Sovradosaggio: in seguito all’assunzione di eccessive dosi di ciprofloxacina possono insorgere attacchi convulsivi, capogiri, tremore, cefalee, confusione mentale, stanchezza, allucinazioni, disturbi gastrointestinali, anomalie epatiche e renali, cristalluria, ematuria, prolungamento dell’intervallo QT; danno renale reversibile (in caso di sovradosaggio acuto ed estremo). In caso di overdose, può essere opportuno eseguire una lavanda gastrica o somministrare carbone attivo e antiacidi contenenti calcio o magnesio, per ridurre l’assorbimento della ciprofloxacina. Tenere sotto osservazione il paziente e fornire un trattamento sia sintomatico sia di sostegno; monitorare la funzionalità renale ed idratare il paziente per evitare la deposizione di cristalli nelle urine. L’emodialisi o la dialisi peritoneale permettono di eliminare solo una minima quantità del farmaco (<10%).
Tossicità cronica: negli studi di tollerabilità sub-acuta (4 settimane), subcronica (3 mesi) e cronica (6 mesi) la ciprofloxacina è stata generalmente ben tollerata; solo in alcune specie animali, sono stati osservati reazioni pseudo-allergiche dovute al rilascio di istamina, deposizione di cristalli nelle urine ed alterazioni tubulari renali. I danni renali non sono dovuti ad un’azione tossica primaria del farmaco sul tessuto renale, bensì alla precipitazione di cristalli (formati da ciprofloxacina, magnesio e proteine) all’interno dei tubuli renali. Alcuni chinoloni in vivo, hanno causato alterazioni (di entità variabile, in funzione dell’età, delle specie animale, e della dose impiegata) alle grandi articolazioni che sopportano il peso negli animali immaturi, osservabili anche a mesi di distanza dal trattamento; il danno può tuttavia essere diminuito sgravando le articolazioni dal peso. Anche se il farmaco si lega alla retina, è stato dimostrato in vivo che non causa nessun danno a tale organo.
Cancerogenesi: dagli studi condotti in vivo non è emersa nessuna evidenza di cencerogenicità della ciprofloxacina.
Mutagenesi: gli studi condotti in vivo non hanno evidenziato una significativa attività mutagena della ciprofloxacina.
Tossicità riproduttiva: la ciprofloxacina è posta in classe C di rischio teratogeno (farmaci per i quali studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto (teratogenico, letale o altro) e non ci sono studi controllati in donne oppure non sono disponibili studi né sull’uomo né sull’animale. Il farmaco dovrebbe essere dato solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto). In vivo i chinoloni provocano danni articolari negli animali immaturi e nei loro feti; tuttavia nell’uomo, il loro impiego nel primo trimestre di gravidanza non è stato associato a danno fetale (Schaefer et al., 1996; Loebstein et al., 1998). Alle dosi normalmente utilizzate nella pratica clinica, il rischio teratogeno associato all’impiego di chinoloni è probabilmente basso, ma data la scarsa disponibilità di dati al riguardo non è possibile affermare con certezza la loro assoluta sicurezza (Friedman, Polifka, 2000) ed è pertanto controindicato l’uso di tali antibiotici in gravidanza, salvo casi eccezionali (es. infezione grave non trattabile con altri agenti antimicrobici) (Garbis et al., 2001).
DL50: dopo somministrazione orale, circa 5000 mg/Kg (nel topo e nel ratto), 2500 mg/Kg (nel coniglio); dopo somministrazione endovena, circa 290 mg/Kg (nel topo), 145 mg/Kg (nel ratto), 125 mg/Kg (nel coniglio), 250 mg/Kg (nel cane).