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Verapamil

Isoptin, Cardinorm e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Verapamil?

Scompenso cardiaco: a causa dell’effetto inotropo negativo, si sconsiglia l’uso di verapamil in pazienti affetti da grave disfunzione ventricolare sinistra (frazione di eiezione inferiore a 30%). In caso di lieve disfunzione ventricolare sinistra, è possibile assumere verapamil solo in seguito a trattamento con diuretici e farmaci digitalici.

Ipotensione: il trattamento con verapamil può causare ipotensione. Prestare particolare attenzione alla somministrazione di verapamil in pazienti in terapia con farmaci antipertensivi (ACE inibitori, beta bloccanti, diuretici, alfa antagonisti, vasodilatatori). Monitorare i livelli pressori del paziente.

Farmaci beta bloccanti: in associazione con verapamil, possono provocare effetti cardiodepressivi (grave ipotensione, asistolia). L’associazione tra verapamil e beta bloccanti è sconsigliata in presenza di anomalie nella conduzione atrio-ventricolare o alterazioni della funzionalità del ventricolo sinistro.

Farmaci antiaritmici: prestare particolare attenzione durante la co-somministrazione di verapamil e un altro farmaco antiaritmico. Non somministrare disopiramide nelle 48 ore precedenti o nelle 24 ore successive la somministrazione di verapamil, poichè l’effetto inotropo negativo dovuto all’associazione tra i due farmaci potrebbe peggiorare il quadro clinico di pazienti affetti da scompenso cardiaco. Evitare l’associazione tra verapamil e chinidina in pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica. La somministrazione di flecainide in associazione a verapamil, può determinare un effetto additivo tra i due farmaci (prolungamento del potenziale d’azione cardiaco, effetto inotropo negativo).

Enzimi epatici: in seguito a terapia con verapamil può verificarsi un aumento delle transaminasi, in alcuni casi associato ad un concomitante aumento della bilirubina e della fosfatasi alcalina; tale fenomeno può essere transitorio. Sono stati riportati anche casi di danno epatocellulare con sintomi quali malessere, febbre, pertanto è necessario monitorare periodicamente la funzionalità epatica di pazienti in terapia con verapamil.

Sindrome di Wolff-parkinson-White, sindrome di Lown-Ganong-Levine: in seguito a somministrazione per via endovenosa di verapamil a pazienti affetti da sindrome di Wolff-parkinson-White e sindrome di Lown-Ganong-Levine è stato riportato un aumento della conduzione anterograda attraverso la via atrioventricolare accessoria, che a livello ventricolare ha causato una rapida risposta e fibrillazione. Non è noto se tale fenomeno è indotto anche in seguito ad assunzione di verapamil per via orale, ma si sconsiglia la somministrazione del farmaco a tali pazienti.

Blocco atrioventricolare: la terapia con verapamil può causare bradicardia transitoria o blocco atrioventricolare di I grado (asintomatico). Se si verifica progressivo peggioramento (blocco atrioventricolare di II o III grado), sospendere l’assunzione di verapamil.

Cardiomiopatia ipertrofica: in pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica, la somministrazione di verapamil può determinare l’insorgenza di effetti avversi (edema polmonare, ipotensione, ostruzione del flusso del ventricolo sinistro). In presenza di effetti collaterali, valutare l’eventuale riduzione del dosaggio di verapamil e monitorare il paziente.

Distrofia muscolare: in pazienti sani il verapamil può causare una diminuzione della trasmissione neuromuscolare. In pazienti affetti da distrofia muscolare può essere necessaria una riduzione della dose del farmaco (Ozkul, 2007).

Clonidina: monitorare la frequenza cardiaca di pazienti trattati con clonidina e verapamil, poichè l’associazione tra i due farmaci può causare ipotensione e blocco atrioventricolare (Jaffe et al., 1994).

Sindrome parkinsoniana: la terapia con farmaci calcio antagonisti può determinare l’insorgenza di sindrome parkinsoniana, caratterizzata da acatisia e distonia, reversibile con la sospensione del farmaco. Prestare attenzione alla somministrazione di farmaci calcio antagonisti a pazienti affetti da morbo di parkinson, poichè potrebbe verificarsi un peggioramento del quadro clinico (Malaterre et al., 1992).

Ipertrofia gengivale: in seguito all’assunzione di farmaci calcio antagonisti sono stati riportati casi di ipertrofia gengivale. L’alterazione del tessuto connettivo gengivale sembra essere dovuta alle interazioni tra farmaci e fibroblasti ed è risultata reversibile entro qualche mese in seguito a sospensione della terapia (Brunet et al., 1996).

Anestesia: nel caso in cui un paziente in terapia con verapamil debba essere sottoposto ad anestesia generale, l’anestesista deve essere informato che il paziente sta assumendo il farmaco, in quanto i bloccanti dei canali del calcio possono aumentare gli effetti degli anestetici sul cuore. In caso di anestesia con bloccanti neuromuscolari, il verapamil può potenziarne l’azione.

Profilassi cefalea: è necessario monitorare la funzionalità cardiaca del paziente, poichè l’assunzione di dosi elevate di verapamil (>/= 720 mg/die) per la profilassi della cefalea a grappolo può causare l’insorgenza di effetti tossici a livello cardiaco (Lanteri-Minet et al., 2011).

Insufficienza epatica: poiché verapamil subisce esteso metabolismo epatico, nei pazienti con ridotta funzionalità dell’organo aumenta l’esposizione al farmaco e diminuisce la sua clearance. In caso di insufficienza epatica, diminuire il dosaggio di verapamil. Monitorare il paziente per individuare l’eventuale insorgenza di effetti avversi o un prolungamento eccessivo dell’intervallo PR nell’ECG (l’intervallo PR è il tempo impiegato dell’impulso elettrico per passare del nodo senoatriale all’inizio della contrazione del ventricolo sinistro).

Insufficienza renale: il verapamil viene escreto per via renale. In pazienti affetti da insufficienza renale somministrare verapamil con cautela; può essere necessaria la diminuzione del dosaggio del farmaco. Monitorare il paziente per individuare l’eventuale insorgenza di effetti avversi o un prolungamento eccessivo dell’intervallo PR nell’ECG (l’intervallo PR è il tempo impiegato dell’impulso elettrico per passare del nodo senoatriale all’inizio della contrazione del ventricolo sinistro).

Pazienti in età pediatrica: gli studi clinici relativi all’impiego di verapamil in pazienti in età pediatrica sono limitati. L’uso del farmaco in questa classe di pazienti richiede la prescrizione dello specialista che in base all’età e al peso del bambino definisce il dosaggio.

Gravidanza: la FDA ha inserito il verapamil in classe C per l’impiego in gravidanza. Tale classe compre i farmaci i cui studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto e per i quali non sono disponibili studi specifici sull’uomo, e i farmaci per i quali non sono disponibili studi nè sull’uomo nè sull’animale. Sono disponibili dati limitati riguardanti la sicurezza e l’efficacia del verapamil in gravidanza; riservare la somministrazione del farmaco ai casi di effettiva necessità, dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio, e assumere il dosaggio minimo efficace (Gowda et al., 2003; Jürgens et al., 2009; Kamberi et al., 2010).

Allattamento: sono disponibili dati limitati riguardanti l’assunzione di verapamil durante l’allattamento. Il farmaco viene escreto nel latte materno, ma nei bambini non è stato rilevato (Miller et al., 1986; Anderson et al., 1987).


Nota:
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