Negli studi in monoterapia o in terapia combinata verso placebo, l’evento avverso riportato con maggior frequenza nei pazienti trattati con olmesartan sono stati i capogiri. Altri effetti avversi riportati sono stati cefalea, fatigue, tosse, disturbi gastrointestinali. Negli studi in cui olmesartan in associazione a idroclorotiazide è stato confrontato con placebo, la terapia combinata è risultata associata ad una maggior incidenza anche di vampate al viso e infezioni del tratto respiratorio (Zhang et al., 2017). Sempre in riferimento a studi clinici, olmesartan è risultato possedere un profilo di tollerabilità più favorevole rispetto a valsartan, losartan e amlodipina.
Cardiovascolari: (rari: 0,01-0,1%) dolore al petto, ipotensione, tachicardia.
Centrali: comuni (1-10%) cefalea (7,2% dei pazienti), capogiri; (rari: 0,01-0,1%) ansietà, insonnia, sincope.
Dermatologici: (non comuni: 0,1-1%) esantema, dermatite allergica, orticaria, rash, prurito; (rari: 0,01-0,1%) alopecia, eczema; (singola segnalazione) psoriasi plantare (Charfi et al., 2019).
Ematici: (comuni: 1-10%) sangue dal naso (epistassi) (segnalato solo nella popolazione pediatrica); (non comuni: 0,1-1%) trombocitopenia.
Epatici: (comuni: 1-10%) aumento degli enzimi epatici alanino e aspartato aminotransferasi (ALT e AST); (rari: 0,01-0,1%) iperbilirubinemia.
L’aumento delle aminotransferasi epatiche è in genere trasitorio e solo raramente richiede un aggiustamento della dose di olmesartan medoxomil. Nei pazienti con enteropatia indotta dal farmaco può svilupparsi steatoepatite (accumulo di grasso nelle cellule epatiche), che risponde alla sospensione del farmaco. Sebbene non ci siano segnalazioni specifiche attribuite a olmesartan medoxomil, tossicità epatica è stata riportata, raramente, con altri sartani. In questi casi, l’epatotossicità si è manifestata nelle prime 8 settimane di terapia e la concentrazione degli enzimi epatici è quella tipica di infiammazione acuta simile all’epatite. In alcuni casi, si è sviluppata una colestasi prolungata e recidivante, ma i sartani non sono associati a danno epatico cronico. La tossicità acuta riportata con altri sartani è autolimitante, non evolve a insufficienza epatica acuta. I pazienti con danno epatico da olmesartan non dovrebbero essere trattati con farmaci della stessa classe sebbene non sia stata dimostrata una sensibilità crociata per tossicità epatica (LiverTox, 2017).
Gastrointestinali: (comuni: 1-10%) gastroenterite, diarrea, dolore addominale, nausea, dispepsia; (non comuni: 0,1-1%) vomito; (rari: 0,01-0,1%) enteropatia simil-celiachia (diarrea grave e prolungata con perdita di peso).
L’enteropatia da olmesartan si manifesta dopo un uso prolungato del farmaco, mesi o anni dopo l’inizio del trattamento, condizione che suggerisce possa trattarsi di una reazione di ipersensibilità cellulo-mediata, circoscritta e ritardata, che determina atrofia dei villi intestinali. Dei 183 casi riportati in letteratura in pazienti in terapia con sartani, il 90% è attribuito all’omesartan medoxomil; nell’89% dei pazienti è stata riscontrata atrofia dei villi intestinali e il 95% dei pazienti ha richiesto il ricovero ospedaliero per la gravità dei sintomi (Schiepatti et al., 2024).
Genitourinari: (comuni: 1-10%) sangue nelle urine (ematuria), infezioni delle vie renali; (rari: 0,01-0,1%) insufficienza renale acuta, disfunzione erettile.
Metabolici: (comuni: 1-10%) iperglicemia, ipertrigliceridemia; (rari: 0,01-0,1%) iperpotassiemia.
Muscoscheletrici: (comuni: 1-10%) dolore alla schiena, artralgia, dolore osseo.
Orecchio: (non comuni: 0,1-1%) vertigini.
Respiratori: comuni (1-10%) infezioni alle alte vie respiratorie, influenza, sinusite.
Sistemici: (rari: 0,01-0,1%) ipersensibilità (anafilassi, angioedema).