Sovradosaggio: non è stato riportato alcun caso di sovradosaggio.
In caso di ingestione accidentale di dosi massive, potrebbero manifestarsi segni di insufficienza surrenalica. Segni di intossicazione acuta possono richiedere un trattamento specialistico che includa la somministrazione di desametasone.
Tossicità cronica: in studi tossicologici effettuati su ratti e scimmie fino ad una durata di 6 mesi, il mifepristone ha prodotto effetti associati alla sua attività anti-ormonale (antiprogestinica, antiglucocorticoide e antiandrogenica).
Cancerogenicità: secondo alcuni dati di letteratura l’aborto farmacologico e chirurgico, ma non spontaneo, incrementerebbe il rischio di cancro al seno nelle donne del 30%; del 50% se dovesse avvenire prima di una gravidanza portata a termine (Brind et al., 1996).
Tossicità riproduttiva: in studi tossicologici sulla riproduzione, il mifepristone agisce come un potente abortivo. Non è stato osservato alcun effetto teratogeno del mifepristone in ratti e topi sopravvissuti all’esposizione fetale; nei conigli si sono verificati episodi isolati di anomalie severe (volta cranica, cervello e cordone spinale) la cui incidenza, non correlata alla dose, non è risultata statisticamente significativa. Nelle scimmie, il numero di feti sopravvissuti all’azione abortiva del mifepristone era insufficiente per una valutazione conclusiva.
Nell’uomo il mifepristone sembra indurre malformazioni nel feto come la sirenomelia (malformazione congenita per cui gli arti inferiori sono fusi insieme) (Pons, Papiernik, 1991).
Mentre il mifepristone non è classificato fra le sostanze teratogene, il misoprololo è stato associato a difetti dello sviluppo del cranio e degli arti per insufficiente circolazione del sangue causata dell’aumento delle contrazioni uterine indotte dalla prostaglandine in fase di organogenesi (Lancet 1991).
In letteratura sono riportati un caso di un bambino nato con la sindrome di Moebius (malattia rara la cui caratteristica principale è la paralisi facciale permanente causata dalla ridotta o mancata formazione dei nervi cranici) dopo essere stato esposto in utero a mifepristone e misoprostolo per aborto elettivo (Bos-Thompson et al., 2008); un caso di sindrome della banda amniotica (malattia congenita causata dall’”intrappolamento” di parti fetali, in genere arti o dita, in fasce amniotiche fibrose) con amputazione di un arto dopo esposizione a mifepristone (Sentilhes et al., 2007).
Durante l’induzione del travaglio, il mifepristone ha aumentato la frequenza di tachisistole e di ipertonia nella madre e di anomalie della frequenza cardiaca fetale (Giacalone et al., 2001).