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Quetiapina

Seroquel, Quentiax e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Quetiapina?

Bambini e adolescenti: in Italia la quetiapina non è raccomandata per l’uso in età pediatrica per il profilo di tollerabilità (alcuni effetti collaterali della quetiapina si sono verificati con maggior frequenza nei ragazzi rispetto agli adulti: aumento dell’appetito, sintomi extrapiramidali, aumento della concentrazione plasmatica della prolattina) e per la mancanza di dati sul lungo periodo che non permette di valutare l’impatto dell’antipsicotico su crescita e sviluppo cognitivo del bambino e/o adolescente. In America, la FDA (agenzia regolatoria per l’uso dei farmaci), ha approvato la quetiapina a rilascio immediato (ma non la formulazione a rilascio prolungato) per il trattamento della schizofrenia in ragazzi di età compresa fra 13 e 17 anni (sulla base di uno studio clinico della durata di 6 settimane) e per il trattamento del disturbo bipolare I in ragazzi di età compresa fra 10 e 17 anni (sulla base di uno studio clinico della durata di 3 settimane per il trattamento della mania).

Modalità di somministrazione: la quetiapina può essere assunta sia a stomaco pieno sia a digiuno.

Interruzione del trattamento: la terapia con quetiapina deve essere sospesa gradualmente (1-2 settimane). L’interruzione improvvisa della cura comporta la comparsa di sintomi quali insonnia, nausea, mal di testa (cefalea), diarrea, vomito, irritabilità e capogiri.

Passaggio da altro antipsicotico a quetiapina: quando è necessario cambiare il farmaco antispicotico e passare alla quetiapina, il passaggio deve avvenire gradualmente. Si procede con la riduzione progressiva della dose (25-50% ogni 3-4 giorni) di antipsicotico in uso e contemporaneamente si introduce la quetiapina iniziando con il dosaggio minimo (50-100 mg/die) da aumentare gradualmente fino ad arrivare in 10-15 giorni alla dose ottimale.

Ideazione e comportamenti volti al suicidio: nelle prime settimane di cura con quetiapina potrebbe verificarsi un aumento di pensieri volti al suicidio nei pazienti affetti da depressione, soprattutto se tali pensieri o comportamenti risultavano particolarmente frequenti prima di assumere la quetiapina. Negli studi clinici l’incidenza di comportamenti e/o pensieri volti al suicidio è risultata più frequente nei giovani adulti, nella fascia di età compresa fra 18 e 30 anni. Durante la terapia con quetiapina, soprattutto nelle prime settimane quando ancora non è stato raggiunto un controllo ottimale dei sintomi è importante monitorare segni o sintomi riconducibili all’ideazione di suicidio e/o a comportamenti volti al suicidio.

Sintomi extrapiramidali: la quetiapina è stata associata ad un aumento dei disturbi extrapiramidali nei trial clinici quando è stata utilizzata per il trattamento degli episodi depressivi nei pazienti con disturbo bipolare o disturbo depressivo maggiore (DDM). In pazienti adulti trattati con quetiapina per tale indicazione è stato riscontrato un aumento di incidenza di sintomi extrapiramidali rispetto al placebo (AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco, 2015).
In particolare, il farmaco è stato associato a acatisia, soprattutto nelle prime settimane di cura. L’acatisia è una sindrome psicomotoria che si manifesta con l’incapacità a stare fermi o a rimanere nella stessa posizione. Nei pazienti che manifestano acatisia con l’assunzione di quetiapina, un incremento della dose del farmaco potrebbe indurre un peggioramento del quadro patologico.

Discinesia tardiva: la quetiapina può provocare discinesia tardiva (movimenti ritmici involontari del viso) a causa della sua attività antidopaminergica. In caso di trattamento prolungato con quetiapina, impiegare il dosaggio minimo efficace per ridurre il rischio di discinesia tardiva e monitorare il paziente ogni 3-6 mesi. Se compare discinesia tardiva la quetiapina deve essere sospesa.

Neutropenia: la quetiapina può provocare neutropenia (riduzione della conta dei neutrofili inferiore a 1,5x109/L: 2-3% dei pazienti; riduzione della conta dei neutrofili inferiore a 0,5x109/L: circa 0,2% dei pazienti). I neutrofili sono un particolare tipo di globulo bianco (leucocita). Negli studi clinici, la probabilità di manifestare neutropenia grave è risultata più alta nei primi due mesi di terapia con quetiapina; la prima fase del trattamento costituisce quindi il periodo di maggior rischio e in cui più attento deve essere il monitoraggio. La neutropenia è risultata indipendente dalla dose di quetiapina somministrata; la sospensione dell’antipsicotico in genere comporta la regressione del sintomo. I pazienti che hanno già avuto precedenti episodi di neutropenia o leucopenia indotta da farmaci presentato un rischio maggiore di sviluppare neutropenia da quetiapina.

Insufficienza epatica: poichè la quetiapina è metabolizzata nel fegato, una ridotta funzionalità epatica potrebbe comportare un rallentamento dei processi metabolici del farmaco con conseguenti livelli plasmatici di quetiapina più alti. In questi pazienti la quetiapina deve essere somministrata con cautela. Nei pazienti con grave insufficienza epatica, la dose del farmaco deve essere individualizzata.

Ipotensione: la quetiapina può provocare abbassamenti improvvisi della pressione arteriosa quando si passa rapidamente dalla posizione supina o seduta alla posizione eretta (ipotensione ortostatica), soprattutto nei pazienti anziani e nei pazienti a rischio di ipotensione (ipotensione preesistente, patologie cerebrovascolari). Poichè questi eventi si verificano più frequentemente nella fase iniziale della cura, la somministrazione iniziale di quetiapina richiede attenzione. Per ridurre il rischio di ipotensione ortostatica e di svenimenti (sincope) iniziare il trattamento con quetiapina con un dosaggio basso da aumentare progressivamente. Avvertire il paziente del rischio accidentale di caduta dovuto all’abbassamento improvviso della pressione.

Ipovolemia, disidratazione: nei pazienti disidratati e/o con ipovolemia ripristinare l’equilibrio idrosalino e stabilizzare i valori della pressione arteriosa prima di iniziare la cura con quetiapina.

Aumento ponderale: la quetiapina può indurre aumento del peso corporeo. L’incremento ponderale è stato riscontrato sia nei pazienti adulti sia nei pazienti pediatrici. Nei ragazzi di età compresa fra 10 e 17 anni, trattati con quetiapina per schizofrenia, è stato osservato un aumento dl peso corporeo (=/> 7%) nel 17% dei pazienti rispetto al 2,5% del gruppo placebo (Correll et al., 2009). Monitorare periodicamente il peso corporeo dei pazienti in cura con quetiapina. L’incremento di peso indotto dai farmaci antipsicotici sembra correlato al rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e sindrome metabolica.

Diabete: la quetiapina è stata associata a sviluppo e/o peggioramento del diabete mellito. Un aumento del peso corporeo potrebbe costituire un fattore predisponente (AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco, 2015). Nei pazienti a rischio di diabete effettuare un test di controllo della glicemia a digiuno prima di iniziare la terapia con quetiapina. Nei pazienti in terapia con quetiapina controllare eventuali segni e sintomi riconducibili a iperglicemia (polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) o esacerbazione del diabete e nei soggetti con diabete o fattori di rischio per il diabete deve essere costantemente monitorato il peso corporeo e il valore di glicemia durante la terapia. In alcuni pazienti in cura con quetiapina si è verificato un peggioramento del diabete, con comparsa di chetoacidosi o coma, in alcuni casi con esito fatale.

Rischio metabolico: poichè la quetiapina è stata associata ad aumento del peso corporeo, a iperglicemia e ad alterazione del profilo lipidico plasmatico (aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL, diminuzione del colesterolo HDL) sia in pazienti adulti sia pediatrici (10-17 anni), in alcuni pazienti in cura con l’antipsicotico si potrebbe verificare un peggioramento del rischio metabolico.

Demenza: l’uso della quetiapina e degli antipsicotici atipici nel trattamento dei sintomi comportamentali nei pazienti con demenza è un uso off label (non compreso fra le indicazioni terapeutiche approvate dalla autorità che regolano l’uso dei farmaci). Questi farmaci sono stati associati ad un aumento del rischio di ictus e di mortalità improvvisa nei pazienti anziani con demenza (Medicines and Healthcare Regulatory Agence MHRA, 2012). Nel paziente anziano con demenza la scelta di un eventuale antipsicotico deve essere individualizzata in base ai sintomi, al quadro clinico del paziente e alle potenziali interaziocon disturbi tromboticini tra farmaci. Iniziare con il dosaggio efficace più basso e monitorare gli eventuali eventi collaterali associati all’antipsicotico (sintomi extrapiramidali, sedazione, funzioni cognitive, incremento del peso, diabete). Rivalutare periodicamente la terapia farmacologica. In assenza prolungata di sintomi comportamentali, l’antipsicotico può essere sospeso.

Disturbi trombotici: la quetiapina deve essere somministrata con cautela nei pazienti a rischio di eventi trombotici perchè potrebbe favorirne la comparsa (evento comunque raro). In uno studio clinico condotto in pazienti anziani residenti in case di cura, la somministrazione di farmaci antipsicotici atipici, inclusa quetiapina, è stata associata ad un aumento del rischio di tromboembolismo venoso (trombosi venosa, embolia polmonare) con un tasso di ospedalizzazione pari a 0,91 per 100 pazienti-anno (Liperoti et al., 2005).

Prolungamento dell’intervallo QT: durante la sorveglianza post-marketing la quetiapina è stata associata a prolungamento dell’intervallo QT. L’intervallo QT dell’elettrocardiogramma corrisponde alla fase di ripolarizzazione dei ventricoli cardiaci; il prolungamento di tale intervallo corrisponde ad un ritardo nella ripolarizzazione ventricolare che può associarsi a grave aritmia (es. torsione di punta). Poichè la quetiapina potrebbe influenzare la durata dell’intervallo QT, la somministrazione del farmaco richiede estrema cautela in caso di pazienti con sindrome congenita del QT lungo, pazienti a rischio di prolungamento del QT, inclusi i pazienti che sono in cura con farmaci noti per avere effetti sull’intervallo QT (possibile effetto additivo), pazienti con disfunzioni elettrolitiche (ridotti livelli nel sangue di potassio, magnesio o calcio), pazienti con disturbi cardiovascolari (insufficienza cardiaca congestizia, rallentato ritmo cardiaco (bradicardia), ipertrofia del ventricolo sinistro).

Cataratta: alcuni antispicotici tradizionali sono stati messi in relazione con la comparsa di cataratta. In vivo, la quetiapina ha provocato la formazione di cataratta a dosi più alte di quelle utilizzate nell’uomo. Nel registro nazionale degli effetti collaterali indotti dai farmaci degli oftalmologi americani, fino al 2004, erano riportati 34 casi di cataratta associati a quetiapina. L’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO) ha definito “improbabile“ un effetto catarattogenico della quetiapina (Fraunfelder, 2004). La ditta produttrice del farmaco comunque raccomanda di effettuare un esame con lampada a fessura oppure un esame analogo all’inizio del trattamento farmacologico con quetiapina e successivamente ogni sei mesi.

Ipotiroidismo: monitorare la concentrazioni degli ormoni della tiroide durante il trattamento con quetiapina perché il farmaco è stato associato a riduzione della concentrazione di T4 e T3. Nella maggior parte degli studi clinici, la riduzione della concentrazione degli ormoni della tiroide in seguito a somministrazione di quetiapina non si è tradotta in ipotiroidismo sintomatico. Negli studi clinici, la riduzione maggiore è stata osservata nelle prime settimane di trattamento con quetiapina e nella maggior parte dei pazienti i livelli ormonali si sono normalizzati con la sospensione del farmaco. In letteratura è riportato il caso di una paziente che in seguito a somministrazione di quetiapina ha evidenziato, dopo due mesi, ipotiroidismo con livelli di TSH pari a 8,45 microU/L (pari a circa due volte i livelli normali di TSH). La paziente era stata trattata per 4 anni per iperparatiroidismo, ma al momento di iniziare la cura con quetiapina presentava una funzionalità tiroidea nella norma (Feret, Caley, 2000).

Pazienti anziani: somministrare la quetiapina con cautela perchè i pazienti anziani sono più esposti agli effetti collaterali del farmaco.

Disfagia, aspirazione polmonare: nei pazienti che evidenziano difficoltà di deglutizione (disfagia) o che sono a rischio di aspirare il contenuto gastrico nei polmoni la somministrazione di quetiapina richiede cautela. La disfagia può essere un sintomo ricollegabile al parkinson.

Parkinson: sebbene la quetiapina sia associata ad un’incidenza di sintomi extrapiramidali minore rispetto ad altri antipsicotici atipici, il farmaco deve essere somministrato con cautela nei pazienti con parkinson.

Convulsioni: sebbene negli studi clinici non sia emerso un aumento dell’incidenza di convulsioni in seguito a trattamento con quetiapina, nei pazienti a rischio di convulsioni (epilessia, tumori cerebrali, malattie cerebrovascolari) si raccomanda di somministrare il farmaco con cautela.

Sindrome neurolettica maligna: se compaiono sintomi riconducibili a sindrome neurolettica maligna sospendere la cura con quetiapina. La sindrome neurolettica maligna è un effetto collaterale raro, ma pericoloso, associato ai farmaci antipsicotici. La sindrome si manifesta con rigidità muscolare, aumento della temperatura corporea (febbre), confusione mentale, instabilità del sistema nervoso autonomo e incremento dei livelli plasmatici della creatinina-fosfochinasi.

Priapismo: la quetiapina è stata associata, raramente, a comparsa di priapismo (erezione prolungata in assenza di desiderio).

Farmaci che inducono il citocromo P450: in associazione con tioridazina, fenitoina e farmaci induttori degli enzimi epatici, aumentare la dose di quetiapina.

Aloperidolo, risperidone, fluoxetina, imipramina, litio: questi farmaci non hanno evidenziato interazioni farmacologiche con quetiapina.

Farmaci con attività deprimente il sistema nervoso: la contemporanea somministrazione della quetiapina a farmaci con attività deprimente il sistema nervoso centrale può avere effetti sinergici (potenziamento degli effetti sul sistema nervoso centrale).

Antiaritmici: la somministrazione di antiaritmici quali procainamide, disopiramide e chinidina in pazienti in terapia con quetiapina richiede cautela per gli effetti additivi sul prolungamento dell'intervallo QTc con rischio di gravi aritmie ventricolari.

Bretilio: la somministrazione di bretilio in pazienti in cura con quetiapina potrebbe aggravare l'ipotensione originata dal blocco alfa adrenergico causato dall’antipsicotico.

Adrenalina (epinefrina), dopamina: in caso di collasso la somministrazione di adrenalina o dopamina in pazienti trattati con quetiapina potrebbe avere effetti negativi sulla pressione arteriosa (ipotensione).

Succo di pompelmo: il consumo di succo di pompelmo in pazienti in cura con quetiapina non è raccomandato. Il succo di pompelmo infatti è un inibitore dell’attività dell’enzima citocromiale CYP3A4 e potrebbe quindi esercitare un effetto inibitorio sul metabolismo della quetiapina con conseguente aumento dei livelli plasmatici del farmaco.

Attività che richiedono attenzione costante: poichè la quetiapina può indurre sonnolenza e sedazione, verificare gli effetti individuali del farmaco prima di intraprendere attività che richiedono attenzione e coordinazione costante e prolungata nel tempo (es. guida di autoveicoli).

Gravidanza: la somministrazione della quetiapina richiede un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. La FDA (agenzia americana che regola l’uso dei farmaci) ha inserito la quetiapina in classe C per l’uso durante la gravidanza. In questa classe sono inseriti i farmaci i cui studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto (teratogenico, letale o altro) e per i quali non sono disponibili studi controllati sull’uomo oppure farmaci per i quali non sono disponibili studi né sull'uomo né sull'animale.
L’assunzione di farmaci antipsicotici tradizionali o atipici, inclusa la quetiapina, durante l’ultimo trimestre di gravidanza è stata associata a comparsa nei neonati dei seguenti sintomi: tremore, debolezza e/o rigidità muscolare, agitazione, sonnolenza, difficoltà di respirazione e di alimentazione.

Allattamento: poichè la quetiapina è escreta nel latte materno, l’allattamento al seno non è raccomandato nelle donne in terapia con quetiapina.

Lattosio: alcune specialità medicinali a base di quetiapina possono contenere lattosio come eccipiente. Il lattosio è uno zucchero formato da galattosio e glucosio. I pazienti con intolleranza su base ereditaria al galattosio, con deficit della lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio dovrebbero valutare con il medico l’opportunità di assumere le specialità medicinali della quetiapina contenente lattosio.

Titanio biossido: usato come eccipiente nelle formulazioni farmaceutiche, può scatenare reazione allergiche.

Test di screening nelle urine: in alcuni test di screening per il metadone e gli antidepressivi triciclici, l’assunzione di quetiapina può dare esiti falsi positivi.


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