Sovradosaggio: il sovradosaggio si manifesta solitamente con una depressione del sistema nervoso centrale, caratterizzata da sintomi che variano dalla sonnolenza al coma: letargia, confusione mentale, atassia, ipotomia, ipotensione, depressione respiratoria; raramente possono portare alla morte (il rischio aumenta se c'è l'assunzione concomitante di altri deprimenti del sistema nervoso centrale, come l'alcool). In caso di sovradosaggio indurre il vomito, se il paziente è cosciente, e si può intervenire entro un'ora dall'assunzione del farmaco, o procedere con la lavanda gastrica, se il paziente è privo di conoscenza. Se non si evidenzia un miglioramento con lo svuotamento dello stomaco è necessario ridurre l'assorbimento con la somministrazione di carbone attivo. Esperimenti in vivo hanno dimostrato che l'emodialisi e la diuresi forzata hanno una scarsa utilità nel trattamento del sovradosaggio da alprazolam.
Dipendenza e abuso: l'alprazolam, come le altre benzodiazepine, provoca dipendenza fisica e psichica dopo somministrazione continua e regolare. I pazienti con una storia di alcolismo o di abuso di droghe che segnalano sensazioni di euforia dopo l'assunzione di alprazolam hanno un rischio più elevato di abuso del farmaco. Inoltre, i rapidi aumenti e riduzioni delle concentrazioni sieriche dell'alprazolam a rilascio immediato possono favorire la tendenza all'abuso.
Sindrome astinenziale: la sospensione improvvisa dell'alprazolam genera crisi di astinenza, caratterizzata da ansietà, insonnia, cefalea, sonnolenza, tinnito, anoressia, tremore, irritabilità, ipersensibilità visiva e auditiva, nausea, vomito, crampi addominali, gusto metallico, palpitazione e ipotensione ortostatica. Raramente, la sindrome astinenziale si può presentare con contrazione muscolare, confusione mentale, psicosi, convulsioni, delirio e allucinazioni.
Non è stabilito il meccanismo secondo cui si instaura la dipendenza dal farmaco; le ipotesi proposte coinvolgono effetti di downregulation del recettore gabaergico (Martindale, 1993) e effetti sul sistema loco ceruleo-adrenalina (che vede coinvolti il recettore a2-adrenerigico, il fattore di attivazione delle piastrine-PAF e l'ormone di liberazione della corticotropina-CRH).
Per le benzodiazepine a breve durata d'azione, come l'alprazolam, i sintomi astinenziali si possono verificare anche 24 ore dopo la sospensione del farmaco e in genere si presentano più severi rispetto a quelli indotti da benzodiazepine a lunga durata d'azione (diazepam).
Tossicità ripoduttiva: un'associazione significativa tra malformazioni (labio e palatoschisi e malformazioni più gravi a carico di polmoni, cuore, reni e scheletro) e utilizzo di benzodiazepine in gravidanza è stata evidenziata da alcuni autori ma non confermata da altri, rendendo quindi difficoltosa una valutazione conclusiva sul rischio teratogeno. Secondi alcuni autori, infatti, la somministrazione di alprazolam in gravidanza è stata associata ad effetti teratogeni e a sindrome astinenziale neonatale. La dipendenza e i sintomi dell'astinenza si manifestano nei bambini nati da madri che hanno assunto alprazolam al termine o in prossimità del termine della gravidanza oppure durante l'allattamento (Iqbal et al., 2002).
Per altri autori, invece, le benzodiazepine sono associate a un'alta incidenza di aborti spontanei, ma non a teratogenicità (Ornoy et al., 1998; Brigg et al., 2002).
In una meta-analisi effettuata su 14 studi pubblicati in letteratura dal 1966 al 1995 (Altshuler et al., 1996), è stato evidenziato un rischio significativo (OR= 2,4) di malformazioni specifiche quali labioschisi o palatoschisi.
In un'altra metanalisi che ha considerato 7 studi di coorte e 4 studi caso-controllo, è emersa una correlazione significativa fra uso di benzodiazepine in gravidanza e malformazioni maggiori (OR=3,1), in modo specifico per palatoschisi (OR=1,79), negli studi caso-controllo ma non di coorte (Dolovich et al., 1998). Questa metanalisi presentava però limiti di metodologia.
Tossicità cronica: negli esperimenti in vivo la somministrazione di dosi elevate di alprazolam per lunghi periodi ha determinato un incremento della cataratta nelle femmine e una tendenza alla vascolarizzazione corneale nei maschi.
DL50: Dopo somministrazione orale: maggiore di 1000 mg/kg (topo, ratto). Dopo somministrazione intraperitoneale: 375 mg/kg (topo).