La bromocriptina è indicata nel trattamento della malattia di Parkinson. (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia della bromocriptina nelle diverse indicazioni terapeutiche. (leggi)
La bomocriptina è controindicata in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad altri alcaloidi derivati dell’ergotamina. (leggi)
Sono stati riscontrati fenomeni di sonnolenza e attacchi di sonno in pazienti in trattamento con bromocriptina, soprattutto in quelli che assumono il farmaco per il trattamento della malattia di Parkinson. (leggi)
L’uso concomitante di alcaloidi dell’ergot con bromocriptina potrebbe aumentare il rischio di ipertensione. (leggi)
La bromocriptina può causare effetti cardiovascolari quali ipotensione, ipotensione ortostatica, pallore reversibile di mani e piedi dovuto al freddo (soprattutto in pazienti precedentemente affetti da sindrome di Raynaud). (leggi)
Nonostante la dose letale non sia stata stabilita, è stato registrato un solo caso di morte di un paziente suicida, dopo assunzione di bromocripitina (dose non nota) e clorochina (farmaco antimalarico). (leggi)
La bromocriptina è un agonista dopaminergico dei recettori post sinaptici della dopamina. (leggi)
Dopo sommistrazione orale, la bromocriptina è assorbita velocemente a livello del duodeno. (leggi)
La formula bruta della bromocriptina è C32H40BrN5O5. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla bromocriptina sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Bromocriptina è prescrivibile nelle specialità commerciali Parlodel. (leggi)
La bromocriptina, derivato semisintetico dell’alcaloide ergotamina, è indicata per il trattamento di malattia di Parkinson, ipersecrezione di prolattina nelle donne (galattorrea con o senza amenorrea), adenoma ipofisario prolattina secernente, ipogonadismo maschile prolattino-dipendente, acromegalia (patologia causata da livelli di ormone della crescita troppo alti), disturbi del ciclo mestruale (sindrome premestruale, fase luteinica breve) e diabete di tipo 2.
La dose di bromocriptina dipende dalla patologia da trattare: 1,6-4,8 mg/die (diabete di tipo 2); 5 mg/die (disturbi del ciclo mestruale); 3,75-7,5 mg/die (iperprolattinemia e patologie correlate); 10-20 mg/die (acromegalia); 10-30 mg/die (malattia di Parkinson).
Il farmaco non deve essere somministrato nei pazienti con ipersensibilità agli alcaloidi derivati dell’ergotamina, nei pazienti con ipertensione, incluse le donne che hanno manifestato ipertensione legata alla gravidanza o al post parto, nei pazienti con disturbi mentali in atto o pregressi (verificatesi nel passato), nei pazienti con gravi disturbi del sistema cardiovascolare. La bromocriptina inoltre non deve essere somministrata in gravidanza e nei ragazzi di età inferiore ai 15 anni.
Poiché la bromocriptina si comporta come un agonista del neurotrasmettitore dopamina (ne simula gli effetti a livello di sistema nervoso centrale) il suo utilizzo può indurre disturbi del comportamento di tipo compulsivo (ad esempio shopping compulsivo) afferenti anche alla sfera della sessualità, dell’alimetazione (bulimia), del gioco d’azzardo. Inoltre, nelle forme di sterilità legate ad una secrezione eccessiva di prolattina, la terapia con bromocriptina, ripristinando una normale capacità riproduttiva, espone al rischio di gravidanza. Pertanto chi non desidera una gravidanza deve ricorrere all’uso di contraccettivi meccanici durante la terapia con il farmaco.
La bromocriptina è stata associata a sonnolenza e attacchi di sonno soprattutto nei pazienti trattati per la malattia di Parkinson (attenzione ad attività che richiedono coordinazione costante come la guida); a comparsa di problemi pleuropolmonari soprattutto con la somministrazione di dosaggi elevati (cautela in pazienti con precedenti problemi pleuropolmonari); a comparsa, raramente, di fibrosi retroperitoneale (in presenza di sintomi ricondicibili a questa condizione si raccomanda di interrompere la terapia con bromocriptina).
Poiché la bromocriptina inibisce la lattazione, il farmaco non è raccomandato nelle donne che desiderano allattare.
La somministrazione di bromocriptina deve essere valutata attentamente in associazione a farmaci che inibiscono o inducono il citocromo CYP3A4 (la bromocriptina è metabolizzata estesamente da questo complesso enzimatico), che antagonizzano l’azione della dopamina (la bromocriptina è un agonista dopaminergico), che aumentano i livelli di prolattina (antagonizzano l’azione antiprolattinica della bromocriptina), simpaticomimetici (potenziale aumento del rischio di tachicardia e ipertensione). La bromocriptina inoltre potenzia l’azione della levodopa (effetto additivo).
Gli effetti collaterali più frequenti osservati nei pazienti in terapia con bromocriptina comprendono: cefale, vertigini, nausea, vomito, sitpsi e congestione nasale. Meno frequenti sono ipotensione, inclusa ipotensione ortostatica, allergia cutanea, perdita di capelli, secchezza della bocca, crampi alle gambe, affaticamento. In caso di sovradosaggio i principali sintomi riportati sono stati di tipo gastrointestinale associati a allucinazione e ipotensione severa.
La bromocriptina non è risultata indurre effetti mutageni o cancerogenici (alle dosi terapeutiche in vivo).
Per l’utilizzo in gravidanza, la bromocriptina è stata inserita in classe B (secondo l’agenzia americana che si occupa di farmaci), ovvero nella classe relativa ai farmaci per i quali gli studi riproduttivi sugli animali non hanno evidenziato rischi fetali, e non esistono studi sull’uomo, oppure gli studi sugli animali hanno evidenziato effetti dannosi non confermati però da studi nelle donne.
Ma come agisce la bromocriptina? Il farmaco funziona come agonista sui recettori postsinaptici della dopamina lungo la via nigro-striatale e la via tubero-infundibolare. La prima connette la substantia nigra e il corpo striato; la seconda l’ipotalamo all’ipofisi.
Substanzia nigra e corpo striato fanno parte dei nuclei della base, strutture di sostanza grigia, situate nella parte più interna del cervello, che partecipano nella regolazione e controllo dei movimenti muscolari complessi. Nella malattia di Parkinson si osserva una progressiva perdita di neuroni dopaminergici nella substantia nigra (in particolare nella pars compacta). La bromocriptina, simulando l’azione della dopamina, ripristina la trasmissione dopaminergica lungo la via neuronale che dalla substanzia grigia va al corpo striato.
L’ipotalamo e l’ipofisi sono due strutture strettamente connesse poste alla base cervello che intervengono nella regolazione del sistema ormonale del nostro organismo. Nello specifico l’ipotalamo invia segnali alla porzione anteriore dell’ipofisi (adenoipofisi) attraverso la via dopaminergica tubero-infundibolare. Anomalie dopaminergiche in questa via provocano una secrezione incontrollata di alcuni ormoni tra cui prolattina e ormone della crescita. La bromocriptina, ripristinando la trasmissione dopaminergica, normalizza la secrezione dei due ormoni.