Alcool (etanolo): il lansoprazolo influenza il metabolismo dell’etanolo (nessun effetto inibitorio verso l’enzima alcol deidrogenasi che converte l’etanolo in acetaldeide) (Battiston et al., 1997).
Antiacidi: non è stata osservata interazione farmacologica con lansoprazolo (Gerloff et al., 1993).
Antibatterici (amoxicillina, claritromicina): la co-somministrazione del lansoprazolo con claritromicina e amoxicillina ha determinato un aumento dei livelli sierici di lansoprazolo e del 14-idrossi-derivato della claritromicina (Mainz et al., 1997). Uno studio di interazione farmacologica ha evidenziato come il pretrattamento con lansoprazolo (60 mg/die per 5 giorni) diminuisca la biodisponibilità della claritromicina in modo significativo e come questa riduzione sia risultata statisticamente maggiore nei pazienti H. pylori-positivi rispetto a quelli privi di infezione (riduzione Cmax: 40% vs 15%; riduzione AUC: 30% vs 10% rispettivamente H. pylori-positivi e negativi). Comunque la riduzione della biodisponibilità della claritromicina non ha rilevanza clinica per l’eradicazione di H. pylori (Ortiz et al., 2007).
Caffeina: in uno studio di interazione, in volontari sani, il lansoprazolo (30 mg/die) non è risultato influenzare il metabolismo della caffeina (substrato dell’enzima citocromiale CYP1A2) (Andersson et al., 1998).
Ceftriaxone: la combinazione ceftriaxone-lansoprazolo può aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT (tratto dell’elettrocardiogramma corrispondente alla fase di depolarizzazione-ripolarizzazione ventricolare). In vitro, l’associazione di ceftriaxone e lansoprazolo, a concentrazioni pari a quelle impiegate in clinica, è risultata bloccare il canale hERG. Questo canale ionico è un canale del potassio voltaggio dipendente coinvolto nella ripolarizzazione delle cellule del cuore; il blocco di questo canale comporta un ritardo nella fase di ripolarizzazione ventricolare. Alterazioni della funzionalità del canale hERG causano la sindrome del QT lungo, che comporta gravi aritmie cardiache anche fatali (Lorberbaum et al., 2016).
Clopidogrel: gli inibitori di pompa protonica possono ridurre l’effetto cardioprotettivo del clopidogrel per inibizione farmacometabolica (l’effetto massimo è stato osservato con omeprazolo). Il clopidogrel è un profarmaco e deve essere convertito nella forma attiva per poter esplicare la sua attività antiaggregante. La conversione è mediata dall’isoenzima citocromiale CYP2C19, verso cui gli inibitori di pompa si comportano da inibitori. In uno studio caso-controllo relativo a pazienti con età ≥66 anni in terapia con clopidogrel per infarto miocardico, il 26,4% vs 20,6% di quelli che sono andati incontro ad un nuovo infarto entro 90 giorni dalla dismissione ospedaliera era in terapia con un inibitore di pompa (Juurlink et al., 2008). Considerando come parametro di riferimento la riduzione del picco plasmatico del metabolita attivo del clopidogrel, l’effetto è risultato progressivamente diminuire dall’omeprazolo, all’esomeprazolo, lansoprazolo e al suo enantiomero dexlansoprazolo. In questo studio il lansoprazolo e il dexlansoprazolo non hanno modificato in maniera significativa l’esposizione sistemica del metabolita attivo del clopidogrel o la sua farmacodinamica (Frelinger et al., 2012). Fra gli inibitori di pompa, il pantoprazolo è quello con effetto inibente sul CYP2C19 più debole.
Contraccettivi orali: in uno studio di interazione la co-somministrazione di lansoprazolo (60 mg/die) con un contraccettivo orale a basso dosaggio, contenente etinilestradiolo 0,03 mg più levonorgestrel 0,15 mg, per due cicli mestruali, non ha modificato il profilo farmacocinetico dei due analoghi ormonali del contraccettivo (Fuchs et al., 1994).
Diazepam: in volontari sani la somministrazione prolungata di lansoprazolo (60 mg/die per 10 giorni) non ha modificato la farmacocinetica del diazepam (dose singola di 0,1 mg/kg) (Lefebvre et al., 1992).
Digossina: in vitro, il lansoprazolo ha aumentare l’assorbimento della digossina per inibizione della glicoproteina P ATP-dipendente (Pauli-Magnus et al., 2001). In caso di co-somministrazione, monitorare la concentrazione di digossina ed eventualmente aggiustarne la dose.
Farmaci il cui assorbimento dipende dal pH gastrico (ad esempio ketoconazolo, itraconazolo, esteri dell’ampicillina, sali di ferro, inibitori delle proteasi, erlotinib, dasatinib, nilotinib, micofenolato mofetil): il lansoprazolo potrebbe ridurre la biodisponibilità di questi farmaci per il prolungato effetto inibitorio sulla secrezione acida. In uno studio di interazione in volontari sani, la co-somministrazione di lansoprazolo (60 mg) e atazanavir (400 mg), inibitore della proteasi HIV, ha determinato una riduzione dell’AUC dell’atazanavir del 94% (l’AUC, area sottesa dalla curva concentrazione-tempo, è un’indicatore dell’esposizione sistemica del farmaco) come conseguenza di una sua minor solubilità (Tomilo et al., 2006). Una minor esposizione sistemica è stata riportata anche per nelfinavir e rilpivirina quando co-somministrati con gli inibitori di pompa, con conseguente minor attività antivirale e un maggior rischio di resistenza antivirale (Crauwels et al., 2013; Saberi et al., 2011) In caso di co-somministrazione potrebbe essere necessario aggiustare la dose dei farmaci. La co-somministrazione rilpivirina con gli inibitori di pompa è controindicata (Crauwels et al., 2013).
Farmaci potenti inibitori del CYP2C19 o 3A4: potrebbero aumentare l’esposizione sistemica del lansoprazolo, metabolizzato da entrambi gli enzimi.
Farmaci potenti induttori del del CYP2C19 o 3A4: potrebbero ridurre l’esposizione sistemica del lansoprazolo, metabolizzato da entrambi gli enzimi, con perdita di attività farmacologica.
Fenazone (antipirina): la co-somministrazione di lansoprazolo e fenazone è stata associata a lieve riduzione (8,6%) del volume di distribuzione del fenazone e ad un aumento della concentrazione nelle urine (12%) di uno dei suoi principali metaboliti. L’interazione famacocinetica non ha rilevanza clinica (St Peter et al., 1995).
Fenitoina: il lansoprazolo (60 mg/die) non è risultato modificare la farmacocinetica della fenitoina (205 mg per enovena). Poiché la fenitoina è substrato dell’enzima citocromiale CYP2C9, è probabile che il rischio di interazione farmacologica con rilevanza clinica tra lansoprzolo e farmaci metabolizzati da CYP2C9 sia minimo (Karol et al., 1999).
Fluvoxamina: può aumentare l’esposizione sistemica del lansoprazolo per inibizione farmaco metabolica dell’enzima citocromiale CYP2C19. Gli effetti sulla farmacocinetica del lansoprazolo sono risultati evidenti nei metabolizzatori estesi (persone con attività dell’enzima CYP2C19 normale o lievemente ridotta) ma non nei metabolizzatori lenti (persone con attività dell’enzima CYP2C19 assente o molto ridotta). Nei metabolizzatori estesi, la fluvoxamina ha determinato un aumento dell’AUC (area sottesa dalla curva concentrazione-tempo) del lansoprazolo di 2,5-3,8 volte; nei metabolizzatori lenti invece non sono state osservate differenze di AUC (Yasui-Furukori et al., 2004).
Ivabradina: in uno studio di interazione in volontari sani, la co-somministrazione di lansoprazolo (60 mg/die per 5 giorni) e ivabradina (10 mg il giorno 6) non ha modificato la farmacocinetica di ivabradina, substrato dell’enzima citocromiale CYP3A4 (Portolés et al., 2006).
Metotrexato: il lansoprazolo è un inibitore dose-dipendente della proteina di trasporto degli anioni organici OAT3/OAT1, responsabile dell’eliminazione renale del metotrexato. In vitro l’effetto inibitorio è risultato decrescere secondo l’ordine lansoprazolo>esomerazolo>rabeprazolo>omeprazolo (Narumi et al., 2017). Dei due enantiomeri del lansoprazolo, l’enantiomero (S) è risultato molto più potente di (R) nell’inibire OAT3, mentre non sono emerse differenze verso OAT1 (Hamada et al., 2018). La co-somministrazione di lansoprazolo (30 mg/die) e naprossene (1 g/die) in pazienti affetti da artrite reumatoide in terapia con metotrexato a basso dosaggio (7,5-15 mg/settimana) per sette giorni non ha modificato il profilo farmacocinetico di quest’ultimo (Vakily et al., 2005). In caso di regimi ad alto dosaggio di metotrexato, l’inibizione di OAT3 potrebbe determinare livelli di metotrexato eccessivamente elevati con conseguente incremento di tossicità. Nei pazienti oncologici, trattati con dosi di 1 g/m2 di metotrexato per endovena, infatti, la terapia con inibitori di pompa rappresenta il fattore di rischio principale per un un’eliminazione ritardata del metotrexato (Santucci et al., 2010; Suzuki et al., 2009). In associazione a metotrexato ad alto dosaggio potrebbe essere necessario sospendere temporaneamente il lansoprazolo.
Prasugrel: in uno studio di interazione in volontari sani, gli effetti del lansoprazolo sul metabolismo del prasugrel non ne hanno modificato l’attività antipiastrinica. Questo farmaco, come il clopidogrel, è un profarmaco, richiede cioè attivazione metabolica. Sebbene il lansoprazolo (30 mg/die) abbia diminuito AUC e picco plasmatico, rispettivamente del 13% e 29%, del metabolita attivo del prasugrel, l’interazione farmacocinetica non è risultata clinicamente rilevante. Il prasugrel infatti è metabolizzato solo in parte dall’enzima CYP2C19; il suo metabolismo dipende principalmente dagli enzimi CYP3A4 e 2B6. In caso di co-somministrazione con lansoprazolo, non è richiesto un aggiustamento della dose di prasugrel (Small et al., 2008).
Sucralfato: riduce l’assorbimento (-14%) del lansoprazolo (Cavanaugh et al., 1995). Per ridurre il rischio di interazione assumere il lansoprazolo almeno un’ora dopo il sicralfato (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2022).
Voriconazolo: il lansoprazolo può aumentare il rischio di epatite colestatica quando somministrato insieme al voriconazolo. Il voriconazolo è in parte metabolizzato dal CYP2C19 verso cui il lansoprazolo si comporta come inibitore. La co-somministrazione dei due farmaci ha determinato un aumento dei livelli plasmatici di voriconazolo con conseguente epatite (Lopez, Tayek, 2016).
Tacrolimus: i pazienti metabolizzatori lenti per il CYP2C19 con genotipo CYP3A5 mutato non funzionale (genotipo*3/*3) trattati con l’immunosoppressore e il lansoprazolo richiedono un dosaggio inferiore di tacrolimus per ottenere la concentrazione terapeutica di immunosoppressore (Miura et al., 2007).
Teofillina:il lansoprazolo riduce l’esposizione sistemica della teofillina (AUC: -13%). Benché la differenza sia statisticamente significativa, non sembra avere rilevanza clinica (Granneman et al., 1995).
Warfarin: il lansoprazolo non è risultato modificare farmacocinetica e farmacodinamica del warfarin (Landes et al., 1995). Nei pazienti metabolizzatori intermedi per il CYP2C19, che manifestano un’attività enzimatica ridotta rispetto a quella normale (metabolizzatori estesi), il lansoprazolo può aumentare, indirettamente, l’effetto del warfarin (entrambi competono per CYP2C19) e il rischio di sanguinamento (Hata et al., 2015; Moffett et al., 2012). In caso di co-somministrazione, monitorare l’indice INR e il tempo di protrombina e aggiustare la dose di warfarin per mantenere l’indice INR nel range di valori raccomandati.