Dasabuvir, in associazione a ombitasvir/paritaprevir/ritonavir, è indicato per il trattamento dell’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) di genotipi 1a e 1b. (leggi)
Dasabuvir si somministra alla dose di 500 mg/die, da dividere in 2 somministrazioni gornaliere (250 mg due volte al giorno, mattino e sera). (leggi)
Il dasabuvir è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o agli eccipienti contenuti nella formulazione medicinale. (leggi)
Il dasabuvir è sempre prescritto nell’ambito di una terapia di combinazione con altri farmaci antivirali. (leggi)
È stata osservata un’interazione farmacocinetica in vivo con la somministrazione degli antidepressivi escilatopram e duloxetina, i cui livelli in concomitanza della politerapia con dasabuvir aumentano e diminuiscono, rispettivamente. (leggi)
Nell’ambito di due studi clinici di valutazione della sicurezza della somministrazione di dasabuvir in terapia di combinazione con ombitasvir/paritaprevir/ritonavir, con o senza ribavirina, una percentuale pari allo 0,2% dei pazienti ha interrotto il trattamento. (leggi)
Gli studi condotti non hanno riportato evidenza di reazioni significative in seguito all’assunzione di dasabuvir in dosi superiori a quelle raccomandate, fino a 2 g. (leggi)
Dasabuvir è un farmaco antivirale ad azione diretta contro la replicazione del virus dell’epatite C di genotipo 1. (leggi)
Dasabuvir si assume per via orale e viene assorbito nel tratto gastrointestinale. (leggi)
La formula bruta di dasabuvir è C26H27N3O5S. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a dasabuvir sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Dasabuvir è prescrivibile nelle specialità commerciali . (leggi)
Il dasabuvir è un farmaco ad azione antivirale diretta, che inibisce l’attività della polimerasi RNA-dipendente del virus dell’epatite C (HCV) di genotipo 1a o 1b.
È approvato per il trattamento dell’epatite C cronica dovuta a infezione da virus HCV di genotipo 1, in associazione ai farmaci ombitasvir/paripratevir/ritonavir, con o senza ribavirina. Può essere utilizzato per il trattamento dell’epatite C anche in caso di co-infezione con il virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana) o il virus HVB (virus dell’epatite B).
Dasabuvir viene assunto oralmente alla dose di 250 mg, due volte al giorno, per 12 o 24 settimane. Il suo assorbimento avviene lungo il tratto gastro-intestinale ed è massimo quando è assunto insieme al cibo, pertanto l’assunzione di dasabuvir deve svolgersi in concomitanza dei pasti. La concentrazione del dasabuvir nel sangue diviene massima (1030 ng/ml) in 4-5 ore: il farmaco circola in gran parte legato alle proteine plasmatiche ed è metabolizzato dai citocromi CYP2C8 e CYP3A in molecole più piccole, tra le quali la principale è il metabolita M1. Infatti l’uso di dasabuvir è controindicato in caso di co-somministrazione con farmaci induttori o inibitori dell’attività di questi citocromi, a causa dell’aumento o riduzione della quantità di farmaco circolante cui si va incontro.
L’emivita del dasabuvir è di circa 6 ore: viene escreto attraverso la bile, in seguito a ossidazione o glucuronidazione, per azione dell’enzima glucuronosiltransferasi (UGT), oppure per escrezione renale. In vivo si instaurano interazioni farmacologiche tra il dasabuvir e altri substrati dell’enzima UGT: raltegravir, buprenorfina, naloxone, levotiroxina, furosemide.
Allo stesso modo si possono instaurare interazioni farmacocinetiche con i farmaci substrato della glicoproteina-P, quali la rosuvastatina, poiché il dasabuvir ne è esso stesso un substrato.
Il farmaco non può essere assunto in caso di ipersensibilità al dasabuvir ed è controindicato nelle pazienti che assumono contraccettivi orali o altri farmaci contenenti estradiolo.
In caso di pazienti con compromissione epatica moderata bisogna valutare attentamente la possibile comparsa di effetti collaterali, mentre in caso di compromissone epatica grave la somministrazione di dasabuvir è controindicata, perchè in questi pazienti è stato osservato un aumento esponenziale dei valori di farmaco circolante ed, inoltre, sono stati segnalati casi di aggravamento della malattia.
La somministrazione di dasabuvir in corso di gravidanza è da considerare con cautela, in quanto non c’è assoluta certezza circa la sicurezza del farmaco, che passa attraverso la placenta.
In seguito all’assunzione di dasabuvir si può incorrere in manifestazione di pruriti cutanei, anemia, aumento dei valori di bilirubina e transaminasi epatiche circolanti, nausea e senso di debolezza e affaticamento.
Lo studio dell’attività del dasabuvir in vitro ha mostrato la sua selettività per le polimerasi del virus HCV di genotipi 1a o 1b, rispetto a quelle degli altri genotipi o a quelle dei mammiferi.
L’efficacia del dasabuvir in associazione a ombitasvir/paritaprevir/ritonavir è stata dimostrata da diversi trial clinici condotti su pazienti in prima o seconda linea di trattamento: in una percentuale superiore al 90% dei pazienti si è ritrovata una condizione di risposta virologica sostenuta (SVR), ossia di assenza del virus, a 12 settimane dopo la fine del trattamento.