Il nirmatrelvir è somministrato con il ritonavir a basso dosaggio usato come potenziatore farmacocinetico: il ritonavir inibisce il metabolismo di nirmatrelvir, mediato dall’enzima citocromiale CYP3A4, aumentandone i livelli plasmatici. Dopo somministrazione ripetuta, due volte al giorno, allo stato stazionario l’aumento dell’esposizione sistemica risulta inferiore a quello proporzionale alla dose.
La presenza di cibo (elevato contenuto di grassi) aumenta del 15% il picco plasmatico medio e dell’1,6% il valore medio di AUC (area sottesa dalla curva concentrazione-tempo, che indica l’esposizione sistemica al farmaco) di nirmatrelvir.
Il nirmatrelvir ha evidenziato un moderato legame alle proteine plasmatiche (69%; il legame alle proteine plasmatiche del ritonavir è pari al 98-99%) (Eng et al., 2022).
In vitro, il nirmatrelvir è metabolizzato nel fegato per ossidazione, principalmente per azione dell’enzima CYP3A4 e si comporta a sua volta da inibitore, reversibile e tempo-dipendente, e da induttore verso lo stesso enzima (Eng et al., 2022).
In associazione a ritonavir, il nirmatrelvir è escreto immodificato con le urine (49,6% della dose somministrata) e in misura inferiore con le feci (35,3%). Il ritonavir è escreto principalmente nelle feci.