L’acido folico è presente negli alimenti come derivato poliglutammato e per essere assorbito deve essere idrolizzato a monoglutammato e quest’ultimo a sua volta trasformato in tetraidrofolato. Per il suo assorbimento richiede l’azione di una pteroil-gamma-glutamilcarbossilasi presente a livello del digiuno e della mucosa duodenale.
L’acido folico viene assorbito tramite un sistema di trasporto attivo e uno passivo. Il primo agisce a pH 6 per piccola quantità di folati; il secondo a pH superiore a 6 per quantità di folati maggiore. L’assorbimento decresce con l’incremento della quantità di folati somministrata.
L’acido folico, sotto forma di tetraidrofolato, viene trasportato, legato alle proteine plasmatiche, nei vari tessuti dell’organismo.
La capacità di legame tissutale è funzione della carenza di acido folico, della velocità mitotica del tessuto e di alcune patologie eventualmente presenti (uremia, neoplasie, alcoolismo).
Nel fegato e nel plasma i folati subiscono reazioni di riduzione e metilazione che portano alla formazione di metaboliti attivi (5-metiltetraidrofolati) e di derivati poliglutammati che rappresentano forme di deposito dei cofattori folici.
L’acido folico attraversa la barriera placentare con trasporto passivo (la concentrazione di acido folico nel funicolo ombelicale è superiore ai livelli sierici materni).
Viene escreto nel latte materno.
Sotto forma di derivati dell’acido tetraidrofolico l’acido folico subisce ricircolo enteroepatico.
Viene eliminato con le urine (4-5 mcg/die) e solo in piccola concentrazione nelle feci.
L’acido folico viene rimosso da emodialisi.