La claritromicina sembra essere particolarmente efficace nelle faringiti streptococciche e può sostituire validamente le penicilline (verso cui si è sviluppata resistenza).
È attiva anche nei confronti di almeno 20 ceppi di Mycobacterium avium responsabili dell'insorgenza di resistenza a farmaci antitubercolari come isoniazide e rifampicina.
Superinfezioni: come con altri antibiotici, possono manifestarsi, anche se raramente, superinfezioni da batteri resistenti o da miceti: in questi casi si consiglia di interrompere il trattamento e di instaurare una terapia opportuna.
Resistenza crociata: la claritromicina può presentare resistenza crociata con gli altri macrolidi.
Pazienti epatopatici: la somministrazione di claritromicina deve essere effettuata con cautela a pazienti con ridotta funzionalità epatica, perché il farmaco è metabolizzato principalmente a livello epatico. Questo può comportare livelli plasmatici più elevati per il macrolide con un rischio maggiore soprattutto per gli effetti collaterali, incluso il prolungamento dell'intervallo QTc. La claritromicina inoltre è stata associata ad aumento delle transaminasi epatiche e a colestasi epatica. Nei pazienti con insufficienza epatica grave il chemioterapico è controindicato.
Pazienti nefropatici: somministrare claritromicina con cautela. Nei pazienti con clearance della creatinina < 30 ml/min, dimezzare la dose di antibiotico e non superare le 2 settimane di terapia. L'insufficienza renale, modificando la curva di escrezione del farmaco, può comportare livelli ematici più elevati con un maggior rischio di eventi avversi incluso prolungamento dell'intervallo QTc. Nei pazienti con insufficienza renale grave, non somministrare la claritromicina nella formulazione a rilascio modificato.
Pazienti cardiopatici: negli studi clinici disponibili, l'impiego di claritromicina in pazienti con cardiomiopatia ha dato esiti contrastanti in relazione al rischio di mortalità. In attesa di maggiori approfondimenti, la terapia antibiotica con claritromicina dovrebbe essere valutata attentamente.
Pazienti pediatrici: la formulazione per uso parenterale non è autorizzata per l'impiego nei pazienti pediatrici.
Pazienti anziani: somministrare claritromicina con cautela considerando sia la funzionalità epatica sia quella renale.
Polmonite acquisita in comunità (CAP): per la gestione delle polmoniti acquisite in comunità, si raccomanda l'impiego della claritromicina in associazione con un beta-lattamico. Il trattamento in monoterapia non è raccomandato in Italia per l'elevato livello di resistenza verso i macrolidi riscontrato fra i ceppi patogeni più frequentemente coinvolti nelle infezioni respiratorie.
Prolungamento dell'intervallo QTc: la claritromicina è stata associata, raramente, a prolungamento dell'intervallo QTc (rischio di gravi aritmie ventricolari) sia nei pazienti adulti sia pediatrici (incremento medio dell'intervallo QTc pari a 22 mesc). L'associazione con farmaci noti per prolungare l'intervallo QTc aumenta il rischio cardiovascolare. Questo effetto è stato riscontrato anche nella popolazione pediatrica (incremento medio pari a 22 mesc) (Germanakis et al., 2006). Nei pazienti a rischio cardiovascolare, valutare con attenzione la somministrazione della claritromicina.
Farmaci metabolizzati dall'isoenzima citocromiale CYP3A4: poiché la claritromicina è un potente inibitore dell'enzima CYP3A4, la co-somministrazione con farmaci il cui metabolismo dipende da questo enzima può determinare un aumento anche clinicamente significativo dei livelli plasmatici dei farmaci substrato del CYP3A4.
Eletriptan, eplerenone, guaranà, ivabradina, mizolastina, reboxetina, sertindolo, simvastatina, sirolimus, tolterodina: l'associazione con claritromicina non è raccomandata.
Antiaritmici (amiodarone, chinidina, disopiramide), astemizolo, ciclosporina, colchicina, quetiapina, saquinavir, sildenafil, verapamil: la co-somministrazione con claritromicina richiede cautela. Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di alcuni farmaci.
Benzodiazepine: la co-somministrazione con claritromicina richiede cautela soprattutto nei pazienti più sensibili agli effetti sedativi delle benzodiazepine e nei pazienti anziani.
Carbamazepina: evitare la somministrazione con claritromicina. In caso di associazione ridurre la dose dell'antiepilettico del 25-50% e monitorarne periodicamente la concentrazione.
Cimetidina: può prolungare l'assorbimento della claritromicina con una riduzione del picco plasmatico sia del macrolide che del metabolita attivo. E' stato inoltre osservato un incremento significativo del tempo di picco plasmatico per il 14-idrossi-derivato e un aumento dell'emivita sia della claritromicina sia del metabolita. Le variazioni farmacocinetiche riscontrate per il 14-idrossi-derivato potrebbero avere rilevanza clinica in caso di infezioni sostenute da patogeni verso cui l'efficacia antibatterica della claritromicina dipende dal suo metabolita come nel caso dell'Haemophilus influenzae.
Digossina: monitorare i livelli sierici del glucoside quando somministrato contemporaneamente a claritromicina. L'interazione farmacologica può comportare un aumento della tossicità della digossina: nausea, vomito, confusione.
Efavirenz: con claritromicina può aumentare l'incidenza di rash cutanei.
Esomeprazolo: la claritromicina riduce il metaboliso dell'esomeprazolo duplicando il valore dell'AUC sia in soggetti metabolizzatori veloci del CYP2C19 sia in quelli con genotipo lento (Hassan-Alin et al., 2006).
Maraviroc: in associazione a claritromicina non superare la dose di 150 mg bid.
Rifabutina: in associazione a claritromicina potrebbe verificarsi una diminuzione della copertura antimicrobica e un aumento della tossicità della rifabutina (uveite e neutropenia). La co-somministrazione non è raccomandata; nel caso monitorare attentamente eventuali sintomi o segni di tossicità.
Ritonavir: nei pazienti con insufficienza renale trattati contemporaneamente con l'antivirale e la claritromicina è necessario ridurre il dosaggio del ritonavir del 50% (CLcr: 30-50 ml/min) oppure del 75% (CLcr < 30 ml/min).
Teofillina: monitorare eventuali segni/sintomi di tossicità da teofillina nei pazienti che ricevono questo farmaco contemporaneamente a claritromicina.
Zidovudina: nei pazienti in terapia con zidovudina che assumono claritromicina è necessario sfalsare le somministrazioni dei due farmaci. Questo non è richiesto quando la claritromicina è somministrata in forma granulare nei pazienti pediatrici.
Warfarin: monitorare l'indice INR (rischio di sanguinamento). Nella maggior parte dei pazienti, gli effetti collaterali conseguenti all'interazione macrolidi-warfarin si sono manifestati durante la prima settimana di assunzione dell'antibiotico (ematoma, emottisi, ematuria, melena ed emorragia retroperitoneale).
Nota:
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