La nafazolina è un farmaco simpaticomimetico impiegato come decongestionante oftalmico e nasale. E' un derivato imidazolinico, gruppo naftilimidazolina, caratterizzato da una marcata attività alfa-adrenergica.
A livello della mucosa nasale, la nafazolina riduce il turgore della mucosa infiammata, dischiudendo le fosse nasali con conseguente ripristino di una miglior respirazione.
Il meccanismo d'azione è da ricondursi alla stimolazione degli alfa1 e alfa2 recettori adrenergici a livello della muscolatura liscia vasale con costrizione dei vasi di capacitanza e di resistenza (arteriole e anastomosi artero-venose) della mucosa nasale e riduzione del flusso ematico nell'area edematosa.
L'uso più diffuso dei congestionanti nasali, inclusa la nafazolina, è nel comune raffreddore per alleviare la sintomatologia dovuta all'ostruzione e congestione nasale. Il loro impiego non dovrebbe superare i 4-5 giorni di terapia, poiché è stato visto che la somministrazione per periodi di durata maggiore può essere associata ad effetti avversi locali e ad effetti di vasodilatazione/congestione rebound. L'effetto rebound, scambiato per un peggioramento della condizione patologica, induce un consumo maggiore di farmaco che può portare a tachifilassi (diminuzione fino a scomparsa dell'effetto farmacologico dopo somministrazione ripetute di un farmaco ad intervalli di tempo brevi).
L'efficacia terapeutica dei decongestionanti nasali simpaticomimetici è stata evidenziata solo nei pazienti adulti (studi clinici randomizzati e controllati vs placebo) in caso di somministrazione singola del farmaco (lieve miglioramento, ma statisticamente significativo, nel 6% dei pazienti); non è stata provata l'efficacia di un uso ripetuto per alcuni giorni (3-5 giorni) (Taverner, Latte, 2007).
Non sono disponibili dati di letteratura (trial clinici randomizzati e controllati vs placebo) per l'efficacia terapeutica dei decongestionanti nasali simpaticomimetici nella popolazione pediatrica (Smith, Feldman, 1993; Taverner, Latte, 2007).
In uno studio retrospettivo condotto su 72 pazienti pediatrici di età compresa tra 2 mesi e 13 anni esposti a derivati imidazolinici, sia per via orale che per via nasale, è stata riscontrata un'alta incidenza di reazioni avverse (57 su 72 bambini esposti). Le reazioni, per la maggior parte di lieve o moderata intensità, erano prevalentemente a carico del sistema nervoso centrale, cardiovascolare e respiratorio; interessavano bambini al di sotto di 3 anni ed erano più frequenti (47 su 57) negli esposti a nafazolina rispetto a quelli esposti a oximetazolina (4 su 57) (Bucaretchi et al., 2003).