Sovradosaggio: dosi elevate di claritromicina possono provocare disturbi gastrointestinali.
Il sovradosaggio va trattato con lavanda gastrica e terapia di sostegno.
La claritromicina non è dializzabile.
Tossicità embriofetale: in vivo la claritromicina è stata associata ad un aumentato del tasso di anomalie cardiovascolari e palatoschisi nella prole, per dosi rispettivamente da 6 a 25 volte superiori a quelle terapeutiche per l'uomo. In uno studio condotto in donne che avevano assunto l'antibiotico durante il primo trimestre di gravidanza o all'inizio del secondo e in un altro studio retrospettivo su nati esposti in utero al farmaco, l'incidenza di malformazioni congenite è risultata sovrapponibile a quella della popolazione generale.
Mutagenicità: la claritromicina non sembra provocare mutagenesi.
DL50: dopo somministrazione orale: maggiore di 300 mg/kg (cane, scimmia); maggiore di 5 g/kg (topo, ratto).