Confezione
Scarica il foglietto illustrativo
Foglietto illustrativo
Clexane 2.000 U.I. aXa soluzione iniettabile
Clexane 4.000 U.I. aXa soluzione iniettabile
enoxaparina sodica
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Clexane (enoxaparina) è un'eparina a basso peso molecolare dotata di
un'elevata attività antitrombotica.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
- Profilassi della trombosi venosa profonda (TVP) in chirurgia generale, in
chirurgia ortopedica ed in pazienti non chirurgici allettati e a rischio di
TVP.
- Trattamento della trombosi venosa profonda con o senza embolia polmonare.
- Trattamento dell'angina instabile e dell'infarto del miocardio non-Q in associazione
con acido acetilsalicilico.
- Prevenzione della coagulazione in corso di emodialisi.
CONTROINDICAZIONI
- Ipersensibilità al principio attivo, all'eparina o ai suoi derivati
comprese altre eparine a basso peso molecolare o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Anamnesi positiva per trombocitopenia con enoxaparina (si veda anche sez. "Avvertenze speciali").
- Manifestazioni o tendenze emorragiche legate a disturbi dell'emostasi, ad
eccezione delle coagulopatie da consumo non legate ad eparina.
- Lesioni organiche a rischio di sanguinamento.
- Endocardite infettiva acuta (ad eccezione di quelle relative a protesi meccaniche).
- Accidenti cerebrovascolari emorragici.
- L'anestesia loco-regionale per procedure di chirurgia elettiva è controindicata
in quei pazienti che ricevono eparina per motivazioni diverse dalla profilassi.
- Controindicazioni relative: associazione con ticlopidina, con salicilati o
FANS, con antiaggreganti piastrinici (dipiridamolo, sulfinpirazone, ecc.).
PRECAUZIONI PER L'USO
• Non somministrare per via intramuscolare
• Emorragie
Come con altri anticoagulanti si può verificare sanguinamento in qualsiasi
sito (vedere sez. "Effetti indesiderati"). In caso di sanguinamento, e
necessario ricercare l'origine dell'emorragia ed istituire un trattamento adeguato.
• Come con altre terapie anticoagulanti, enoxaparina sodica deve essere
usata con cautela in condizioni di sanguinamento potenzialmente aumentato, come:
- disturbi dell'emostasi;
- storia di ulcera peptica;
- recente ictus ischemico;
- ipertensione arteriosa grave non controllata;
- retinopatia diabetica;
- recente chirurgia neurologica o oftalmologica;
- utilizzo concomitante di farmaci che influenzano l'emostasi (vedere sez. "Interazioni").
Protesi meccaniche valvolari cardiache
L'uso di Clexane per la tromboprofilassi in pazienti portatori di protesi meccaniche
valvolari cardiache non è stato adeguatamente indagato. Vi sono state
segnalazioni isolate di trombosi valvolare in pazienti portatori di protesi
meccaniche valvolari cardiache mentre erano in terapia con enoxaparina per la
tromboprofilassi. Fattori confondenti compresa la patologia di base, nonché
dati clinici insufficienti limitano la valutazione di questi casi. Alcuni di
questi casi erano donne in gravidanza nelle quali la trombosi ha portato a decesso
materno e fetale. Le donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche valvolari
cardiache possono essere ad aumentato rischio di eventi tromboembolici (vedere
sez. "Avvertenze: Donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche valvolari
cardiache").
Emorragia nei pazienti anziani
Con le dosi utilizzate nella profilassi delle tromboembolie venose nei pazienti
anziani non si è osservato un aumento della tendenza allo sviluppo di
emorragia. I pazienti anziani (specialmente di età superiore o uguale
a 80 anni) potrebbero presentare un aumento del rischio di complicazioni emorragiche
con le dosi terapeutiche. Si raccomanda un attento monitoraggio clinico.
Insufficienza renale
Nei pazienti con insufficienza renale vi è il rischio di un aumento dei
livelli di enoxaparina sodica che potrebbe portare ad un aumentato rischio di
sanguinamento. Visto che i livelli di enoxaparina sodica sono significativamente
aumentati nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina
<30 ml/min) è necessario un adattamento della dose sia nella profilassi
che nel trattamento delle tromboembolie venose. Sebbene un aggiustamento della
dose non sia raccomandato in pazienti con insufficienza renale moderata (clearance
della creatinina 30-50 ml/min) e lieve (clearance della creatinina 50-80 ml/min),
è consigliabile un attento monitoraggio clinico.
Emodialisi: le dosi dovranno essere aggiustate nel caso in cui l'attività
anti-Xa dovesse risultare interiore a 0,4 U.I./ml o superiore a 1,2 U.I./ml.
Pazienti a basso peso corporeo
Nelle donne a basso peso corporeo (<45 kg e in uomini a basso peso corporeo
(<57 kg) si è osservato un incremento dei livelli di enoxaparina sodica,
alle dosi utilizzate nella profilassi delle tromboembolie venose (non adattate
al peso corporeo); ciò potrebbe portare ad un aumentato rischio di sanguinamento.
Comunque, un monitoraggio clinico attento è consigliabile in questi pazienti.
INTERAZIONI
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi
altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.
Associazioni sconsigliate:
- Acido acetilsalicilico ed altri salicilati (per via generale)
Aumento del
rischio di emorragia (inibizione della funzione piastrinica ed aggressione della
mucosa gastroduodenale da salicilati). Utilizzare altre sostanze per un effetto antalgico o antipiretico.
- FANS (per
via generale)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica e aggressione
della mucosa gastroduodenale da farmaci antinfiammatori non steroidei).
Se non è possibile evitare l'associazione, istituire un'attenta sorveglianza
clinica e biologica.
- Tidopidina
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica da ticlopidina).
E sconsigliata l'associazione a forti dosi di eparina. L'associazione a basse
dosi di eparina (eparinoterapia preventiva) richiede un'attenta sorveglianza
clinica e biologica.
- Altri antiaggreganti piastrinici (clopidogrel, dipiridamolo, sulfinpirazone,
ecc.)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica).
Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso:
- Anticoagulanti orali
Potenziamento dell'azione anticoagulante. L'eparina falsa il dosaggio del tasso
di protrombina.
Al momento della sostituzione dell'eparina con gli anticoagulanti orali:
a. rinforzare la sorveglianza clinica
b. per controllare l'effetto degli anticoagulanti orali effettuare il prelievo
prima della somministrazione di eparina, nel caso questa sia discontinua o,
di preferenza, utilizzare un reattivo non sensibile all'eparina.
- Glucocorticoidi (via generale)
Aggravamento del rischio emorragico proprio della terapia con
glucocorticoidi (mucosa gastrica, fragilità vascolare), a dosi
elevate o in trattamento prolungato superiore a dieci giorni.
L'associazione deve essere giustificata; potenziare la sorveglianza
clinica.
- Destrano (via parenterale)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica).
Adattare la posologia dell'eparina in modo da non superare una ipocoagulabilità
superiore a 1,5 volte il valore di riferimento, durante l'associazione e dopo
la sospensione di destrano.
AVVERTENZE SPECIALI
Le eparine a basso peso molecolare differiscono per il metodo impiegato nella
produzione, nel peso molecolare e nell'attività anti-Xa specifica, unità
e dosaggio; pertanto non si deve passare da un principio attivo ad un altro.
Questo determina differenze nella farmacocinetica e attività biologiche
associate (es: attività antitrombinica e interazioni piastriniche). Si
richiede, quindi, speciale attenzione e il rispetto delle istruzioni per l'uso
di ogni singolo prodotto medicinale.
Anestesia spinale/epidurale
Nei pazienti sottoposti ad anestesia spinale o peridurale, ad analgesia epidurale
o a puntura lombare, la profilassi con basse dosi di eparina a basso peso molecolare
può essere raramente associata con ematomi spinali o epidurali che possono
portare a paralisi di durata prolungata o permanente. Il rischio è aumentato
dall'uso di cateteri peridurali a permanenza per infusione continua, dall'assunzione
concomitante di farmaci che influenzano l'emostasi come gli antinfiammatori
non steroidei (FANS), gli inibitori dell'aggregazione piastrinica o gli anticoagulanti,
da traumi o da punture spinali ripetute, dalla presenza di un sottostante disturbo
della emostasi e dalla età avanzata, o in pazienti con anamnesi di chirurgia
spinale o deformità spinale. La presenza di uno o più di questi
fattori di rischio dovrà essere attentamente valutata prima di procedere
a questo tipo di anestesia/analgesia, in corso di profilassi con eparine a basso
peso molecolare.
Di regola l'inserimento del catetere spinale deve essere effettuato dopo almeno
8-12 ore dall'ultima somministrazione di eparina a basso peso molecolare a dosi
profilattiche. Dosi successive non dovrebbero essere somministrate prima che
siano trascorse almeno 2-4 ore dall'inserimento o dalla rimozione del catetere,
ovvero ulteriormente ritardate o non somministrate nel caso di aspirato emorragico
durante il posizionamento iniziale dell'ago spinale o epidurale. La rimozione
di un catetere epidurale "a permanenza" dovrebbe essere fatta alla massima
distanza possibile dalla ultima dose eparinica profilattica (8-12 ore circa) eseguita
in corso di anestesia.
Qualora si decida di somministrare eparina a basso peso molecolare prima o dopo
di un'anestesia peridurale o spinale, si deve prestare estrema attenzione e
praticare un frequente monitoraggio per individuare segni e sintomi di alterazioni
neurologicie come: dolore lombare, deficit sensoriale e motorio (intorpidimento
e debolezza degli arti inferiori), alterazioni della funzione vesticale o intestinale.
Il personale infermieristico dovrebbe essere istruito ad individuare questi
segni e sintomi. I pazienti dovrebbero essere istruiti ad informare immediatamente
il personale medico o infermieristico se si verifica uno qualsiasi dei suddetti
sintomi.
Se si sospettano segni o sintomi di ematoma epidurale o spinale, deve essere
formulata una diagnosi immediata ed iniziato un trattamento che comprenda la
decompressione del midollo spinale.
Trombocitopenia da eparina
La trombocitopenia è una complicazione ben conosciuta della terapia con
eparina e può comparire da 4 a 10 giorni dopo l'inizio del trattamento,
ma anche prima in caso di precedente trombocitopenia da eparina. Nel 10 al 20%
dei pazienti può comparire precocemente una lieve trombocitopenia (conta
piastrinica maggiore di 100.000/mm3) che può restare stabile o regredire,
anche se la somministrazione di eparina è continuata.
In alcuni casi si può invece determinare una forma più grave (trombocitopenia
da eparina di II tipo), immunomediata caratterizzata dalla formazione di anticorpi
contro il complesso eparina-fattore piastrinico 4. In questi pazienti si possono
sviluppare nuovi trombi associati con trombocitopenia, derivanti dall'irreversibile
aggregazione di piastrine indotta dall'eparina, la cosiddetta "sindrome
del trombo bianco". Tale processo può portare a gravi complicazioni
tromboemboliche come necrosi cutanea, embolia arteriosa delle estremità,
infarto miocardico, embolia polmonare, stroke e a volte morte. Perciò,
la somministrazione di eparina a basso peso molecolare dovrebbe essere interrotta
oltre che per comparsa di piastrinopenia, anche se il paziente sviluppa una
nuova trombosi o un peggioramento di una trombosi precedente. La prosecuzione
della terapia anticoagulante, per la trombosi causa del trattamento in corso
o per una nuova comparsa o peggioramento della stessa, andrebbe intrapresa,
dopo sospensione dell'eparina con un anticoagulante alternativo. È rischiosa
in questi casi l'immediata introduzione della terapia anticoagulante orale (sono
stati descritti casi di peggioramento della trombosi). Quindi una trombocitopenia
di qualunque natura deve essere attentamente monitorata.
Se la conta piastrinica scende al di sotto di 100.000/mm3, o se si verifica
trombosi ricorrente, l'eparina a basso peso molecolare deve essere sospesa.
Una conta piastrinica andrebbe valutata prima del trattamento e di seguito due
volte alla settimana per il primo mese in caso di somministrazioni protratte.
Procedure di rivascolarizzazione coronarica percutanea
Per minimizzare il rischio
di sanguinamento conseguente all'uso di strumentazione vascolare durante il
trattamento dell'angina instabile e dell'infarto del miocardio non-Q, l'introduttore
deve rimanere in sede per 6-8 ore dopo la somministrazione sottocutanea della
dose di enoxaparina sodica. La successiva dose prevista non deve essere somministrata
prima di 6-8 ore dopo la rimozione dell'introduttore. Il sito di accesso deve
essere esaminato per verificare l'eventuale comparsa di segni di sanguinamento
o formazione di ematomi.
Donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche valvolari cardiache
L'uso di Clexane per la tromboprofilassi in donne in gravidanza portatrici di
protesi meccaniche valvolari cardiache non è stato adeguatamente indagato.
In uno studio clinico in donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche
valvolari cardiache, trattate con enoxaparina (1 mg/kg/bid) per ridurre il
rischio di eventi tromboembolia, solo due di otto pazienti hanno manifestato
eventi trombotici che hanno condotto al blocco delle valvole e conseguente decesso
materno e fetale. Vi sono state segnalazioni post marketing isolate di trombosi
valvolare in donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche valvolari
cardiache mentre erano in terapia con enoxaparina per la tromboprofilassi. Le
donne in gravidanza portatrici di protesi meccaniche valvolari cardiache possono
essere ad aumentato rischio di eventi tromboembolici (vedere sez. "Precauzioni
per l'uso: Protesi Meccaniche Valvolari Cardiache").
Esami di laboratorio:
Alle dosi utilizzate per la profilassi di tromboembolia venosa, l'enoxaparina
sodica non influenza significativamente gli esami del tempo di sanguinamento
e del tempo di coagulazione totale del sangue, né interferisce con l'aggregazione
piastrinica o con il legame del fibrinogeno alle piastrine.
A dosi maggiori, possono verificarsi aumenti dell'aPTT (tempo di tromboplastina
parzialmente attivata) e dell'ACT (tempo di coagulo attivato).
Gli aumenti dell'aPTT e dell'ACT non sono linearmente correlati con l'aumentata
attività antitrombotica dell'enoxaparina sodica e sono quindi esami inadatti
e inaffidabili per il monitoraggio dell'attività dell'enoxaparina sodica.
Gravidanza e allattamento
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.
Gravidanza
Gli studi condotti nell'animale non hanno dimostrato proprietà embriotossiche
o teratogene.
Nella donna non vi è evidenza che enoxaparina sodica attraversi la barriera
placentare durante il secondo trimestre di gravidanza.
Non vi sono informazioni disponibili sul primo e terzo trimestre. Per tali ragioni
questo farmaco dovrebbe essere usato in gravidanza solo se il medico ne ha verificato
l'effettiva necessità. Vedere anche sez. "Avvertenze: Donne in gravidanza
portatrici di protesi meccaniche valvolari cardiache" e "Precauzioni:
Protesi meccaniche valvolari cardiache".
Se si prevede il ricorso ad anestesia peridurale, è consigliabile sospendere
il trattamento con eparina.
Allattamento
Non è noto se l'enoxaparina sodica venga escreta immodificata nel latte
materno.
L'assorbimento orale di enoxaparina sodica è improbabile. Tuttavia, come
precauzione, alle madri che allattano e ricevono enoxaparina sodica deve essere
consigliato di non allattare.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Clexane non influisce sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
Somministrazione per via sottocutanea
Trattamento dell'angina instabile e dell'infarto del miocardio non-Q
La dose di enoxaparina sodica raccomandata è di 100 U.I. anti-Xa (1 mg)/kg
ogni 12 ore per iniezione sottocutanea, somministrata contemporaneamente ad
acido acetilsalicilico per via orale (da 100 a 325 mg al giorno). Il trattamento
di questi pazienti con enoxaparina sodica dovrà essere prescritto per
almeno 2 giorni e continuato fino a stabilizzazione della situazione clinica.
Generalmente la durata del trattamento è da 2 a 8 giorni.
Profilassi e trattamento delle trombosi venose profonde (TVP)
Nei pazienti a rischio tromboembolico moderato, una prevenzione efficace della
malattia tromboembolica si ottiene mediante iniezione di 2.000 U.I. aXa (0,2
ml)/die.
In chirurgia generale la prima iniezione deve essere effettuata circa 2 ore
prima dell'intervento.
Nei pazienti ad alto rischio tromboembolico ed in particolare in preparazione
ad interventi di chirurgia ortopedica si consiglia la somministrazione di una
dose di enoxaparina pari a 4.000 U.I. aXa (0,4 ml)/die in un'unica somministrazione
giornaliera.
In chirurgia ortopedica la prima iniezione verrà praticata 12 ore prima
dell'intervento.
La durata del trattamento coinciderà con quella della persistenza del
rischio tromboembolico, ed in generale fino alla deambulazione del paziente
(in media da 7 a 10 giorni dopo l'intervento).
Nelle normali condizioni d'impiego l'enoxaparina non modifica i parametri della
coagulazione. La sorveglianza del trattamento basata su tali test è pertanto
inutile.
Nel trattamento delle trombosi venose profonde, l'enoxaparina segue la terapia
eparinica tradizionale istituita a seguito di diagnosi positiva.
L'enoxaparina sarà somministrata al ritmo di una iniezione ogni 12 ore
per 10 giorni.
La dose di ogni iniezione sarà di 100 U.I. aXa/kg di peso corporeo. In pazienti
non chirurgici costretti a letto ed a rischio di TVP, la dose raccomandata di
enoxaparina sodica è di 40 mg una volta al giorno per iniezione sottocutanea.
Il trattamento con enoxaparina sodica è prescritto per un minimo di 6
giorni e continuato fino al ritorno alla completa deambulazione, per un massimo
di 14 giorni.
Può essere appropriato un trattamento di più lunga durata: la
somministrazione di enoxaparina dovrebbe continuare fino a quando esiste un
rischio tromboembolico e fino alla deambulazione del paziente.
Sorveglianza biologica: si veda "Avvertenze speciali".
Tecnica dell'iniezione
L'iniezione sottocutanea deve essere condotta, preferibilmente con il paziente
in decubito, nel tessuto cellulare sottocutaneo della cintura addominale antero-laterale
o postero-laterale, a destra e a sinistra alternativamente.
Le siringhe preriempite sono pronte per l'uso, non si deve quindi espellere
l'aria presente nella siringa prima dell'iniezione. L'iniezione stessa deve
essere eseguita introducendo interamente l'ago, perpendicolarmente e non tangenzialmente,
nello spessore di una plica cutanea realizzata tra il pollice e l'indice dell'operatore.
La plica cutanea va mantenuta per tutta la durata dell'iniezione.
Somministrazione per via intravascolare
Prevenzione della coagulazione in corso di emodialisi
Nei pazienti da sottoporre
a ripetute sedute di emodialisi, la prevenzione della coagulazione entro il
circuito emodialitico può essere ottenuta con la somministrazione di
una dose pari a 100 U.I./kg nella linea arteriosa del circuito, all'inizio della
seduta. Questa dose è solitamente sufficiente per la conduzione di una
seduta della durata di 4 ore. Qualora dovessero comparire filamenti di fibrina
entro il circuito, si potrà ricorrere alla somministrazione di una ulteriore
dose di 50-100 U.I./kg, a seconda del tempo mancante alla fine della seduta.
Nei pazienti a rischio emorragico (in particolare nel caso dì sedute
di emodialisi pre o post operatorie) o che presentino sindromi emorragiche in
evoluzione, le sedute di dialisi potranno essere effettuate utilizzando una
dose di 50 U.I./kg (accesso vascolare doppio) o di 75 U.I./kg (accesso vascolare
semplice).
SOVRADOSAGGIO
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Clexane
avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale,
Di massima, per una assunzione orale massiva di enoxaparina (nessun caso segnalato)
non sono da temere gravi conseguenze, tenuto conto del minimo assorbimento gastrico
e intestinale del prodotto.
Per una verifica potrà tuttavia essere effettuato un dosaggio plasmatico
delle attività anti-Xa ed anti-IIa.
Un sovradosaggio accidentale di enoxaparina per via extracorporea(intravascolare)
o sottocutanea potrà determinare complicazioni emorragiche per la comparsa
di attività anticoagulante, in gran parte neutralizzabile mediante iniezione
endovenosa lenta di protamina (solfato o cloridrato).
La dose di protamina deve essere pari a quella di enoxaparina iniettata ossia:
1 mg o 100 unità anta-eparina di protamina per neutralizzare l'attività
anti-IIa, determinata da 1 mg (100 U.I. aXa) di enoxaparina, se l'enoxaparina
è stata somministrata nelle precedenti 8 ore. Se invece l'enoxaparina
è stata somministrata più di 8 ore prima della somministrazione
di protamina o se è stato stabilito che è necessaria una seconda
dose di protamina, si può utilizzare un'infusione di 0,5 mg di protamina
per 1 mg di enoxaparina. Dopo 12 ore dalla somministrazione di enoxaparina può
non essere necessaria la somministrazione di protamina.
Tuttavia, anche in caso di dosaggi elevati di protamina, l'attività anti-Xa
non viene mai totalmente neutralizzata (massimo: 60% circa), e permette così
la persistenza di un'attività antitrombotica.
Se si ha qualsiasi dubbio
sull'uso di Clexane, rivolgersi al medico o al farmacista.
EFFETTI INDESIDERATI
Come tutti i medicinali Clexane può causare effetti indesiderati sebbene non tutte
le persone li manifestino.
Emorragie:
Nel corso degli studi clinici, le emorragie sono state le reazioni avverse più
comunemente riportate. Esse hanno incluso emorragie maggiori, riportate con
incidenza massima del 4,2% (pazienti chirurgici). Alcuni di questi casi sono
stati fatali.
Come con altri anticoagulanti, si possono verificare emorragie in presenza di
fattori di rischio associati quali: lesioni organiche con diatesi emorragica,
procedure invasive oppure in seguito all'uso concomitante di farmaci che interferiscono
con l'emostasi.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Patologie vascolari |
Profilassi in pazienti chirurgici |
Molto comune: emorragia* |
Profilassi in pazienti non chirurgici | Comune: emorragia* |
Trattamento in pazienti con TVP con o senza EP | Molto comune: emorragia* Non comune: emorragia intracranica, emorragia retroperitoneale |
Trattamento in pazienti con angina instabile e infarto del miocardio non-Q | Molto comune: emorragia* Raro: emorragia retroperitoneale |
*come ematomi, ecchimosi oltre a quelli comparsi nel sito di iniezione, ferite
con ematoma, ematuria, epistassi ed emorragie gastrointestinali.
In aggiunta dall'esperienza post-marketing:
Raro: molto raramente sono stati riportati casi di ematomi spinali o epidurali
in associazione con l'uso profilattico dell'eparina nel corso di anestesia spinale
o perdurale o di puntura lombare.
Queste reazioni hanno dato luogo a diversi
gradi di alterazione neurologica compresa paralisi prolungata o permanente (vedere
sez. "Avvertenze speciali").
Trombocitopenia e trombocitosi:
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Patologie del sistema emolinfopoietico |
Profilassi in pazienti chirurgici |
Molto comune: trombocitosi* |
Profilassi in pazienti non chirurgici | Non comune: trombocitopenia** |
Trattamento in pazienti con TVP con o senza EP | Molto comune: trombocitosi* Comune: trombocitopenia** |
Trattamento in pazienti con angina instabile e infarto del miocardio non-Q | Non comune: trombocitopenia** |
* aumento della conta piastrinica > 400 G/L.
** lieve, transitoria e asintomatica durante i primi giorni di terapia.
In aggiunta, dall'esperienza post-marketing:
Raro: casi di trombocitopenia immuno-allergica con trombosi; in alcuni di questi
casi la trombosi è stata complicata da infarto dell'organo o ischemia
dell'arto (vedere sez. "Avvertenze speciali").
Altre reazioni avverse clinicamente rilevanti:
Queste reazioni sono elencate qui di seguito, indipendentemente dalle indicazioni,
secondo la classificazione per sistemi e organi, raggruppate per frequenza e
ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Tutte le indicazioni |
Disturbi del sistema immunitario |
Comune: reazioni allergiche |
Patologie epatobliliari | Molto coumne: aumento degli enzimi epatici (principalmente le transaminasi**) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune: orticaria, prurito, edema Non comune: dermatiti bollose |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune: ematoma nel sito di iniezione, altre reazioni nel sito di iniezione* Non comune: irritazione locale; necrosi cutanea localizzata nel punto di iniezione |
Esami diagnostici | Raro: iperkaliemia |
* come edema nel sito di iniezione, emorragia, ipersensibilità, infiammazione,
lieve tumefazione, dolore o reazioni locali (NOS),
** livelli delle transaminasi
> 3 volte il limite superiore di normalità.
In aggiunta dall'esperienza post-marketing
• Patologie della cute e
del tessuto sottocutaneo
Raro:
- vasculite cutanea da ipersensibilità, necrosi cutanea, generalmente,
localizzata nel punto di iniezione (queste reazioni sono generalmente precedute
dalla comparsa di porpora o di placche eritematose, infiltrate e doloranti).
In questi casi è necessario sospendere il trattamento con enoxaparina
sodica.
- noduli nel sito di iniezione (noduli infiammatori, che non sono inclusioni
cistiche di enoxaparina sodica). Questi eventi si sono risolti entro pochi giorni
e non hanno richiesto l'interruzione del trattamento.
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio
di effetti indesiderati.
Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava o se si nota la comparsa
di un effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo, informare
il medico o il farmacista.
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione. La data
di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente
conservato.
ATTENZIONE: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata
sulla confezione.
Conservare a temperatura non superiore ai 25°C.
I medicinali non devono essere gettati nell'acqua di scarico e nei rifiuti domestici.
Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più.
Questo aiuterà a proteggere l'ambiente.
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
COMPOSIZIONE
CLEXANE 2.000 U.I. aXa soluzione iniettabile
Una siringa preriempita da 0,2 ml contiene:
Principio attivo: enoxaparina sodica
2.000 U.I. aXa
Eccipienti: acqua per preparazioni iniettabili
CLEXANE 4.000 U.1, aXa soluzione iniettabile
Una siringa preriempita da 0,4 ml contiene:
Principio attivo: enoxaparina sodica
4.000 U.I. aXa
Eccipienti: acqua per preparazioni iniettabili
FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO
Soluzione iniettabile per uso sottocutaneo e intravascolare.
2.000 U.I. aXa – 6 siringhe preriempite da 0,2 ml
4.000 U.I. aXa – 6 siringhe preriempite
da 0,4 ml
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
sanofi-aventis S.p.A. – Viale L. Bodio, 37/B - 20158 Milano
PRODUTTORE
SANOFI WINTHROP INDUSTRIE
180 rue Jean-Jaurès
94702 Maisons Alfort (Francia)
SANOFI WINTHROP INDUSTRIE
Boulevard Industriel
76580 Le Trait (Francia)
CHINOIN PHARMACEUTICAL and CHEMICAL Works Private Co. Ltd
Cisanyikvolgy Site - Miskolc
Cisanyikvolgy (Ungheria)
SANOFI AVENTIS S.A.
Avenida de Leganés 62
28925 Alcorcon – Madrid (Spagna)
Revisione del foglio illustrativo da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco: Maggio 2011