Gli effetti collaterali del tiocolchicoside compaiono in circa l’1% dei pazienti; i più frequenti comprendono nausea, sonnolenza, allergia e reazioni di tipo vasovagali (Janbroers, 1987).
Nella banca dati del Gruppo Interregionale di Farmacovigilanza (GIF) le segnalazioni di reazioni avverse al tiocolchicoside, a dicembre 2007, erano 139 fra cui shock anafilattico, gravi reazioni cutanee, gastrointestinali e ematologiche (farmacovigilanza.eu.
Cardiovascolari: ipotensione.
Centrali: ansia, insonnia, astenia (rari dopo somministrazione endovena); sincope vasovagale (somministrazione intramuscolare)convulsioni epilettiche; (molto rari) sonnolenza.
Il tiocolchicoside è stato associato a comparsa di convulsioni tonico-cloniche dopo somministrazione orale (8 mg/die) e intramuscolare (8 mg/die). Il lasso di tempo trascorso fra la somministrazione del farmaco è la comparsa delle convulsioni è variabile: in un caso (somministrazione intramuscolare), le convulsioni sono comparse con la seconda dose di farmaco somministrata, in un altro (sempre somministrazione intramuscolare) dopo circa una settimana, in un altro ancora (somministrazione orale) dopo circa 10 giorni di terapia.
Il tiocolchicoside deriva dal colchicoside, un farmaco usato nella sperimentazione in vivo per indurre crisi epilettiche (Reynolds, Oakley, 1984). Gli effetti epilettogenici osservati con tiocolchicoside sono probabilmente correlati ad effetti antagonisti del farmaco sui recettori di tipo A dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA) (Carta et al., 2006)
Dermatologici: eritema, rash cutaneo, dermatite, allergia, arrossamento locale; (molto rari) embolia medicamentosa della cute, atrofia cutanea (Guarneri et al., 2006).
L’embolia medicamentosa della cute (sindrome di Nicolau) è una complicanza che si manifesta anche con la somministrazione intramuscolare o sottocute di farmaci ed è caratterizata da necrosi dei tessuti. In letteratura è riportata il caso di una paziente che trattata con tiocolchicoside per via intramuscolare (4 mg/2 ml) per dolore alla schiena, ha manifestato immediatamente dopo l’iniezione un quadro sintomatologico riferibile a embolia medicamentosa della cute. La lesione si è rimarginata dopo 12 settimane dopo terapia farmacologica con un residuo cicatriziale (Guarneri et al., 2008).
Ematici: (singola segnalazione) solfoemoglobinemia.
La solfoemoglobinemia è una rara condizione, irreversibile, in cui un atomo di zolfo viene incorporato nell’anello porfirinico dell’emoglobina. L’emoglobina così modificata presenta una minor affinità verso l’ossigeno e una minore capacità di trasportarlo. Spesso la solfoemoglobinemia è causata da farmaci. Il tiocolchicoside presenta nella sua struttura un atomo di zolfo facilmente idrolizzabile. Nel caso riportato in letteratura, la sospensione del tiocolchicoside ha determinato la regressione della solfoemoglobinemia (la paziente presentava cianosi resistente alla terapia con ossigeno in assenza di anomalie cardiorespiratorie) (Dupouy et al., 2010).
Epatici: epatotossicità caratterizzata da aumento degli enzimi epatici, della bilirubina, della lattato deidrogenasi e della amilasi (singola segnalazione relativa ad un paziente adulto trattato con 8 mg/die di tiocolchicoside) (Cumali et al., 2011).
Gastrointestinali: (rari dopo somministrazione orale) diarrea, gastralgia, nausea, pirosi gastrica, gastrocolite, tensione addominale.
Muscoloscheletrici: (raro) contrazione spontanea e regolare di uno o più muscoli (fascicolazione).
Renali: (raro) incontinenza della vescica.
Sistemici: (rari) ipersensibilità incluse reazione anafilattica IgE-mediata (Caimmi et al., 2012).
Nella banca dati del Gruppo Interregionale di Farmacovigilanza (GIF), le segnalazioni di shock anafilattico da tiocolchicoside a fine 2007 erano 9: in tre casi non sono riportati farmaci associati al tiocolchicoside, mentre in due casi il miorilassante era associato a diclofenac (somministrazione intramuscolare) e in un caso a piroxicam.