazione il metabolismo di primo passaggio del fluticasone può essere rallentato, con conseguente aumento dell’esposizione sistemica al farmaco e del rischio di andare incontro a reazioni avverse.
Ritardo nella crescita: il fluticasone somministrato per il trattamento della rinite o dell’asma, alle dosi raccomandate, può indurre un ritardo della crescita nei bambini. In uno studio clinico che ha valutato l’impatto di fluticasone (110 mcg/die) sulla crescita lineare in bambini di età compresa fra 5 e 8,5 anni con rinite allergica perenne, la velocità di crescita è risultata ridotta, in media, di 0,27 cm/anno rispetto al gruppo non trattato con il farmaco (Lee et al., 2014). Nel trattamento dell’asma persistente la minor velocità di crescita (media di 0,5 cm/anno) è risultata dipendere dal tipo di corticosteroide utilizzato (non in tutti gli studi clinici) e dalla dose somministrata (con dosi elevate l’effetto è maggiore; in una revisione che ha preso in considerazione più studi clinici comunque non sono risultate differenze fra dosi medie o basse di corticosteroide inalatorio sull’impatto sulla velocità di crescita) (Zhang et al., 2014; Pruteanu et al., 2014). In uno studio clinico durato 3 anni, il gap di crescita nei bambini trattati con fluticasone per asma è stato in parte recuperato nei 12 mesi successivi alla somministrazione del farmaco, con una differenza statisticamente significativa di 0,7 cm fra gruppo trattato e gruppo placebo (Zhang et al., 2014).
In caso di trattamento prolungato nel tempo, si raccomanda di monitorare la crescita lineare dei bambini e ridurre la dose di corticosteroide inalatorio, incluso il fluticasone, alla minima dose efficace (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2014a; Pruteanu et al., 2014).
Polmonite: i pazienti affetti da bpco (malattia polmonare cronica ostruttiva) che assumono il fluticasone per via inalatoria sono esposti a rischio maggiore di contrarre un’infezione ai polmoni (polmonite). Pertanto si raccomanda di porre attenzione all’insorgenza di eventuali sintomi e, nell’eventualità, di avvisare immediatamente il medico (Suissa et al., 2013; European Medicines Agency - EMA, 2016).
Doping: la somministrazione di fluticasone a scopi non terapeutici negli atleti costituisce pratica d doping e può determinate positività ai test anti-doping. Il fluticasone è inserito infatti nella classe S9 (Glucocorticoidi) della lista delle sostanze proibite redatta dalla World Anti-Doping Agency (WADA) (edizione 2019). I glucocorticoidi rientrano tra le sostanze proibite in gara ed è vietata la somministrazione per via orale, endovenosa, intramuscolare e rettale (The World Anti-Doping Code International Standard, Prohibited list, 2019).
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