Gli effetti collaterali determinano la sospensione dalla terapia nel 2% dei pazienti. Gli effetti indesiderati più comuni sono a carico del tratto gastrointestinale, dell’apparato muscoloscheletrico (dolore muscolare) e del fegato (test di funzionalità epatica anomali).
Cardiovascolari: ipotensione; edema angioneurotico.
Centrali: (0,5-0,9%) cefalea, astenia, riduzione della durata del sonno, capogiri, parestesia, neuropatia periferica; (sporadico) alterazioni cognitive.
L’incidenza stimata di neuropatia periferica è pari a 12 casi ogni 100.000 pazienti/anno. In caso di sintomi riconducibili a neuropatia periferica, la simvastatina deve essere sospesa per 3-6 mesi e le cause devono essere accertate (diabete, insufficienza renale, ipotiroidismo). La ripresa della terapia farmacologica deve prevedere la sostituzione della simvastatina e l’impiego di una dose minore di farmaco.
Alterazioni cognitive da statine sono state riportate, sporadicamente, per atorvastatina e simvastatina e non sono state associate a deterioramento della capacità intellettiva (Orsi et al., 2001). E’ possibile che la maggior lipofilia di atorvastatina e simvastatina, rispetto alle altre statine, consenta alle due molecole di attraversare la barriera ematoencefalica. E’ stato ipotizzato un loro effetto ipocolesterolemizzante sulla disponibilità di colesterolo nella cellula neuronale con conseguente demielinizzazione, causa della perdita di memoria. Il colesterolo infatti partecipa della sintesi della mielina.
Dermatologici: reazioni cutanee (15% dei pazienti), alopecia.
Gastrointestinali: crampi, dolore addominale, costipazione, flatulenza, nausea, dispepsia, diarrea, pancreatite, vomito.
Ematici: anemia; (raro) porpora trombotica trombocitopenica-sindrome emoliticouremica.
Endocrini: impotenza (Boyd, 1996; Jackson, 1997).
Epatici: incremento dei livelli di transaminasi (fino a tre volte i valori normali); epatite, ittero.
Nello studio 4S, l’incidenza di aumenti degli enzimi epatici oltre il valore di 3 volte il limite superiore normale (ULN) è risultata sovrapponibile fra simvastatina e placebo (0,7% vs 0,6%). L’incidenza di aumenti = 3 volte il limite ULN della ALT è stata superiore con simvastatina durante il primo anno del trial clinico, ma non successivamente. Considerando i pazienti con funzionalità epatica nella norma, arruolati nel 4S, l’incidenza di aumenti degli enzimi epatici = 3 volte ULN e/o di sospensioni del trattamento per aumento delle transaminasi è risultata pari allo 0,4%. Nello studio la dose di simvastatina raccomandata era di 20 mg/die; il 37% dei pazienti aveva subito un incremento a 40 mg/die.
Muscoloscheletrici: incremento dei livelli di creatinfosfochinasi; crampi muscolari, mialgia, miopatia (< 1%); (molto raro) rabdomiolisi.
La tossicità muscolare indotta dalle statine è dose-dipendente e la comparsa dei sintomi può richiedere mesi o anni. l’incidenza stimata di miopatia indotta da statine risulta pari a 5-11 casi ogni 100.000 pazienti, mentre quella per rabdomiolisi è pari a 3,4 casi ogni 100.000 pazienti (mortalità pari al 10%). La somministrazione con farmaci che inibiscono il metabolismo epatico della simvastatina aumenta il rischio di miopatia. Tale rischio potrebbe aumentare anche con l’associazione terapeutica simvastatina più ezetimibe (Fux et al., 2004).
Oftalmici: alterazioni della vista (4% dei pazienti).
Renali: proteinuria.
Sistemici: (raro) reazioni di ipersensibilità (angioedema, sindrome lupoide, polimialgia reumatica, vasculite, trombocitopenia, eosinofilia, aumento dell’ESR, artrite, artralgia, orticaria, fotosensibilità, febbre, arrossamento, dispnea, malessere).