Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio (0,9-10,8 g) possono manifestarsi bradicardia, ipotensione, disturbi del ritmo, astenia, fascicolazione, catatonia e ipotermia.
Spesso l’overdose da calcio-antagonisti comporta anche iperglicemia, dovuta principalmente al blocco dei canali del calcio di tipo L a livello pancreatico e alla resistenza all’insulina a livello cellulare; i valori della glicemia sono correlati direttamente alla gravità dell’intossicazione da calcio-antagonisti (Levine et al., 2007).
In una bambina di 9 mesi, in seguito all’ingestione di compresse di diltiazem per gioco, si è verificato anche un blocco atrio-ventricolare di terzo grado (Wills et al., 2010).
La terapia in caso di sovradosaggio è sintomatica: effettuare lavanda gastrica oppure somministrare 50-100 g di carbone attivo; somministrare plasma expanders, calcio gluconato, farmaci inotropi (dopamina, dobutamina, isoprenalina) per antagonizzare l’ipotensione; ricorrere a isoprenalina o atropina in caso di bradicardia e blocco AV.
Un caso di overdose da diltiazem è stato trattato con la tecnica dell’ossigenazione extracorporea a membrana (Durward et al., 2003).
Tossicità acuta: gli studi di tossicità acuta e subacuta in vivo, alle dosi terapeutiche impiegate nell’uomo, non hanno rilevato effetti tossici particolari.
Cancerogenicità: in vivo il diltiazem non è risultato cancerogeno (somministrazione di dosi orali fino a 100 mg/Kg/die per 24 mesi e di dosi orali fino a 30 mg/Kg/die per 21 mesi).
Tossicità riproduttiva: il diltiazem è stato collocato in classe C di rischio teratogeno (farmaci per i quali studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto (teratogenico, letale o altro) e non ci sono studi controllati in donne oppure non sono disponibili studi né sull’uomo né sull’animale. Il farmaco dovrebbe essere dato solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto).
In vivo il diltiazem è stato associato a tossicità embriofetale. L’esposizione ai calcio-antagonisti durante la gravidanza e nel periodo post-natale ha modificato lo sviluppo funzionale della reattività vasomotoria nei ratti (Angrisani et al., 1989).
DL50: dopo somministrazione orale, pari a 415-740 mg/kg (topo); 560-810 mg/kg (ratto); > 50 mg/kg (cane); 360 mg/kg (scimmia). Dopo somministrazione ev.: 60 mg/kg (topo); 38 mg/kg (ratto).