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Oxicodone

Targin, Oxycontin, Depalgos


Indicazioni - Quali sono le indicazioni terapeutiche di Oxicodone?

L'oxicodone è indicato nel trattamento del dolore severo trattabile solo con analgesici oppioidi. (leggi)

Posologia - Qual è la posologia di Oxicodone?

Riportiamo di seguito la posologia dell'oxicodone nelle diverse indicazioni terapeutiche. (leggi)

Controindicazioni - Quando non si deve usare Oxicodone?

L'oxicodone è controindicato in caso di ipersensibilità. (leggi)

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Oxicodone?

L’uso di oxicodone può indurre tolleranza e dipendenza. (leggi)

Interazioni - Quali sono le interazioni farmacologiche di Oxicodone?

L’oxicodone è metabolizzato principalmente dall’isoenzima citocromiale CYP3A4 e in minor misura dall’isoenzima CYP2D6. (leggi)

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Oxicodone?

Gli effetti collaterali più frequenti associati alla trattamento analgesico con oxicodone comprendono stitichezza (stipsi), nausea, vomito, sonnolenza, confusione, capogiri, mal di testa, bocca secca, prurito. (leggi)

Tossicità - Qual è la tossicità di Oxicodone?

In caso di sovradosaggio da oxicodone può insorgere depressione respiratoria. (leggi)

Farmacologia - Come agisce Oxicodone?

L’oxicodone è un analgesico oppioide semi-sintetico derivato dalla tebaina, strutturalmente simile all’idrocodone. (leggi)

Farmacocinetica - Qual è il profilo farmacocinetico di Oxicodone?

Dopo somministrazione orale, l’oxicodone è assorbito nel tratto gastrointestinale. (leggi)

Classificazione - Qual è la formula di struttura di Oxicodone?

La formula bruta di oxicodone è C18H21NO4. (leggi)

Bibliografia - Quali fonti bibliografiche per Oxicodone?

Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a oxicodone sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)

Specialità - Quali sono le specialità medicinali che contengono Oxicodone?

Oxicodone è prescrivibile nelle specialità commerciali Ossicodone, Oxicodone, Oxycontin, Depalgos, Algalt, Dolstip, Elatrex, Elipsodox, Oxypronal. (leggi)

 

L’oxicodone è un analgesico oppioide semi-sintetico derivato dalla tebaina, strutturalmente simile all’idrocodone. E’ un agonista dei recettori degli oppioidi a livello del sistema nervoso centrale.

E’ indicato nel trattamento del dolore severo quando è necessario l’uso di analgesici oppioidi. La via di somministrazione è orale come formulazione a rilascio immediato (5-15 mg di oxicodone ogni 4-6 ore) oppure come oxicodone a rilascio prolungato (10 mg ogni 12 ore). Spesso è somministrato in associazione a paracetamolo (5 mg di oxicodone più 325 mg di paracetamolo 3 o 4 volte al giorno) o a naloxone (10 mg di oxicodone più 5 mg di naloxone ogni 12 ore). Il naloxone è un antagonista oppioide che combinato con oxicodone ne limita gli effetti gastrointestinali, in particolare la stitichezza.

L’oxicodone è controindicato in caso di ipersensibilità, nei bambini con meno di 12 anni, in caso di depressione respiratoria e malattie broncopolmonari gravi associate a ridotta capacità respiratoria (asma, broncopneumopatia ostruttiva), in caso di cuore polmonare e ileo paralitico (blocco intestinale).

Condizioni che richiedono cautela nella somministrazione dell’oxicodone, perchè potrebbero essere aggravate dagli effetti farmacologici dell’oppioide: insufficienza respiratoria, insufficienza surrenalica, ipotiroidismo, malattie infiammatorie intestinali, spasmi biliari, iperplasia prostatica, alcolismo, delirium tremens, ipotensione/shock, lesione cranica, convulsioni, interventi chirurgici.

Nei pazienti con insufficienza renale o epatica, la riduzione della clearance dell’oxicodone può indurre un aumento della sua tossicità così come nei pazienti anziani o debilitati che risultano più sensibili agli effetti collaterali dell’oppioide.

In gravidanza, la somministrazione prolungata dell’oxicodone può determinare la comparsa di sintomi di astinenza nel neonato. La somministrazione durante il parto può indurre depressione respiratoria nel bambino. Durante l’allattamento l’uso del farmaco può provocare nel neonato sonnolenza eccessiva e difficoltà ad alimentarsi. Nelle donne che allattano è pertanto preferibile usare un altro tipo di analgesico.

L’oxicodone è metabolizzato a livello intestinale ed epatico dagli enzimi citocromiali, in particolare dal CYP3A4 e CYP2D6. Il primo catalizza la conversione dell’oxicodone a noroxicodone (via metabolica principale), il secondo catalizza la conversione a oximorfone (via metabolica secondaria). I farmaci che inibiscono o inducono questi due enzimi possono dare luogo ad interazioni farmaco-farmaco clinicamente significative. Tra gli inibitori del CYP3A4 troviamo antibiotici macrolidi (claritromicina, eritromicina, telitromicina), antimicotici triazolici (ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo), inibitori delle proteasi (indinavir, ritonavir, nelfinavir, saquinavir), cimetidina e succo di pompelmo. Gli induttori del CYP3A4 comprendono rifampicina, carbamazepina, fenitoina e l’iperico o Erba di San Giovanni).

La somministrazione di oxicodone con farmaci attivi sul sistema nervoso centrale (barbiturici, benzodiazepine, fenotiazine, antidepressivi triciclici, inibitori delle monoamino ossidasi, anestetici generali, miorilassanti, altri agonisti oppioidi) potenziano gli effetti farmacologici centrali dell’oxicodone, in particolare la depressione respiratoria. L’associazione con gli inibitori delle monoamino ossidasi incluse le due settimane successivi all’uso di questi farmaci è controindicata nei pazienti che assumono oxicodone.

L’oxicodone induce tolleranza e dipendenza. L’interruzione improvvisa del farmaco provoca pertanto sindrome da astinenza che dura qualche giorno e si manifesta con midriasi, lacrimazione, rinorrea, tremore, agitazione, ansia, sudorazione eccessiva, dolori muscolari, convulsioni, insonnia.

Il rischio di dipendenza psicologica, legata agli effetti euforizzanti, di distacco dalla realtà (perdita della percezione degli stimoli) e sedazione, si verifica soprattutto quando gli oppioidi agonisti sono somministrati per via parenterale. Nel caso dell’oxicodone il rischio di dipendenza psicologica diventa elevato quando il farmaco è assunto a scopo voluttuario.

Poichè il rischio di abuso del farmaco presenta un profilo simile a quello degli oppioidi forti come la morfina, l’oxicodone non dovrebbe essere utilizzato nei pazienti che hanno alle spalle una storia di dipendenza da sostanze (alcol, droga o farmaci). L’abuso di oxicodone si configura come uso parenterale. Poichè l’oxicodone è formulato per la somministrazione orale, è controindicata sia la somministrazione parenterale (alcuni eccipienti della compressa, come il talco, possono provocare necrosi tissutale e granulomi del polmone) sia la sua frantumazione, in caso di compressa a rilascio prolungato, per il rischio di intossicazione (assorbimento rapido anziché prolungato della dose di oxicodone contenuta nella compressa).

Gli effetti collaterali più frequenti associati al trattamento terapeutico con oxicodone comprendono stitichezza (stipsi), nausea, vomito, sonnolenza, confusione, capogiri, mal di testa, bocca secca, prurito. In caso di sovradosaggio, il problema principale è rappresentato dalla depressione respiratoria. Altri sintomi comprendono: miosi, sonnolenza e sedazione, ipotonia, ipotensione, ridotta frequenza cardiaca. L’intossicazione oxicodone può essere trattata con la somministrazione parenterale dell’antagonista naloxone.

Ma come agisce l’oxicodone? L’oxicodone è un agonista dei recettori degli oppioidi mu e kappa. Questi recettori sono associati a canali ionici e modulano il flusso di cationi transmembrana.

La stimolazione dei recettori mu determina analgesia, euforia, depressione respiratoria, miosi, diminuzione della motilità gastrointestinale e dipendenza fisica.

La stimolazione dei recettori kappa provoca anch’essa analgesia, miosi, depressione respiratoria e inoltre disforia, disorientamento e perdita della personalità. In particolare il recettore kappa è coinvolto nella percezione del dolore viscerale: nel trattamento di questa forma di dolore, l’oxicodone è risultato superiore alla morfina.

I farmaci oppioidi determinano inoltre un aumento del tono muscolare dell'apparato gastrointestinale (stomaco, duodeno, intestino, sfinteri) e dell'apparato urinario (uretere, muscolo detrusore della vescica, sfintere vescicale), con conseguente costipazione, rallentamento della digestione e ritenzione urinaria.

L’oxicodone è somministrato per via orale. Subisce effetto di primo passaggio epatico in misura minore rispetto ad altri oppioidi che determina una biodisponibilità pari all’80%. Il tempo di picco plasmatico dipende dal tipo di formulazione: circa 1 ore per la formulazione a rilascio immediato, 3 ore per quella a rilascio controllato. Considerando la formulazione a rilascio immediato, l’effetto analgesico si manifesta in circa 15 minuti e raggiunge il valore massimo dopo 1-2 ore. Il volume di distribuzione è pari a 2,6 L/kg, l’emivita è compresa fra 4-6 ore e la clearance plasmatica è pari a 0,8 L/min.

L’oxicodone è metabolizzato a noroxicodone e oximorfone che a loro volta sono convertiti in metaboliti coniugati. Nelle urine si ritrova l’oxicodone tal quale (19%) e i metaboliti coniugati (50%).

L’oxicodone attraversa la placenta ed è escreto nel latte materno.