Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio l’eritromicina provoca tossicità gastrointestinale che si manifesta con nausea, vomito, dolore epigastrico e diarrea (dosi di 8-12 g/die); è stata associata a pancreatite (ingestione di 5 g di eritromicina base in paziente pediatrico) (Berger et al., 1992; Tenenbein, Tenenbein, 2005). Meno frequentemente si possono manifestare perdita dell’udito e alterazioni del ritmo cardiaco. Il trattamento del sovradosaggio prevede lavanda gastrica o somministrazione di sostanze in grado di adsorbire l’eritromicina e limitarne quindi l’assorbimento gastrointestinale (es, carbone attivo). A seconda dei sintomi che compaiono si interviene con un trattamento di supporto adeguato. La dialisi non è efficace per rimuovere l’eritromicina in eccesso dal sangue.
Tossicità riproduttiva: l’eritromicina attraversa la barriera placentare in piccola quantità. Negli studi clinici la quantità di farmaco ritrovato a livello del cordone ombelicale è risultata compresa fra l’1% e il 6% della concentrazione materna. E’ riportato in letteratura un caso di assenza della tibia sinistra in un neonato esposto a eritromicina, etisterone e etinilestradiolo nelle prime 4 settimane di gestazione. Negli studi caso-controllo aspecifici, la misura del rischio di difetti congeniti fra neonati esposti a eritromicina e neonati non esposti è risultato pari a un valore di odds ratio (OR) di 1,1 (Czeizel et al., 1999). La misura del rischio di malformazioni congenite è risultata avere un OR di 1,5 negli studi di coorte retrospettivi e un RR di 1,4 negli studi di coorte prospettici. In un studio che ha valutato l’esposizione a eritromicina e penicillina V nella fase precoce della gravidanza ha evidenziato un aumento del rischio di malformazioni congenite qualsiasi (OR=1,24), dovuto principalmente a malformazioni cardiache (OR=1,92) (i dati sono stati estrapolati dallo Swedish Medical Birth Register) (kallen et al., 2005).
La somministrazione di eritromicina è stata associata a stenosi pilorica nella popolazione pediatrica (eritromicina estolato) (Sanfilippo, 1976). In uno studio di coorte retrospettivo, l’analisi dei dati ha evidenziato un aumento del rischio di stenosi pilorica di 8 volte nei neonati esposti a eritromicina fra il terzo e tredicesimo giorno di vita (madri trattate con il macrolide); l’aumento del rischio non è invece stato riscontrato nei bambini esposti all’antibiotico dopo il tredicesimo giorno di vita (Cooper et al., 2002a, Mahon et al., 2002). L’incidenza di stenosi pilorica è risultata maggiore nelle femmine (OR=10,3) rispetto ai maschi (OR=2,0) (Sorensen et al., 2003). L’esposizione ad eritromicina durante la gravidanza e nelle ultime settimane (dopo la 32esima settimana) non è stata associata a stenosi pilorica neonatale (studio studio di coorte retrospettivo, OR pari rispettivamente a 1,17 e 1,15) (Cooper et al., 2002).
La somministrazione di eritromicina nel terzo trimestre di gravidanza per il trattamento delle infezioni da micoplasma genitale e da streptococco beta-emolitico di gruppo A (SBEA) non è stata associata a tossicità fetale o neonatale.
La somministrazione di eritromicina per ritardare il parto in caso di travaglio pretermine con rottura delle membrane (“perdita delle acque“) è stata associata a ritardo del parto e ad un minor ricorso di assistenza respiratoria neonatale. Questi benefici a breve termine non sono stati riscontrati in caso di travaglio pretermine in donne con membrane integre. In questo gruppo di donne, l’uso di eritromicina ha determinato un aumento di problemi funzionali lievi nel neonato (42,3% vs 38,3% rispettivamente con eritromicina e placebo). Inoltre il trattamento antibiotico è stato associato ad un aumento del rischio di paralisi cerebrale del neonato (3,3% con eritromicina vs 3,2% con amoxicillina vs 4,4% con eritromicina più amoxicillina vs 1,7-1,9% con placebo) (Kenyon et al., 2008 e 2008a).
DL50: dopo somministrazione orale: più di 5 g/kg (ratto) (eritromicina estolato); circa 2,9 g/kg (topo) (eritromicina propionato); 3 g/kg (topo, ratto, coniglio) (eritromicina propionato D,L-mercapto-succinato).
Dopo somministrazione sottocutanea: 1800 mg/kg (topo) (eritromicina base); più di 5 g/kg (ratto, topo) (eritromicina propionato).
Dopo somministrazione intraperitoneale: circa 580 mg/kg (topo maschio), circa 670 mg/kg (topo femmina) (eritromicina propionato D,L-mercapto-succinato).