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Resveratrolo

Farmacocinetica - Qual รจ il profilo farmacocinetico di Resveratrolo?

Nell’uomo il resveratrolo ha una farmacocinetica sfavorevole, con bassa biodisponibilità (per intenso metabolismo di primo passaggio, intestinale ed epatico). Inoltre presenta un’elevata variabilità individuale per quanto riguarda assorbimento, metabolizzazione e clearance.

Dopo somministrazione orale, il picco plasmatico del resveratrolo è raggiunto in 30-60 minuti.

In uno studio clinico su volontari sani, l’assorbimento dopo somministrazione orale di 25 mg di resveratrolo è risultato del 70%, il picco di concentrazione plasmatica pari a 491 ng/ml e l’emivita plasmatica pari a 9,2 ore (Walle et al., 2004).

L’esposizione sistemica al resveratrolo (curva concentrazione-tempo) e il picco di concentrazione plasmatica sono risultati diminuire (rispettivamente del 46% e del 45%) quando il resveratrolo (2 g due volte die) è stato somministrato con alimenti ad elevato contenuto di grassi (la Porte et al., 2010).

Gli studi sull’assorbimento del resveratrolo sono stati condotti su animali (topo, ratto) e utilizzando cellule umane di fegato (epatociti) e cellule umane tumorali (carcinoma del colon). Il resveratrolo contenuto nel vino rosso è presente soprattutto nella forma glicosidata trans e cis (le due conformazioni spaziali trans e cis sono dovute alla presenza del doppio legame tra i due anelli fenolici). Il resveratrolo glicosidato può essere idrolizzato da glicosidasi intestinali a trans e cis–resveratrolo. Nei ratti è stato dimostrato che il resveratrolo è assorbito nell’intestino in forma coniugata con l’acido glucuronico (Kuhnle G., et al 2000).

Si stima che nell’uomo il 75% del resveratrolo somministrato per via orale venga assorbito dalla mucosa orale ed intestinale e che quest’ultimo avvenga soprattutto per diffusione transepiteliale (Walle, 2011). La biodisponibilità però risulta molto bassa (<1%) e questo potrebbe dipendere da un metabolismo rapido ed intenso e/o dalla captazione in tessuti specifici (il fegato sembrerebbe in grado di eliminare dal torrente circolatorio la maggior parte di resveratrolo) (Walle, 2011).

La bassa biodisponibilità del resveratrolo si associa ad una bassa solubilità in acqua (< 1 mg/ml) (Lopez-Nicolas, Garcia-Carmona, 2008). Inoltre il trans-resveratrolo è fotosensibile, facilmente ossidabile e con un profilo farmacocinetico sfavorevole (Frozza et al., 2010).

Con l’alimentazione quotidiana non si raggiungono nei tessuti-bersaglio concentrazioni di resveratrolo libero compatibili con quelle che determinano le sue azioni biologiche in vitro (5-100 micromoli) né si possono somministrare dosi troppo alte di resveratrolo puro a causa di potenziali effetti indesiderati e interazioni farmacologiche.

Il resveratrolo si distribuisce nel fegato, verso cui mostra elevata affinità, e nei reni e, in misura minore nel cervello, cuore, polmoni e testicoli (studi di farmacocinetica con trans-resveratrolo marcato con carbonio C14) (Bertelli AA. et al 1996; Vitrac et. al. 2003). Nel fegato di ratto il resveratrolo si accumula in forma coniugata, glucoronidata o solfatata.

Il resveratrolo viene metabolizzato per: 1) solfatazione (in intestino/fegato: fattore limitante), 2) glucuronidazione del gruppo fenolico 3) idrogenazione del doppio legame alifatico (microflora intestinale). Studi metabolici hanno evidenziato che i metaboliti più comuni del resveratrolo sono i derivati coniugati con l’acido glucuronico (glucoronidi) e i solfati, sintetizzati a livello epatico e intestinale. In uno studio su volontari sani trattati con dosi di resveratrolo da 0,5 a 2,5 g, il metabolita più abbondante è risultato essere un derivato monosolfato, il resveratrolo-3-solfato. Nel sangue la concentrazione del resveratrolo 3-solfato e dei due derivati monoglucuronidi è pari a circa 20 volte quella del resveratrolo; lo stesso rapporto è presente quando si confronta la curva concentrazione-tempo (AUC) del resveratrolo con quella del resveratrolo-3-solfato (l’AUC del solfato è pari a circa 18-23 volte quella del resveratrolo, mentre l’AUC dei due glucuronidi è 4-6 volte quella del resveratrolo) (Boocock et al., 2007).

La clearance apparente e il volume di distribuzione medio del resveratrolo sono coerenti con la bassa biodisponibilità dello stilbene (Boocock et al., 2007).

L’emivita plasmatica del resveratrolo è compresa fra 2,9 e 8,9 ore, simile a quella dei due derivati glucuronidi (2,9-10,6 ore) e del derivato 3-solfato (3,2-11,5 ore) (Boocock et al., 2007).