Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio il trattamento è sintomatico. Dato che il doxazosin provoca abbassamenti pressori, si raccomanda di porre in posizione sdraiata il paziente, eventualmente con la testa leggermente più in basso. Se necessario (ipotensione) possono essere somministrati farmaci vasopressori o espansori di volume in caso di shock. Il doxazosin non è eliminabile dal sangue per dialisi (a causa dell’elevato legame con le proteine plasmatiche).
Cancerogenicità: la somministrazione di doxazosin per 24 mesi a dosi corrispondenti a valori di AUC 8 e 4 volte quelli ottenuti con dosi di 16 mg/die nell’uomo non ha determinato effetti cancerogenici negli animali (ratto e topo) (Food and Drug Administration – FDA, 2016).
Mutagenicità: né il doxazosin né i suoi metaboliti hanno evidenziato effetti mutageni (Food and Drug Administration – FDA, 2016).
Tossicità riproduttiva: in studi di riproduzione sugli animali, la somministrazione di doxazosin a dosi più alte di 10 (coniglio) e 4 (ratto) volte l’esposizione sistemica ottenuta nell’uomo con dosi di 12 mg/die non è stata associata a tossicità embriofetale. La somministrazione di dosi pari a 20 volte l’esposizione sistemica ottenuta con la dose terapeutica di 12 mg/die ha determinato ridotta sopravvivenza fetale. Negli studi peri- e post-natali, nei ratti, è stato osservato un ritardo nello sviluppo della prole quando la dose materna era circa 8 volte l’esposizione sistemica nell’uomo ottenuta con la dose terapeutica di 12 mg/die (Food and Drug Administration – FDA, 2016).
DL50: dopo somministrazione orale > 1000 mg/kg (topo, ratto).