L’indice terapeutico della Cannabissativa è pari a 40.000:1 (Gurley et al., 1998).
La Cannabis stimola il sistema nervoso centrale alterando la percezione della realtà; agisce in modo particolare sui processi della memoria e sulle prestazioni cognitive che risultano inibite. La droga provoca disordini psichici che vengono accentuati nei pazienti già sintomatici, mentre perdita di motivazione compare nei consumatori cronici della droga.
La sedazione, la perdita di attenzione e l’alterazione nella coordinazione motoria indotti dalla Cannabis, rendono pericolosa la guida di automezzi e veicoli, l’assunzione contemporanea di alcool peggiora significativamente le performance individuali.
A livello cardiovascolare, l’uso di Cannabisè accompagnato da tachicardia e ipotensione ortostatica.
Altri effetti collaterali comparsi durante l’uso di Cannabis(uso voluttuario) sono stati ginecomastia, diminuzione della fertilità e delle difese immunitarie.
La Cannabissativa provoca dipendenza di tipo psicologico. Nei fumatori di marijuana (droga a base di Cannabis) la mancata assunzione della droga provoca dei sintomi di sospensione nelle 24-48 ore successive che comprendono irritabilità, ansietà, nervosismo, difficoltà ad addormentarsi e aggressività (Prescrire Int., 2001).
Gli effetti collaterali segnalati negli studi clinici relativi alla somministrazione (spray orale) dell’estratto standardizzato di Cannabis sativa (contenuto standardizzato in delta-9-tetraidrocannabinolo, THC, e cannabidiolo, CBD) sono riportati di seguito.
Negli studi clinici vs placebo relativi all’impiego dell’estratto standardizzato di Cannabis sativa (contenuto standardizzato in delta-9-tetraidrocannabinolo, THC, e cannabidiolo, CBD) in diverse condizioni neurologiche, la percentuale di pazienti che ha interrotto la somministrazione del farmaco per effetti collaterali è risultata pari al 7,1% vs 2,4% nel gruppo placebo (Scheda prodotto Sativex, 2006).
Effetti collaterali osservati nei trial clinici con l’estratto standardizzato di Cannabis
Cardiovascolari: tachicardia, palpitazione, ipotensione ortostatica.
L’ipotensione ortostatica è stata osservata sporadicamente, soprattutto in caso di passaggio brusco alla posizione eretta.
Centrali: vertigini, disgeusia (alterazione del gusto); sensazione di ubriachezza, disturbi dell’attenzione, amnesia, disturbi della memoria, sonnolenza, letargia, disorientamento, dissociazione, stato d’euforia; (meno frequenti) allucinazioni, illusioni, paranoia, sincope, ideazione di suicidio.
Gli effetti psichici indotti dalla Cannabis sativa inducono nel paziente un’alterata percezione della realtà e prestazioni cognitive e mnemoniche ridotte; sono dose dipendenti e tendono ad aumentare di frequenza e intensità con l’aumentare della dose. Tali effetti dipendono soprattutto dal tetraidrocannabinolo e sono attenuati dalla presenza del cannabidiolo probabilmente per interazione farmacodinamica (Karschner et al., 2011).
Se compaiono sintomi psichici ridurre la dose di Cannabis estratto standardizzato e/o aumentare l’intervallo di tempo fra una somministrazione e la successiva.
Gastrointestinali: nausea, secchezza della bocca (xerostomia), dolore alla bocca, dolore alla lingua (glossodinia), diarrea, costipazione, ulcere alla mucosa della bocca, vomito; (meno frequenti) dolore addominale, decolorazione della mucosa della bocca, esfoliazione della mucosa orale, stomatite, decolorazione dei denti.
Muscoloscheletrici: sensazione di pesantezza.
Oftalmici: visione offuscata.
Respiratori: faringite, tosse.
Sistemici: affaticamento, dolore al sito di applicazione, debolezza, aumento dell’appetito, sete, letargia, cadute accidentali.
Confrontando l’incidenza degli effetti al sito di applicazione nei pazienti trattati con l’estratto standardizzato di Cannabis sativa o con il placebo, è possibile che l’irritazione e il bruciore percepiti dai pazienti siano dovuti soprattutto agli eccipienti, etanolo e glicol propilene (6-7% dei pazienti sia con il farmaco sia con il placebo), a differenza di quanto osservato per la formazione di ulcere (3% vs 0,6% rispettivamente con Cannabis e placebo).
Il Sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità ha raccolto 18 segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse a preparazioni magistrali di cannabis per uso medico nel periodo giugno 2014-giugno 2016 (Epicentro, 2016). La cannabis è stata utilizzata per trattare il dolore neuropatico (14 casi), come terapia di supporto e paliativa (2 casi), inappetenza e dolore oncologico (1 caso), cefalea (1 caso). In poco più della metà dei casi (11) i pazienti (età media: 52 anni) erano in terapia anche con altri farmaci. Il 67% dei casi faceva riferimento a pazienti di sesso femminile. Le reazioni riportate hanno compreso: reazioni di tipo psichiatrico (disforia, panico, allucinazioni visive, stordimento, sopore), inefficacia, reazioni cutanee (prurito, rossore e gonfiore di palpebre e volto), spasmo della laringe, gonfiore del volto. Quattro segnalazioni sono state definite gravi e per ciascuna di queste la relazione di causalità tra reazione avversa e assunzione della cannabis è risultata probabile. In tre casi c’è stato un errore di dosaggio: la quantità di cannabis somministrata era superiore alla dose prescritta. La cannabis è stata somministrata per via orale in 10 casi su 11 e in 1 caso per via inalatoria.